Nuovo Studio – Bambini laici più altruisti

di Juanne Pili.

I bambini sprovvisti di una educazione religiosa risulterebbero più generosi. Questo è quanto si evince da uno studio condotto su 1170 bambini di tutto il mondo.

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La ricerca è stata condotta presso l’Università di Chicago, i risultati sono stati pubblicati su Current Biology. Non siamo esperti di statistica, ma ci azzardiamo a far notare che non sembra un campione significativo. Il che è comprensibile: Si tratta della prima analisi di questo genere in larga scala. Occorrerà certamente attendere la conferma di nuovi studi a riguardo.

La contro-intuitività dei risultati è comunque interessante, tanto più che tra i bambini di questo campione, molti provengono da paesi teocratici, soprattutto musulmani, ed hanno mostrato una maggiore inclinazione nel giudicare azioni moralmente deprecabili e le relative punizioni. Insomma, la religione e la morale non sono necessariamente collegati. Si tratta di una analisi che da secoli si è affermata sia in campo filosofico che scientifico, ma solo a livello di ragionamento logico e storico. Qui si tratta di verificare coi numeri. Questo è quanto afferma Jean Decety, neuroscienziato responsabile dello studio:

«I nostri risultati supportano l’idea che la secolarizzazione del discorso morale non riduce la bontà umana. In realtà succede proprio il contrario».

Per quanto in altri studi risultino maggiori attività caritatevoli, lo spirito altruistico è per lo più confinato a membri della stessa religione. Inoltre la predisposizione ad aiutare gli altri si è rivelata più alta quando ad una iniziativa filantropica vengono associati slogan con parole chiave come “Dio”, “spirito” o “polizia”. Allo stesso modo non si è riusciti a trovare una grossa differenza, tra religiosi e non, nell’ignorare le richieste di aiuto diretto da parte di soggetti in difficoltà.

I bambini del campione preso in esame provengono da Canada, Cina, Giordania, Turchia, Sud Africa e Stati Uniti, di questi 510 musulmani, 280 cristiani e 323 privi di educazione religiosa.

Decety spiega i risultati col fenomeno della “licenza morale”. Ovvero, essere considerati moralmente corretti può diventare un alibi per commettere azioni scorrette. Questo può insegnare tantissimo anche agli adulti. Lasciamo ai lettori il compito di ripercorrere la storia contemporanea a caccia di queste “licenze morali”. Emblematica, da questo punto di vista, l’affermazione che Benjamin Beit-Hallahmi – psicologo delle religioni presso l’Università di Haifa in Israele – da dello studio. Secondo lui, infatti, i risultati si collegherebbero all’importanza che molte religioni danno all’autorità e alle minacce di punizione divina. I bambini provenienti da famiglie religiose imparano ad agire per obbedienza ad un potere superiore sempre vigile; viceversa quelli cresciuti nel laicismo imparano a seguire le regole morali, perché gli è stato dimostrato ch’è «la cosa giusta da fare».

«Con così tanti bambini provenienti da culture diverse, il nuovo studio offre spunti vitali … Quando nessuno li sta guardando, i bambini provenienti da famiglie non religiose si comportano meglio».

Decety vuole ampliare la sua ricerca per esaminare gli effetti della religione sul comportamento dei bambini e le influenze nel decidere la distribuzione dei beni tra persone diverse in un gruppo.

«La mia ipotesi è che troverò lo stesso risultato come ho fatto in questo studio».

Questa affermazione, a nostro parere, potrebbe nascondere comunque un bias. Del resto chi ci dice che i genitori dei bambini laici non siano stati comunque condizionati dalla cultura religiosa di provenienza? Non sono forse proprio le religioni monoteiste – soprattutto il cristianesimo – ad aver introdotto per la prima volta il concetti di “carità” e “altruismo”? E’ anche vero, di contro, che il focus di questi studi non è l’origine filologica e storica dei principi in esame, quanto la capacità attuale, nei fatti, di inculcarli nell’educazione. Insomma, è il valore pedagogico della religione che viene messo in gioco, rispetto a modelli educativi prettamente laici.

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