Dakota – la mummia di dinosauro

di Igor Carta

Grazie ad una fortunata ma decisiva scoperta, un dinosauro mummificato, é stato possibile aumentare il grado di conoscenza di questi fantastici animali 

Impronta della pelle del Triceratops
Impronta della pelle del Triceratops

Nei precedenti articoli abbiamo avuto modo di osservare come si sono evolute le scoperte sui dinosauri, da cosa derivi il loro nome ed i diversi punti in comune con le specie animali di oggi. Particolare risalto ha meritato ovviamente la connessione tra alcune specie di carnivori del Cretaceo e gli uccelli, merito anche di alcuni sensazionali ritrovamenti fossili come Archeopteryx e Microraptor. Malgrado ci sia ancora molto da scoprire si può osservare come ci fosse una grande varietà di specie tra i dinosauri, per alcuni abbiamo la certezza del piumaggio racchiusa nella roccia o in alcuni casi anche nell’ambra, ma per altre specie é stato possibile anche ricostruire, in alcuni fortunatissimi casi, anche quale fosse l’aspetto della loro pelle. Ovviamente non stiamo parlando di resti organici ma di vere e proprie “impronte” che l’epidermide di questi animali hanno lasciato sul suolo in cui si adagiarono dopo la morte, come avvenuto ad esempio con il Triceratops e l’Edmotosaurus, ma anche frammenti fossilizzati giunti fino a noi come con l’Euoplochephalus. In virtù di recenti scoperte si é potuto ipotizzare, malgrado alcuni fossili indicassero, come per le specie già citate, una pelle a mosaico simile a quella dei rettili, che anche il Tyrannosaurus Rex potesse essere piumato, almeno in età giovanile, ipotesi già appurata per alcune specie di tirannosauridi rinvenute in Cina.

 

 

Ma ulteriori dati e conferme potrebbero arrivare da una sensazionale scoperta avvenuta nel 1999 in North Dakota, dove uno studente 24enne di Yale, Tyler Lyson, ha rinvenuto un dinosauro “mummificato“; qualcuno ha già definito il fatto come “scoperta del secolo”, visto che l’esemplare di adrosauro in questione , vissuto nel Cretaceo tra 67 e 65 milioni di anni fa, si é fossilizzato conservando non solo le ossa, ma anche strati di pelle e della muscolatura, permettendo di stimare con ulteriore precisione il peso e le caratteristiche del movimento che poteva avere l’animale. Esso é inoltre risultato ben più muscoloso di quanto si fosse ipotizzato, e capace di raggiungere la ragguardevole velocità in corsa di 45 km/h.

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