Corno di Triceratopo datato 33mila anni

di La Redazione.

L’analisi di un corno di Triceratopo al C14 avrebbe datato il reperto a 33.000 anni fa; uomini e dinosauri convissero assieme?

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Recentemente un sito italiano ha rilanciato la notizia secondo cui il corno di un Triceratopo rinvenuto nel Montana nel 2012, sottoposto alla datazione al radiocarbonio, avrebbe restituito dei dati a dir poco sconcertanti. Scomposto in due reperti, essi avrebbero dato risultati rispettivamente di 33.570 +/- 120 anni e 41.010 +/- 220 anni. Tale tipo di analisi, quella del C14, non viene solitamente impiegata per reperti come i fossili perché ritenuto un metodo affidabile entro e non oltre i 50 mila anni, fino ad oggi per la datazione di questi reperti  si è ricorso ad altri metodi, come l’analisi dei sedimenti e della stratigrafia dello scavo.

La fonte dell’articolo è Ancient Origins, sito che nella rubrica “scienza” afferma quanto segue:

«We are told that humans share a common ancestral heritage with apes and emerged from a primate past through a process of random genetic variations.  Nevertheless, there is a growing body of scientists who point to ever more reasons for doubting the standard evolutionary story and who provide cause to look in new directions».

Traduzione:

«Ci siamo raccontati che gli uomini hanno antenati in comune con le scimmie, che procede dai primati attraverso variazioni genetiche casuali. Non di meno, esiste un crescente gruppo di scienziati che affermano di avere numerose ragioni per dubitare sugli standard della storia evolutiva e provano a cercare in altre direzioni».

Verrebbe da chiedersi “chi sarebbero costoro?”. Venendo al merito dell’articolo sorgono altre domande. Andiamo con ordine.

Il metodo del Carbonio-14 può essere applicato solo su materiali organici, ragione per cui i paleontologi non possono farne uso. Questo perché si basa sul decadimento del Carbonio, presente in natura sotto forma di tre isotopi: 12, 13 e 14 (quest’ultimo è radioattivo); dal momento che il decadimento del C14 avviene attraverso fasi di tempo ben precise è possibile datare le sostanze organiche analizzandone gli isotopi.

Secondo Hugh Miller del Paleochronology Group questi sarebbero metodi richiedenti la formulazione di troppe ipotesi, e che numerosi paleontologi non solo avrebbero sempre escluso di sottoporre i fossili al C14 ma si sarebbero addirittura rifiutati di procedere, contravvenendo alla naturale curiosità verso nuovi eventuali risultati. Sempre secondo Miller quello del corno di Triceratops non sarebbe un caso isolato, già in altre occasioni la datazione dei fossili al C14 avrebbe regalato risultati simili.

Ciò che forse il Miller non ha capito è che i Paleontologi si occupano della datazione di reperti fossili. Ovvero rocce. Infatti un corpo si fossilizza quando – magari coperto dal fango – l’acqua passando attraverso i suoi resti sostituisce man mano i suoi elementi organici, sostituendoli don dei minerali, dopo milioni di anni abbiamo quindi la formazione di rocce che hanno assunto la forma dei resti, solitamente ossa, ma puoi capitare anche di trovare fossili di mummie; un evento molto raro, ma non impossibile.

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Non è possibile trovare frammenti organici di Triceratopo in quanto questo animale risulta estinto più di 60 milioni di anni fa. Non è possibile in questo lasso di tempo che sopravvivano frammenti organici, ma è possibile, basandosi sulla biostratigrafia della crosta terrestre, datare i reperti fossili.

Certamente si potrebbe obiettare che questo è un dogma della “scienza ufficiale”. Allora ci si chiede come è stato stabilito che i frammenti in questione appartengono ad un Triceratopo? Ad oggi non possiamo disporre del suo genoma, anche se recenti studi hanno portato i ricercatori ad ipotizzare come avrebbe potuto essere studiando e manipolando lo sviluppo di embrioni degli uccelli. Al massimo a seguito di una analisi del DNA un esperto avrebbe potuto concludere che appartiene ad una specie sconosciuta. Non ci risulta che Miller abbia effettuato questo tipo di verifica.

Inutile girarci attorno: il Miller appare gettonatissimo ogni volta che in internet si parla di ipotesi creazioniste. Inoltre il frammento è conservato proprio al Glendive Dinosaur and fossil Museum, della Fondazione Advancing Criation Truth. Ecco come si presentano al pubblico:

«What We Believe – All things were supernaturally created by the Triune God – Father, Son and Holy Spirit».

Segnaliamo inoltre che già in passato, sulla base di alcune “inconfutabili prove” qualcuno cercò di posticipare la fine dell’era dei dinosauri, ad esempio con le famigerate Pietre di Ica, bufala certificata almeno dal 1996 grazie ad un documentario della BBC, o il famoso Stegosaurus del Tempio di Angkor Wat in Cambogia, altro non sarebbe che un semplice rinoceronte.

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