Eterologa – Lombardia Incostituzionale

di Mariarosa Signorini.

Il Consiglio di Stato ha sospeso, in via cautelare, la delibera della Regione Lombardia, la quale stabilisce che il cittadino debba pagare per intero – non solo il ticket – il trattamento di fecondazione eterologa.

eterologa

I giudici, tenuto conto che la Lombardia è l’unica regione a stabilire ciò, hanno accolto quanto sostenuto dai ricorrenti, che evidenziavano la disparità di trattamento tra i cittadini. I ricorsi sono stati presentati dall’associazione Sos Infertilità, associazione di medici milanese operante nella sanità privata, e dalla onlus Medicinademocratica. I costi per i trattamenti di procreazione medicalmente assistita eterologa varierebbero tra i 1.500 ed i 4.000 euro.

Facciamo un breve excursus sulla procreazione medicalmente assistita. Con la legge n. 40 del 19 Febbraio 2004 il Parlamento approvava definitivamente le nuove norme in materia di procreazione medicalmente assistita. L’accesso alle tecniche di fecondazione veniva consentito solamente alle coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi e subordinato all’accertata impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione. Veniva, inoltre, esclusa la possibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa, ossia eseguita mediante utilizzo di materiale genetico – spermatozoi o ovociti – di terzo donatore.

La Corte Costituzionale in data 09.04.2014 dichiarava l’incostituzionalità del divieto di fecondazione eterologa, per violazione degli art. 2, 3, 13, 32 della Costituzione e in linea con quanto affermato dalla Corte di Strasburgo nel 2009, secondo la quale vi era violazione della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali.

Il prossimo 14 aprile la Corte Costituzionale sarà, peraltro, chiamata a pronunciarsi su un altro divieto posto dalla legge n. 40 del 2004, quello che impedisce l’accesso alla diagnosi pre-impianto per le coppie fertili, ma portatrici di patologie genetiche. 
Sarebbe, però, auspicabile un intervento politico, del Parlamento e del Governo, volto a colmare le tante lacune legislative in materia, esistenti nel nostro ordinamento.

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