Hungaroring 1998 – l’impresa di Schumacher

di Igor Carta

Quel Gran Premio d’Ungheria fu una corsa incredibile, di una rara intensità, un capolavoro di Michael Schumacher e del suo muretto

Formula One Championship 1998 - GP F1 Spain  Michael Schumacher (ger) Ferrari F300
Formula One Championship 1998 – GP F1 Spain Michael Schumacher (ger) Ferrari F300

Un tempo Montecarlo e L’Hungaroring erano i circuiti più lenti e tortuosi del mondiale, il che non faceva affatto schifo anni fa, quando vi era un alternarsi di piste assai diverse tra loro, fatto che spingeva le squadre già dall’inverno e nel corso della stagione a creare e sviluppare le proprie vetture secondo i punti forti che possedevano; il problema attuale è che ormai, tolta Monza e forse Spa, i circuiti sono quasi tutti tendenti al lento, Imola è ormai irriconoscibile, Hockenheim non parliamone, anche Silverstone nel tempo è cambiato tantissimo, le sue medie di percorrenza si sono notevolmente alzate nel corso degli anni. Eppure Budapest, specie negli anni passati, regalò, proprio per questa sua conformazione, assai particolare, alcuni dei sorpassi e delle imprese più memorabili della F1.Secondo gli ingegneri di pista è un circuito assai difficile, le vetture viaggiano con grande carico aerodinamico per affrontare al meglio tutte le sue curve; mentre a Montecarlo qualcuno azzarda a volte di scaricare un po’ le ali, in Ungheria pare invece impossibile, al pari dei sorpassi; qualcuno ci ha provato con delle manovre nate tutte dall’inventiva, dal genio e forse anche da un po’ di pazzia. In un circuito come questo il sorpasso sarebbe fattibile solo alla prima curva, altrove solo con grande disparità di macchina, a meno di grandi colpi di genio, come quelli già descritti di Nelson Piquet e Nigel Mansell ai danni di Ayrton Senna. Accadde già in passato però che ci fosse, esattamente come ora, una scuderia con auto guardacaso argentate che avrebbero dominato in lungo e in largo senza un tedesco su una Ferrari.

Correva l’anno 1998, le McLaren di Mika Hakkinen e David Coulthard sono le vetture più veloci, monopolizzano la prima fila di ogni gran premio ma la Ferrari è già riuscita a darle diversi dispiaceri, in Francia fu addirittura doppietta, la prima dal 1990. Le frecce d’argento si involano, sembrano non esserci possibilità a meno di rotture o clamorosi errori del duo McLaren finché al muretto Ferrari decidono un cambio di strategia, da due a tre soste, Michael Schumacher si lancia in una serie di giri a ritmo di qualifica che gli consentono di scavalcare prima Coulthard e poi Hakkinen che inizia ad accusare guai al cambio che lo relegheranno poi in sesta posizione. Schumacher e soprattutto il muretto guidato da Jean Todt e Ross Brawn divennero celebri per le vittorie costruite sulle soste ritardate, con tre-quattro giri allo spasmo, celebri furono quelle di Imola 1999 e 2000 e soprattutto quella di Suzuka che valse al tedesco il primo titolo in rosso, ma a Budapest nel 1998 oltre la metà della corsa fu condotta ad un ritmo indiavolato che qualche giornalista definì “corsa in apnea”. Che grandioso pilota, il più grande #keepfightingmichael

© Riproduzione Riservata

RelatedPost

Commenti

commenti

Precedente Observatory - nuovo sguardo su New York Successivo Mostro di Foligno presto in libertà