Fecondazione Assistita – Cade un altro divieto

di Mariarosa Signorini.

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma contenuta nella legge 40 del 2004, che pone il divieto, per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche, di accedere usufruire della fecondazione assistita.

fecondazione assistita

Nei giorni scorsi il Partito Radicale, nelle persone di Marco Pannella e Rita Bernardini, ha ipotizzato che dietro al ritardo nel prendere la decisione ci potessero essere delle forzature:

«Giochi di palazzo: barricate clericali in trincea per far valere principi ideologici oppure il tentativo di non mettere in imbarazzo un Governo e un Parlamento indifferenti fino ad ora alle libertà civili e al diritto alla salute dei cittadini».

Previsioni che sono state fortunatamente disattese. Del resto avevamo già anticipato che la Corte era stata chiamata a pronunciarsi su tale divieto. Così dichiara Filomena Gallo, uno degli avvocati delle coppie coinvolte nelle eccezioni di incostituzionalità sollevate:

«Esprimo gioia e soddisfazione: ci aspettavamo una sentenza in tal senso, che rispettasse i diritti delle coppie che chiedono l’accesso ai trattamenti sanitari affinché siano rispettati diritto alla salute e principio di uguaglianza. Ora attendiamo le motivazioni della sentenza».

Tutto prende le mosse dal Tribunale di Roma con due giovani coppie protagoniste che hanno vissuto storie molto difficili: per una di esse, una malattia che produce una malformazione incompatibile con la vita ha cagionato alla donna 5 aborti, di cui 4 spontanei. Per l’altra la distrofia di Becker ha reso necessaria un’interruzione di gravidanza. La legge in vigore paradossalmente metterebbe a rischio la salute della donna, esponendola ai rischi insiti nell’aborto.

Al convegno The new era of Pgs application organizzato lo scorso febbraio a Roma dal centro di Pma Genera e Bioroma è stato stimato che in Italia vi sono ogni anno oltre duemila coppie fertili portatrici di malattie genetiche, come la talassemia e la fibrosi cistica, che non possono accedere all’analisi che permetterebbe loro di avere un figlio sano. E tutto ciò a causa della legge 40.

Un ulteriore passo avanti, che si spera non sia l’ultimo, per la tutela delle libertà civili e del diritto alla salute.

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