Museo del Bardo – Niente False Flag a Tunisi

di Igor Carta

Sbufalata subito la voce di false flag per l’attacco al museo del Bardo di Tunisi, ma é passato poco tempo, non disperiamo.

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Sembrava impossibile, eppure sono arrivati a piantare il false flag anche sui fatti di Tunisi, l’assalto al Museo del Bardo che lo scorso 18 marzo ha provocato la morte di 22 turisti, di un agente tunisino e di un cane poliziotto, oltre a due dei cinque presunti attentatori; gli altri sarebbero ricercati. La stampa internazionale sta ancora in queste ore rilanciando le news che giungono dalla Tunisia, dove nelle ultime ore sono state arrestate 20 persone di cui 10 direttamente coinvolte nell’assalto.

Tornando alla bufala quotidiana, la “vittima” sarebbe il deputato del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia reo, secondo il sito “Lavocea5stelle.altervista.org”, di aver dichiarato che l’assalto di Tunisi, al pari di quello a “Charlie Hebdo”, altro non sarebbe che l’ennesimo “false flag” costruito ad arte per distrarre, come se ce ne fosse bisogno, l’attenzione dalle proteste andate in scena a Francoforte in occasione dell’inaugurazione della nuova Eurotower, la sede della BCE costata la bellezza di 1,3 miliardi di euro. Posto che il deputato in oggetto pare non aver mai rilanciato nulla del genere neanche sulla sua pagina Facebook, il sito in oggetto tra l’altro rimarca con sottile ironia di definirsi “blog satirico, a volte serio, spesso satirico” e “che come tale alcuni contenuti al suo interno possono essere in parte o totalmente inventati”. Ma il punto è un altro; come mai anche attorno all’assalto di Tunisi non sono subito fioccate le stesse tesi già viste a gennaio in occasione dei fatti di Parigi?

E’ passato poco tempo, vuol dire niente visto che a Parigi le voci di complotto iniziarono quasi subito, specchietti docet, ma nel caso di Tunisi non parrebbero insistere elementi di nessun tipo a sostegno di una possibile tesi complottistica, ciò é riscontrabile per semplice logica, e la ragione è molto semplice. Perché inscenare qualcosa del genere anche in Tunisia? Semplice, per coinvolgere direttamente anche la popolazione e le forze armate tunisine nella coalizione anti-Isis, sfruttando così l’onda dell’indignazione anche nei paesi arabi più progressisti. Le portaerei tunisine navigano già verso il Golfo Persico. SATIRA!!

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Peccato che, avallando un’azione del genere, che aveva il dichiarato obiettivo di colpire unicamente dei turisti occidentali, il governo tunisino vedrà scemare, false flag o meno, come mai prima gli introiti derivanti dal turismo, la più fiorente attività del paese. Davvero una bella trovata che potrebbe significare per le numerose località “trendy” del luogo lo stesso calo che ebbe Sharm el Sheik dopo gli attentati del 2005, destinazione su cui solo di recente la Farnesina ha rimosso lo sconsiglio.

Stavolta, al contrario di altri episodi, le autorità hanno pubblicato senza troppe paturnie le foto dei cadaveri dei due terroristi uccisi, c’è anche il sangue ma aspettiamo, non si sa mai, che trovino qualcosa, “i soliti noti”. Attendiamo fiduciosi.

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