The Gambler – Venirne fuori tutto intero

di Enrico Bulleri.

«L’unico modo di venirne fuori è tutto intero» – Frase di lancio di The Gambler.

gamblerIl bravissimo regista indipendente James Toback, oggi sconosciuto ai più,  ha avuto per lungo tempo una fascinazione per i tipi autodistruttivi delle sue mirabili sceneggiature di grande ricercatezza formale e cultura letteraria- le persone il cui temperamento e talento sono minati da un talento altrettanto corrosivo per sè stessi, e che li trascina in una spirale discendente che infine ricostituisce, o distrugge definitivamente, le loro vite. Dal suo debutto alla regiaFingers”(Rapsodia per un killer) (1978), in cui un geniale pianista interpretato da Harvey Keitel si confonde con un elemento della criminalità, fino alla sua fascinazione per  l’ex campionissimo della boxe Mike Tyson – che lo ha portato ad una versione cinematografica dell’ one man show Tyson” (2008) – Toback non ha paura di avventurarsi in un territorio oscuro nel quale collocare i suoi obliqui, strazianti, e quasi sempre  non convenzionali ma amarissimi, racconti.

La prima sceneggiatura realizzata per il grande schermo da Toback fu appunto The Gambler”,  in italiano “40’000 dollari per non morire”(1974), un veicolo eccezionale per James Caan e fra i migliori, -da egli preferiti- della sua intera carriera, imperniato su un impotente e compulsivo cacciatore di guai i cui debiti di gioco montano in linea con il suo disprezzo finale per le personali conseguenze. Il film, diretto dal grande e anch’egli dimenticato regista inglese trapiantato negli Stati Uniti Karel Reisz, è da tempo svanito nell’oblio soprattutto in Italia, paese nel quale non è stato mai edito neppure in vhs, e non è programmato in tv da almeno trent’anni. Ma che ugualmente ha visto ugualmente crescere negli anni uno status di culto fra i titoli del cinema americano della New Hollywood anni ’70, memorabile e amaro come pochi altri titoli coevi del suo genere sull’America di quegli anni. Ragion per cui è stato ripreso nel 2014 per un inevitabile ma riuscito remake dallo sceneggiatore William Monahan, i cui crediti includono l’Oscar vinto per The Departed” (2006). E’ stato proprio dopo l’iniziale voce di Martin Scorsese alla regia e Di Caprio protagonista, scelto invece un altro regista britannico anche per questo remake, ovvero Rupert Wyatt, da un biennio reduce dal successo riscosso con il ben diverso L’alba del pianeta delle scimmie” (2011), e gli è in pratica stato dato il classico cenno del capo per dirigere il rifacimento, svolgendo un lavoro eccellente, nell’ organizzare un film avvincente, e nel tratteggiare con sapienti cenni e il delineato e deflagrante mondo che ruota intorno al nichilista antieroe Jim Bennett, (Mark Wahlberg, convincente, nel ruolo di  Caan). Bennett è un professore di letteratura la cui calante passione per il suo settore di competenza viene a essere di nuovo riaccesa solo quando la sua stessa vita si pone in pericolo attraverso la posta in gioco messa e perduta nelle bische clandestine, localizzate in club esclusivi.

Bennett è un personaggio sdegnoso della vita in generale e sprezzante di tutto il suo stesso talento riconosciuto di scrittore prodigio, che egli consapevolmente sa però bene non in possibilita’ di raggiungere mai le vette del genio. Il suo romanzo sempre secondo lui mediocre ma di successo, non potrà che relegarlo comunque in un campionato di second’ordine  della letteratura. Egli cerca di puntare dunque sulla sua unica allieva di talento, Amy, interpretata da Brie Larson (che così bene aveva fatto nel 2013 in “Short Term 12”), per farle compiere pienamente questo talento. Ha con lei uno strano rapporto a malapena credibile che si sviluppa in qualcosa di più. Questo può essere complicato maggiormente per il fatto che ella sia l’unica testimone all’Università del risultato dei suoi impulsi più oscuri per le scommesse, mentre convenientemente di notte lavora in nero come cameriera nel club di gioco d’azzardo.

