Genocidio Armeno – Giornata Europea

di Mariarosa Signorini.

Il Parlamento Europeo nei giorni scorsi ha approvato la risoluzione che riconosce il Genocidio Armeno (24 aprile 1915) rende omaggio alle vittime, propone l’istituzione di una giornata europea del ricordo e deplora ogni tentativo di negazionismo.

genocidio armeno

Un suo emendamento elogia, altresì, il messaggio di Papa Francesco, secondo cui il massacro degli armeni è stato il primo grande genocidio del XX secolo. La Turchia ha risposto duramente, affermando, in una nota del ministero degli esteri, che ciò costituisce:

«Un esempio senza precedenti di incoerenza in tutti i suoi aspetti».

Il premier turco Ahmet Davutoglu ha, addirittura, accusato il Papa di aver aderito al «fronte del male», costituito da coloro che complottano contro la Turchia e ha definito non vere le affermazioni di Papa Francesco. Il presidente islamico della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha «condannato» le parole del papa e lo ha finanche «avvertito» di non «ripetere questo errore».

Erdogan ha affermato inoltre, che ignorerà la risoluzione sul genocidio armeno approvata dal Parlamento Europeo:

«Entrerà in un orecchio e uscirà dall’altro … La Turchia non può accettare di essere responsabile di un simile crimine – poi ha aggiunto – oltre 100.000 armeni che lavorano in Turchia non sono cittadini turchi: li potremmo espellere anche se ancora non lo abbiamo fatto».

genocidio armeno 2

Ankara ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore in Vaticano e continua a negare che il massacro di centinaia di migliaia di cristiani armeni avvenuto durante gli ultimi anni dell’Impero Ottomano sia stato un genocidio.
 Il 24 aprile prossimo sono previste a Erevan, capitale dell’Armenia, importanti commemorazioni per il primo centenario dell’inizio del genocidio armeno. Anche a Istanbul, per la prima volta, si terrà una cerimonia commemorativa. Lo ha annunciato il primo ministro turco Ahmet Davutoglu. Davutoglu ha anche dichiarato che il paese condividerà il dolore degli armeni, ma ha nuovamente rifiutato di usare la parola “genocidio”:

«Ridurre tutto a una sola parola e addossare ogni responsabilità alla sola Turchia è una cosa problematica, sia dal punto di vista legale che etico».

Ha, inoltre, riconosciuto, l’esistenza delle deportazioni. La Turchia ha sempre dichiarato che la morte degli armeni – circa 1,5 milioni, secondo gli esperti – sia da ricondurre ad una guerra civile e che le perdite si siano verificate da entrambe le parti. Ma che cosa successe secondo gli storici? Nel 1890 l’Impero Ottomano contava circa 2 milioni di armeni, in maggioranza appartenenti alla Chiesa Apostolica Armena. Gli armeni erano sostenuti dalla Russia nella loro lotta per l’indipendenza, poiché la Russia aspirava a indebolire l’Impero Ottomano per annetterne dei territori ed eventualmente appropriarsi di Costantinopoli. Per reprimere il movimento autonomista armeno, il governo ottomano incoraggiò fra i curdi, che popolavano anch’essi il territorio dell’Armenia storica, sentimenti di odio anti-armeno.

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L’oppressione che dovettero subire dai curdi e l’aumento dell’imposizione fiscale imposto dal governo turco, esasperarono gli armeni fino alla rivolta, alla quale l’esercito ottomano, affiancato da milizie irregolari curde, rispose assassinando migliaia di armeni e bruciandone i villaggi. Successivamente, probabilmente per ottenere visibilità internazionale, alcuni rivoluzionari armeni occuparono la banca ottomana a Istanbul. La reazione fu una sommossa popolare anti-armena da parte di turchi ottomani in cui persero la vita 50.000 armeni.

Nel periodo precedente la Prima Guerra Mondiale nell’Impero Ottomano si era affermato il governo dei «Giovani Turchi», che temeva gli armeni in quanto possibili alleati dei russi, loro nemici. Nel 1915 alcuni battaglioni armeni dell’esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro fila armeni che prima avevano militato nell’esercito ottomano. Dal canto suo l’esercito francese finanziava e armava gli armeni, incitandoli alla rivolta contro il nascente potere repubblicano. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l’élite armena di Costantinopoli. L’operazione continuò nei giorni seguenti e in un solo mese più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al parlamento furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e massacrati lungo la strada. Arresti e deportazioni furono compiuti in massima parte dai «Giovani Turchi», con la supervisione di ufficiali dell’esercito tedesco in collegamento con quello turco. Secondo alcuni tali accadimenti per questi motivi si possono considerare come «prova generale» ante litteram delle più note marce della morte perpetrate dai nazisti ai danni dei deportati nei lager durante la Seconda Guerra Mondiale. Le fotografie di Armin T. Wegner sono la testimonianza di quei fatti.

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