T-Rex e Dilophosaurus – dai fossili al Jurassik Park

di Igor Carta

Il T-Rex e il Dilophosaurus, così come i Raptor, erano davvero i temibili carnosauri così come li immaginò Steven Spielberg?

dino1I carnivori sono sicuramente i protagonisti indiscussi della saga di Jurassic Park, il logo stesso è di ciò la rappresentazione più lampante; Del T-Rex, star indiscussa, in tanti hanno già detto e scritto, stesso dicasi per il secondo antagonista principale e delle sue varie incongruenze di rappresentazione, che abbiamo chiamato semplicemente “Raptor”. Ma sia nel primo che nei successivi episodi della quadrilogia vi sono numerosi altri interpreti che possedevano la predilezione verso una alimentazione a base di carne. Nella prima pellicola fece però capolino un’altra specie carnivora, che durante il fatale giro venne solo nominata, forse se ne intravide appena l’ombra nella vegetazione ma divenne famosa per meno di 5 minuti, stiamo parlando del Dilophosaurus, quello che banchettò, auguri per il colesterolo, l’infedele programmatore Dennis Nedry, smarritosi nella giungla mentre tentava di esportare dopo un furto gli embrioni delle 15 specie ricreate dalla InGen per il Jurassik Park. Come e forse di più del Velociraptor, per il Dilophosaurus Steven Spielberg si prese diverse, concediamoglielo, “licenze poetiche”; il sauro da lui proposto, velenoso e con evidenti somiglianze con il clamidosauro, un rettile tutt’ora esistente, ha ben poco a che vedere con ciò che sarebbe dovuto essere, considerando le attuali conoscenze, un esemplare redivivo.

 

 

 

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I resti fossili del Dilophosaurus vennero rinvenuti negli anni ’40 negli Stati Uniti e dai loro esami si stimò che visse nel Giurassico inferiore, che avesse una lunghezza prossima ai 6 metri, una altezza di circa 2,50 metri, e che si muovesse con andatura bipede; da analisi più approfondite si dedusse che la caratteristica cresta, data la fragilità della sua struttura, non potesse avere funzioni d’attacco, in più il tipo di dentatura e le caratteristiche degli arti anteriori parrebbero suggerire che l’animale avesse abitudini alimentari saprofaghe, con capacità predatorie che potevano limitarsi a piccoli erbivori o a grossi insetti. Certo il buon Nedry se la sarebbe vista anche peggio con un Dilophosaurus “costruito” secondo le ipotesi paleontologiche, ma in fin dei conti va bene anche così, vista la “perizia” da costui mostrata nella guida, non sarebbe certo stata tale “esile” bestiola a impedirgli di consegnare la refurtiva.

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