Montreal – Wall of Champions

di Igor Carta

Insidioso come Montecarlo ma molto più veloce, Montreal è sempre stato teatro di gare emozionanti

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La F1 è sempre stata di casa in Canada, prima con l’alternanza dei tracciati di Mosport Park e di Mont Trembland poi, dal 1978 la sede del Gp è approdata definitivamente dove alberga ancora oggi, sul circuito ricavato sull’ isola di Notre Dame, che porta il nome dell’indimenticabile Gilles Villeneuve, che vinse proprio qui la sua prima gara al volante della Ferrari. Montreal è considerato un circuito assai particolare, veloce, con brusche frenate e repentine accellerazioni, ed è reso ancora più insidioso dai muretti a bordo pista che in certi tratti rendono fatale il minimo errore ma anche eventuali defaillance tecniche, ne sanno qualcosa Olivier Panis che nel 1997 si fratturò entrambe le gambe a causa del cedimento di una sospensione della sua Prost, e Heinz Harald Frentzen, che nel 1999 impattò violentemente contro le barriere per una avaria ai freni della Jordan.

Ma gran parte della fama del circuito è dovuta al famigerato “wall of champions”, un muretto con la simpatica scritta “Benvenuti in Quebec” posto ad un metro dal cordolo in uscita dell’ultima chicane prima del traguardo dove in tanti lasciarono almeno una volta l’impronta di un cerchione, iridati come Jenson Button, Sebastian Vettel, Jacques Villeneuve, Damon Hill fino a sua Maestà Michael Schumacher, che detiene tuttora il record di vittorie su questo tracciato, ben sette. Gli spazi ristretti sono sempre stati il problema di questo tracciato, che forse proprio per tale ragione si è salvato da modifiche radicali che hanno deturpato altri circuiti simbolo, per la sua conformazione Montreal ha sempre regalato gare intense e ricche di sorpassi ma anche incidenti terrificanti come quello di Robert Kubica nel 2007; da ricordare le edizioni del 2000, doppietta della Ferrari con Schumacher e Rubens Barrichello dominatori sotto la pioggia, da galleria degli orrori quella 2008 con Kimi Raikkonen tamponato da Lewis Hamilton nella corsia box. Montreal è un po’ come Montecarlo, non c’è un attimo di respiro, una di quelle gare insomma in cui può davvero succedere di tutto!

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