F1 del passato – l’inimitabile Nelson Piquet

di Igor Carta

I veri personaggi in F1 sono ormai rari, anni fa erano invece quasi un simbolo, primo tra tutti il grandissimo Nelson Piquet

Senna, Prost, Mansell e Piquet
Senna, Prost, Mansell e Piquet

Per fortuna c’è il passato, capita spesso di leggere questa frase nelle pagine web dedicate alla Formula 1, specialmente da coloro che grazie all’età ebbero occasione di vedere cosa succedeva nelle gare ma anche nel paddock in decenni tanto lontani quanto selvaggi, se paragonati a oggi, degli anni ’70 e ’80. Attualmente é un ambiente molto “abbottonato”, niente scherzi, niente dichiarazioni pesanti, le guerre ci saranno senz’altro ma covate sotto la cenere. Ma di veri “personaggi” ormai non se ne vedono più, l’ultimo é forse Kimi Raikkonen che ormai sembra pure diventato astemio, non si sente più nemmeno di quelle sue bevute piuttosto note qualche anno fa. Ma andando ancora più indietro di “personaggi” ce ne erano eccome, non pagliacci, ma gente che andava fortissimo sia in pista che a goliardate e probabilmente il primatista in tale specialità è senz’altro il pilota brasiliano Nelson Piquet, classe 1952, tre titoli mondiali vinti, come Ayrton Senna, nel 1981 con la Brabham Ford, nel 1983 con la Brabham BMW e nel 1987 con la Williams Honda, disputò 207 Gran Premi vincendone 23, segnando anche 24 pole position e 23 giri veloci. Ma per descrivere Nelson Piquet non bastano certo questi freddi numeri, ci vorrebbe una enciclopedia per raccogliere tutti i “best moment” che ha regalato a questo sport, l’ultimo è piuttosto recente, al Gp del Brasile dell’anno scorso quando, ospite nel box Mercedes, tentò invano un “approccio” con Niki Lauda. Memorabili le interviste a cui veniva sottoposto in griglia di partenza dal giornalista Ezio Zermiani, a cui, a seconda dell’umore, spettavano parolacce o confessioni hot. Ed era meglio non farlo arrabbiare, ne saprà certamente qualcosa un semisconosciuto pilota colombiano, tal Eliseo Salazar, legnato da Piquet per averlo buttato fuori pista ad Hockenheim nel 1982, ma in genere era maggiormente portato per la goliardia, vedasi gli “approcci” che subì anche Alain Prost, le corna sul podio alle spalle dell’allora presidente FIA Jean Marie Balestre o la pubblica derisione del compagno di scuderia, Nigel Mansell, dopo una craniata d’antologia contro una balaustra. Per concludere, tre titoli mondiali, la fama di donnaiolo e probabilmente l’Oscar per il più bel sorpasso di sempre, più bello e spettacolare di quello di Mika Hakkinen a Spa 2000. Avvenne nel Gran Premio di Ungheria 1986, Nelson tallonava con la sua Williams Honda la Lotus di Ayrton Senna, leader della gara. Dopo un primo tentativo in cui andò lungo, ecco cosa si inventò:

Superare in quel modo, un pilota sì giovane ma già mastino, su un circuito in cui i sorpassi erano e sono quasi impossibili, fece commentare a Sir Jackie Stewart: “E’ stato come fare un looping con un Jumbo jet!”.

© Riproduzione Riservata

RelatedPost

Commenti

commenti

Precedente Grande Torino - La Tragedia di Superga Successivo NASA - captati suoni sconosciuti