Napolislam – il film

di Imma I.

Un documentario sulla conversione all’ Islam. Nel film l’incontro con il Corano alle falde del Vesuvio. Zeppole e sfogliatelle si fanno halal per il Ramadan

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Sarà presentato il 13 Giugno all’undicesima edizione del Biografilm Festival 2015 di Bologna il docufilm “Napolislam” lungometraggio della durata di 70 minuti per la regia di Ernesto Pagano. La telecamera si muove con discrezione nelle vite dei musulmani napoletani, di tutti quegli abitanti della città partenopea che hanno deciso di convertirsi all’ Islam. Persone normali che hanno cambiato totalmente la loro vita e che nel Corano hanno trovato le regole e le risposte per affrontare al meglio la quotidianità. Alcuni dei personaggi li avevamo già conosciuti nel corto “Cercavo Maradona, ho trovato Allah” sempre per la regia di Ernesto Pagano, tra questi per esempio Francesco che ormai ha abbandonato il suo nome ed è rinato Muhammed, e come lui molti altri. È suggestivo assistere alla preghiera in Piazza Mercato, diventato ormai il punto di incontro per i credenti musulmani della città. Poche centinaia di metri separano il Santuario della Madonna del Carmine dalla Moschea cittadina, eppure queste culture convivono pacificamente sotto lo stesso cielo: integrandosi e arricchendosi a vicenda.

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La gente si meraviglia, c’è chi storce il naso, ma Napoli è sempre stata anche questo: bacino per l’incontro di culture, terra in cui l’ospite non è mai visto come un nemico anzi viene accolto con i dovuti onori proprio perché può rappresentare un momento di crescita umana. Napoli è la città occidentale più orientale che conosca. Cammini per i quartieri e ti sembra di attraversare un suk (suq) ad Istanbul. Città ricche di storia e di cultura, difficilmente comprensibili per chi non le ha vissute. Napolislam offre un importante spunto di riflessione e ci porta dentro le case, dentro le storie, dentro le vite di queste persone, ma non lo fa in maniera banale, anzi tiene conto della crescita e dello studio che hanno compiuto queste persone. Alcuni di loro hanno imparato a parlare benissimo l’arabo e l’arabo classico. La regia, la sceneggiatura e il soggetto sono di Ernesto Pagano, le musiche di Danilo Marraffino e Marzouk Mejri, il montaggio di Matteo Parisini, il suono di Francesco Amodeo e la fotografia di Lorenzo Cioffi. Prodotto da LADOC sarà in sala dal 25 giugno. Il film ha già riscosso un discreto successo al City Film Festival di Napoli dove è stato presentato, anche perché il tema affrontato è sicuramente attuale.

Lo stesso regista così si esprime a riguardo: “NapolIslam – appunti per un film accosta una città, Napoli, a una religione, l’Islam, che oggi in Occidente suscita spesso paranoia e pregiudizio. Ho voluto intraprendere un viaggio nelle case dei napoletani convertiti all’Islam, possibilmente senza farmi domande, ma registrando le risposte che il Corano dava alle vite, spesso in crisi, di queste persone. Una crisi sottile, che riguarda tutti noi: il vuoto di valori creato dal consumismo sfrenato, la disoccupazione, l’ingiustizia sociale, il dolore provocato dalla perdita di un caro, l’amore per una persona di un’altra cultura. C’è molta ricerca spirituale nell’Islam dei convertiti che ho conosciuto, ma c’è anche la ricerca di una nuova identità, in grado di dare obiettivi esistenziali che sembrano mancare, persino attraverso un nome nuovo: Muhammad, Yunis, Amina, Zeynab, Abdelkarim, prima erano Francesco, Giovanni, Alessandra, Claudia.

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Una metamorfosi quasi surreale: mai si penserebbe di incontrare uno spazzino, napoletano da generazioni, che prega in moschea e ha le figlie che indossano il niqab. Lo stesso vale per i discorsi di un parrucchiere per signore, anche lui napoletano, che battaglia con le clienti per dimostrare che la risposta ai problemi di oggi sta racchiusa nell’esempio del Profeta Muhammad e non nel culto di Padre Pio. Ma questo Islam, visto attraverso la lente di Napoli, non appare come un blocco monolitico che annienta l’identità e la cultura di chi lo abbraccia. Religione e cultura dialogano, come le zeppole e le sfogliatelle della pasticceria Lauri, che per il Ramadan si fanno halal. Metafora dell’integrazione in una città in grado di raccontare fenomeni globali, come l’islamizzazione galoppante, con parole sue, con racconti inediti che fanno sorridere e soffrire, storie che ci fanno fermare per un attimo a riflettere” (fonte CS, City Film Festival).

Sicuri che la squadra si farà valere anche a Bologna porgiamo il nostro personale in bocca al lupo!

Imma I.

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