Nigel Mansell – il Leone inglese

di Igor Carta

Che cosa dovevano essere i Gp degli anni ’80, con gente come Piquet, Prost, Senna e naturalmente Nigel Mansell, il leone d’Inghilterra

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Che razza di coppia dovevano essere quei due della Williams Honda nel biennio 1986-1987; uno era Nelson Piquet, di cui abbiamo già parlato, mentre l’altro è una vecchia conoscenza dei ferraristi; inglese di nascita ma con un temperamento assai poco “british”, braccino corto ma piede pesante, che fosse con il mitico “5” rosso sulla Williams o con il mitico “27” sulla rossa, lui fu sempre e solo il “Leone d’Inghilterra”. Come si fa a non amare un uomo che da poliziotto sull’Isola di Man arrivò a spendere tutto ciò che aveva, al punto di ipotecarsi la casa pur di correre, come fece a sul tempo anche un certo Gilles Villeneuve? Nigel Mansell debuttò in Formula 1 nel 1980 con la Lotus, la prima impresa arrivò nel 1984 durante un torrido Gp degli USA a Dallas. Partito dalla pole subì diversi sorpassi a causa del degrado delle gomme e, con somma sfortuna finì il carburante a pochi metri dal traguardo; nonostante quasi due ore di gara a 40° all’ombra Nigel scese dalla macchina e tentò di spingerla fino al traguardo, ma svenne dopo pochi metri per la fatica. Alla Lotus non erano però affatto contenti e avendo già messo gli occhi sull’astro nascente Ayrton Senna lo lasciarono a piedi. La sfortuna si accanì su Mansell malgrado giunse a guidare la Williams Honda,  la miglior vettura del lotto. Due vittorie nel 1985, il titolo 1986 perso per lo scoppio di una gomma all’ultima gara, quello del 1987 sfumò alla penultima gara in Giappone a causa di un brutto incidente in cui il leone si fratturò due vertebre. Dopo un 1988 avaro di soddisfazioni Nigel passa alla Ferrari e fu subito protagonista. Acquistò una F40, ultimo gioiello appena sfornato dalla fabbrica e lo rivendette quasi subito per incassare un cospicuo plusvalore. Quel 1989 fu l’anno di alcune imprese a dir poco epiche: Nigel vinse al debutto in Brasile, trionfò al Gp d’Ungheria dopo essere partito dodicesimo ed aver effettuato un magistrale sorpasso su Senna.

Una gara da pazzi fu invece quella del Portogallo: partito terzo, Mansell superò prima Senna poi il compagno Gerhard Berger prendendo il comando, ma al pit stop arrivò lungo mancando la piazzola dei suoi meccanici, e con estrema naturalezza inserì la retro ed effettuò il cambio gomme, invece di uscire e rientrare al giro successivo come da regolamento. Nigel riprese la corsa incurante della bandiera nera e dei richiami via radio del suo box finché tentò un nuovo sorpasso ai danni di Senna provocando il ritiro di entrambi e la furia di Ron Dennis contro il box Ferrari. Indimenticabile il siparietto con il mitico Ezio Zermiani, Nigel sbaglia una curva e finisce fuori gara, il giornalista lo intercetta e gli chiede: “Nigel come mai quest’errore?” e lui: “La prossima volta guidi tu, così io ti aspetto ai box per farti una domanda così scema!!”. Il secondo anno fu ancora più problematico per l’inglese, con al fianco un compagno come Alain Prost, solo una vittoria in Portogallo che probabilmente costò il titolo al francese, ed un addio alla Rossa con tanti veleni per tornare alla Williams che gli regalerà l’agognato titolo nel 1992. Disse di lui proprio Ayrton: “Se ha la macchina giusta ed è in giornata é impossibile cercare di tenerlo dietro, ti sorpasserà, anche sopra la testa ma ti sorpasserà”.

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