Le scene di gioco stesse sono meravigliose – al contempo di suspense e sconcertanti, si avverte costantemente tutto il potenziale di pericolo, se i risultati sono inevitabilmente negativi, dando vita alle sequenze su menzionate che vengono brillantemente messe in scena. Al di là delle immagini sono la gilda di usurai, strozzini, e commercianti presenti, ai quali vengono date meravigliose pagine di dialogo da restituirci, in particolare a John Goodman nel ruolo dell’imponente e flaccido Frank, anche se c’è abbastanza carne al fuoco da poter assaporare anche Michael Kenneth Williams e altri.

Da una parte, è quasi impossibile farsi piacere davvero il personaggio del protagonista Bennett: è moralmente e finanziariamente in bancarotta, scollegato emotivamente dalla madre miliardaria (un piccolo ruolo ma significativo per Jessica Lange), con un atteggiamento spensierato che, oltre per il suo disincanto e la stoica superiorità, è anche e non soltanto vagamente, molto affascinante. Dovremmo avere in antipatia quest’uomo soprattutto per ciò che sa fare e solamente contro sé stesso, e invece, ancora grazie alle mani e al lavoro di Wyatt, Monahan e Wahlberg (che ribadisco dà una delle sue performance più interessanti in anni), siamo in grado di assistere ad una sprezzante versione alternativa del mondo mediocre e fallace che possiamo vedere tutti i giorni- un mondo in cui anche noi siamo vittime di una apatia orribilmente deforme e della disattenzione costante e multiforme degli altri. Il dialogo di Monahan con gli studenti e per tutto il film è regolarmente una frustrata di troppo superiore intelligenza, anche quando si avvicina all’astrazione piu’ apologetica del proprio anti- mito- ma soprattutto così, forse, è in questo che più spesso si riflettono  accuratamente le caratteristiche distintive di “The Gambler” (2014), un racconto che cammina con sicurezza e parla al proprio pulsare il sangue nelle vene da un cuore, ammesso che tutti tra noi ne abbiano ancora uno.

Riconoscimenti


Black Reel Awards 2015  Miglior attore non protagonista, per un Film, Michael Kenneth Williams.

The-Gambler-2014

Curiosità


Il film è uscito nelle sale statunitensi limitatamente il 19 dicembre del 2014, per poi uscire su tutto il territorio nazionale il 1° gennaio 2015. In Italia non è al solito neppure stato distribuito ed uscirà per la Universal direttamente in Blu-ray e dvd con tra gli extra le scene tagliate, il 10 giugno 2015.

Mark Wahlberg è sceso di 61£ per il ruolo di Jim Bennett, passando da 198£ a 137£ e facendo una dieta composta da cibi e verdure per lo più liquidi, oltre ad un allenamento stretto.

Wahlberg ha detto che avrebbe preparato tutta la sua vita per un ruolo come questo. Tuttavia ha detto che non avrebbe mai voluto perdere tutto il peso che ha dovuto perdere per il ruolo.

Wahlberg ha dichiarato che il ruolo di Jim Bennett è stato il ruolo più difficile della sua carriera.

Wahlberg è stato determinato per delineare il ruolo di un professore di letteratura, tanto che si è iscritto a diversi corsi universitari in giro per diversi college in California e ha analizzato molti professori e i loro atteggiamenti in modo che potesse ottenere la personificazione più credibile

Proprio come il film originale con James Caan, questo è un libero adattamento del classico romanzo di Fedor Dostoevskij,“Il Giocatore”

Leonardo Di Caprio era stato originariamente previsto per il ruolo quando il progetto è stato annunciato.

Questa versione del film ha esattamente la stessa lunghezza che quella del film originale di quarant’anni fa diretto da Karel Reisz.

Martin Scorsese è stato considerato per dirigere il film.

Nonostante il nome in risalto nei titoli di testa, l’attore veterano George Kennedy ha solamente circa 2 minuti di tempo sullo schermo.

Leland Orser ha avuto un ruolo che è stato tagliato dal film finale, una scena di cui si intravedono alcuni secondi nel trailer del film.

Il personaggio di Mark Wahlberg mangia cereali per tre volte nel film.

In questo film, il personaggio di Mark Wahlberg si chiama Jim Benett. Mentre nel film “Ted” vi è personaggio che si chiama John Benett. 

Spoiler 


Wahlberg ha detto che la sequenza di corsa, alla fine del film è stata la scena più difficile del film. Ha detto che era la causa di tutto il peso che aveva perso, e che lui non aveva così tanta energia.

Il casinò  in cui Wahlberg e Brie Larson vanno è il Morongo Indian Bingo and Casino.

© Riproduzione Riservata

ScreenShot


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Trailer


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