Villeneuve-Pironi – duello in F1

di Igor Carta

Pironi-Villeneuve, il duello per antonomasia in F1 ed il tradimento, ma il francese fece tutto di testa sua?

F1

Il 7 agosto 1982 finiva la carriera in F1 di Didier Pironi, il pilota francese della Ferrari tra i meno ricordati, a volte volutamente ignorato per via di quel famoso “tradimento” di Imola che scatenò la rabbia e la voglia di vendetta di Gilles Villeneuve, l’idolo delle folle, e non solo quelle ferrariste. Si è detto di tutto su tale vicenda, il pilota duro e puro, il combattente nato, Gilles, contro il politico, il calcolatore e, dopo Imola, considerato un traditore; in realtà la vicenda era molto più complessa, e già qualcuno lo scrisse in passato. Negli anni difficili che seguirono i trionfi del 1979 Gilles riuscì a tenere alto il morale a Maranello con le straordinarie vittorie di Montecarlo e Jarama nel 1981, più altre diverse imprese ai limiti dell’impossibile; Didier, prelevato anzitempo dal Drake dalla scuderia Ligier raggranellò qualche punticino qui e là ma si guadagnò la stima della squadra lavorando intensamente in fase di collaudo della vettura per il 1982. Ciò che tutti videro, lo sgarbo di Imola, la tragedia di Villeneuve a Zolder ed il terribile crash di Pironi a Hockenheim fu solo la punta dell’iceberg, pare che quel conflitto tra i due che all’inizio sembravano ottimi amici ebbe origine proprio in seno alla squadra. Lo sanno anche i sassi che Enzo Ferrari non ha mai apprezzato troppo i piloti che diventando grandi oscurarono il nome della casa, come già accaduto ad esempio con Niki Lauda. Correvano voci strane su Gilles in quel periodo, si parlò di fase calante, del rapporto con la moglie Joanne entrato in crisi, di un progetto per una nuova scuderia o di un presunto accordo con la McLaren per il 1983.

Su Youtube è presente uno speciale andato in onda nel 1992 per il decennale della morte di Gilles in cui oltre all’ultima intervista a Didier Pironi parlano anche numerosi addetti ai lavori; Didier era riconosciuto come un pilota meticoloso tanto al volante quanto nella politica, fu infatti a capo della GPDA, l’associazione dei piloti di F1, ma a quanto pare soffriva assai la fama di Gilles, le sue parole a Imola furono chiare: “Per una volta una vittoria per me non mi sembra ingiustissimo”. Possibile che Didier abbia fatto tutto di testa sua? Quel famoso cartello “slow”, cosa voleva significare davvero?

VILLENEUVE-PIRONI-les-freres-ennemis-de-FERRARI-1982-600x457

Tra le tante voci che si rincorsero si parlò anche di qualcuno al vertice del team che avesse invitato il francese a “farsi sotto”. Gilles si sentì tradito soprattutto dalla squadra e dal Drake che non presero le distanze dal gesto di Pironi, almeno non nella maniera che il canadese si aspettava, e da quel momento fu la guerra, breve e con il tragico epilogo che tutti conoscono. Il francese comprese forse solo sul podio la gravità del suo gesto, le facce di entrambi sono eloquenti, ma era sicuro che con il tempo tutto si sarebbe aggiustato, ma difficilmente Gilles, così duro e puro, avrebbe cambiato registro. Forse Didier ci credeva davvero, a Zolder la Ferrari lasciò a lui la decisione se correre o meno dopo la morte di Gilles, fu lui a riportare il casco del canadese ai box e fu l’unico pilota che si prese la briga di recarsi all’ospedale di Lovanio dove il team-mate morì poco dopo il ricovero. Nell’ultima intervista, rilasciata prima della morte in off-shore, Didier Pironi chiude affermando, a proposito della gara di Imola: “Di quella vittoria, non ho un bel ricordo”. E forse quel giorno, non fu solo colpa sua.

 

© Riproduzione Riservata

RelatedPost

Commenti

commenti

Precedente UFO a Portage County - ancora Spielberg Successivo Terminator - La Saga - VIDEO