F 35 – Confermati 90 Esemplari

di Igor Carta

Negli ultimi giorni si è tornata ad affacciare, specialmente a causa del precipitare della situazione in Libia, la nota vertenza degli F 35.

F 35 A
F 35 A

Torna in auge la vicenda degli F35, gli stranoti cacciabombardieri di quinta generazione concepiti dalla statunitense Lockeed Martin. L’Ansa ha riportato le ultime parole al riguardo del ministro della Difesa Roberta Pinotti, secondo cui  i novanta esemplari previsti dal governo Monti sono confermati e che le risultanze del cosiddetto “Libro Bianco” potranno portare una riduzione delle spese ma non un ridimensionamento degli esemplari commissionati. Ciò anche per non far perdere allo stabilimento di Cameri, presso Novara, l’esclusiva della manutenzione sul suolo europeo che significherebbe, secondo alcune stime, la bellezza di di 6300 posti di lavoro. Lo scorso 12 marzo c’é stato il “roll out” del primo esemplare uscito dalle officine di Cameri destinato all’Aeronautica Militare italiana. Tutto molto bello, tutto molto interessante tranne per due non trascurabili fattori, uno teorico, l’altro pratico, che ruotano attorno alla cruciale domanda: era davvero una spesa necessaria specie di questi tempi? Da un lato vi diranno di sì, perché questi 90 F35 andranno a sostituire circa 250 velivoli ormai vetusti tra Tornado, AMX e gli Harrier della Marina Militare; ci può stare, per carità, ma come la mettiamo con la questione di fondo, basata sull’ art. 11 della Costituzione, secondo cui “l’Italia ripudia la guerra”? La scusa della difesa aerea c’entra come i cavoli a merenda visto che per tale scopo ci sono già i nuovissimi, ottimi e totalmente europei Typhoon del consorzio Eurofighter.

F 35 B
F 35 B

Ma senza gli F 35 la portaerei Cavour andrebbe declassata a portaelicotteri; un problema che andrebbe a sovrapporsi ad un altro, visto che già in passato il gioiello della Marina fu al centro di qualche polemica specie per i suoi costi d’esercizio e sulla sua dubbia utilità in termini di difesa. Riguardo poi le note grane tecniche del velivolo é sufficiente ricordarle per sommi capi, i problemi con il software, con la velocità massima ridotta a Mach 1,6 per evitare incendi, la posizione del carrello e del gancio d’arresto, le stive degli armamenti, il casco senza il quale non si può volare ecc. Pierre Sprey, in una famosa intervista rilasciata a Riccardo Iacona fu laconico: “andrebbe ridisegnato completamente”. Anche se alcuni problemi pare siano stati, se non risolti, almeno arginati, il dubbio permane; Ma non é tutto, anzi giungono le note forse più dolenti, visto che altri paesi europei con le stesse esigenze dell’Italia ma con una situazione economica ben più rosea hanno deciso di ridurre drasticamente le loro spese militari.

L'Eurofighter Typhoon
L’Eurofighter Typhoon

La Germania, che come l’Italia dovrà a breve pensionare i suoi Tornado, non solo non ha mai preso in considerazione l’opzione F 35, ma ha cancellato l’acquisto della versione da attacco al suolo dell’Eurofighter, dirottando la somma prevista verso altri investimenti. La Svizzera da par suo, ha bocciato tramite consultazione popolare l’acquisto di caccia svedesi Saab Gripen destinati a sostituire gli ormai obsoleti F 5 di fabbricazione statunitense.

Non si tratta di essere “contro” a priori, l’F 35 é un progetto assai ambizioso ed é forse questo il problema di fondo, visto che con esso si é tentato di condensare in un velivolo solo le peculiarità di altri sei-sette aerei che possiedono caratteristiche e modalità d’impiego agli antipodi.

Secondo il già citato Pierre Sprey, un F 35 avrebbe già grane enormi contro un velivolo d’annata come il MiG 21! Cosa succederebbe, dovrebbe farsi scortare da F 15 o F 16, velivoli che dovrebbe invece rimpiazzare?

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