Spa Francorshamps – tempio dei campioni

di Igor Carta

Il miglior circuito del mondiale, dove emergono i veri campioni, è senz’altro quello belga di Spa Francorshamps

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Insieme a Montecarlo, Monza e Silverstone il circuito di Spa Francorchamps, in cui si svolge il Gp del Belgio ormai da diversi anni, è un pezzo di storia della F1, ma universalmente definito da piloti e addetti ai lavori il miglior circuito del mondiale; faceva eccezione l’impareggiabile Jean Alesi che lo definì “una pista del cazzo”. Così come il Nürburgring anche il circuito belga possedeva uno sviluppo ben più esteso, il Gp del Belgio si svolse la prima volta nel 1925 su un circuito di 14 km ricavato sfruttando le strade extraurbane che collegavano le cittadine di Francorshamps, Malmedy e Stavelot. La configurazione attuale lunga 7 km venne inaugurata nel 1979, fino ad allora la sede del Gp belga non fu stabile, passando anche per i tracciati di Nivelles e di Zolder, quest’ultimo mai più utilizzato dopo l’incidente di Gilles Villeneuve. Spa, per la sua conformazione, ogni curva una storia e per lo scenario delle Ardenne, capace di regalare mutazioni climatiche tanto forti quanto repentine, viene considerato l’università della F1, una di quelle piste che permetteva e permette di distinguere i campioni dai buoni piloti. Michael Schumacher detiene il primato delle vittorie sul tracciato belga, ben sei, seguito dalle 5 di Ayrton Senna e dalle 4 di Jim Clark e Kimi Raikkonen. Ogni curva una storia dicevamo, lo stesso rettilineo di partenza è divenuto tale in tempi recenti visto che fino al 2005 dalle ultime file si partiva in curva, senza visuale; dopo la partenza il primo grande ostacolo è l’imbuto rappresentato dal tornante della Source, allargato di recente per prevenire le consuete collisioni.

Il successivo tratto in discesa fu teatro, nel 1998, della più grande carambola della storia innescata dalla McLaren di David Coulthard sotto una pioggia torrenziale, ben 13 vetture coinvolte; Anche la successiva piega di Eau Rouge – Raidillon è ormai da leggenda, uno scarto sinistra-destra-sinistra in salita, superando a tavoletta un dislivello di ben 24 metri! Dopo di essa, già in pieno, si deve affrontare il rettilineo in salita del Kemmel, si sfonda il muro dei 320 km/h fino alla staccata della chicane Les Combes, teatro nel 2000 dello storico sorpasso di Mika Hakkinen su Schumacher. Si va poi in discesa verso il curvone a 180° di Rivage, nel rettilineo che lo unisce alla curva Pouhon si verificò la famosa collisione tra Coulthard e Schumacher nel 1998, poi via verso le curve di Fagnes, Stavelot ed il velocissimo curvone Blanchimont, anch’esso da 300 all’ora che riporta verso il traguardo, non prima della violenta frenata della chicane Bus Stop, ridisegnata in più occasioni nel corso degli anni. Edizioni da ricordare? Certamente quella del 1996 con la seconda vittoria in rosso di Schumacher, quella del 1997 dove al tedesco furono sufficienti 10 minuti di pioggia per prendere il comando e vincere la gara indisturbato. Sarebbe stato lo stesso copione anche nel 1998 senza quella collisione che probabilmente costò il mondiale al driver della Ferrari. Molto bella e ricca di sorpassi fu l’edizione del 2004 quando vinse la McLaren di Kimi Raikkonen, l’unica gara di una stagione trionfale in cui Kaiser Michael sia uscito sconfitto in un duello diretto.

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