Simone Angioni – Misteri sfida dell’Intelletto

di Juanne Pili.

Intervistiamo Simone Angioni, chimico e debunker che ha indagato 10 anni sui misteri e la tesi delle scie chimiche.

simone angioni

Ti conosciamo tutti per gli studi sulle cosiddette scie chimiche, ma in realtà ti sei occupato anche di altro. A quanto pare sei anche un “acchiappa fantasmi”. Ho letto per esempio della tua indagine sulla “Sveglia fantasma”, nel tuo blog scrivi che hai anche una valigetta apposita con gli attrezzi del mestiere. Allora questi fantasmi esistono davvero?

La domanda potrebbe essere più filosofica di quanto possa sembrare. Non esiste una definizione scientifica di “fantasma”. Tutte le credenze si basano su folklore locale e tradizioni sociali quindi chiedere se i fantasmi esistono non è molto diverso dal chiedere se esiste Babbo Natale. Quando si affronta un mistero ci si avvicina cercando sinceramente di capire cosa stia provocando quel fenomeno all’apparenza inspiegabile. Solo una volta raccolti tutti i dati si potrà giungere ad una conclusione e ad attribuire una causa all’evento anomalo studiato. Nel mio caso, purtroppo, non ho mai trovato qualcosa che mi convincesse dell’esistenza di entità paranormali o, come li hai chiamati tu, “fantasmi”.

Oltre ad essere stato membro del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni Pseudoscientifiche) attualmente fai parte anche di un gruppo di debunker denominato X-Science. Di cosa si tratta?

X-Science è un progetto nato un anno fa all’interno della mia associazione: Scientificast.  Il nostro scopo è quello di verificare i fenomeni paranormali, ma anche le pseudoscienze e tutti i fenomeni “anomali” con uno stile un po’ particolare. Personalmente ho sentito tante volte dire che la scienza non fa audience, che trasmissioni come Mistero e Voyager fanno share perché quello è ciò che la gente vuole. Io, invece, credo che indagare il mistero possa essere fatto in maniera accattivante e coinvolgente, anche se poi si giunge ad una spiegazione razionale. Qualche mese fa provai a fare un esperimento scrivendo un racconto in tre parti sull’indagine del mio gruppo al castello di Montebello. Ho postato le tre parti su varie pagine di appassionati di mistero, spesso tutt’altro che scettici in merito, e ho riscosso un grande successo e molti complimenti. Forse il problema non è il sostenere o smontare un mistero, forse il punto è come lo si sostiene (o come lo si smonta).

azzurrina

Qual è il mistero più suggestivo di cui ti sei occupato? In nessun caso hai pensato “caspita, forse il soprannaturale esiste davvero”?

Questa domanda è un grande classico. Ci si aspetta che lo scettico risponda con un deciso NO, invece io posso dirti che se il mistero non mi affascina abbastanza non inizio nemmeno un’indagine. In realtà non sono mai arrivato a dire “forse il soprannaturale esiste davvero”, ma un caso deve farmi dire “questo non so spiegarlo”. Da questa curiosità poi scaturisce la volontà di capire e vederci chiaro, fino ad arrivare ad una spiegazione convincente e ad una risoluzione del mistero.

Il caso più suggestivo è sicuramente quello del castello di Montebello (detto castello di Azzurrina): un luogo suggestivo e pieno di mistero. Ti assicuro che rimanere lì una notte è stato decisamente emozionante.

Grazie alla velocità con cui circola l’informazione – spesso senza controllo – nel Web, è proprio qui che le cosiddette “bufale” si diffondono di più e meglio. Eppure la Rete, attraverso gli strumenti che i motori di ricerca mettono a disposizione potrebbe aiutare ad arginare il fenomeno. Allora cosa non funziona? è davvero solo colpa di Internet? 

Io credo che internet sia solamente un grande bar dove chiunque chiacchiera e dice la sua. Ogni tanto si trovano discussioni interessanti e rigorose, ma la maggior parte della volte è solo gente che esprime il proprio pensiero. Internet è solo un mezzo, un luogo dove milioni di persone si ritrovano e si scambiano idee. Il problema penso sia più che altro educativo. Chi di noi crederebbe ad uno sconosciuto appena incontrato per strada che ci racconta di essere stato rapito dagli alieni? O di aver visto un fantasma? O che i vaccini provocano l’autismo? Il punto credo sia educare le persone a non abboccare a qualunque cosa leggano online. Noi italiani siamo un popolo piuttosto diffidente quando ci troviamo nel mondo reale, perché dovremmo abbassare la guardia davanti ad uno schermo?

Non sempre – da entrambe le parti – i dibattiti riescono ad essere “costruttivi”. Capita che qualche attacco personale scappi, specialmente nella freddezza di un thread in un social network. Ci sono anche situazioni in cui l’emotività ha un certo peso: Come si fa per es. a spiegare al parente di un malato terminale che il suo tumore non può essere causato da scie di condensazione, vaccinazioni o – addirittura – le onde radio?

Non c’è una ricetta, purtroppo. Ognuno si crea il proprio stile comunicativo e cerca di portarlo avanti nel modo più efficace possibile. Sicuramente non si deve attaccare o deridere l’interlocutore. L’errore che incontro più spesso è quello di ritenersi più autorevoli perché si sta dalla parte della scienza. Ecco forse questo è lo sbaglio più comune e più grande che si possa fare. Essere competenti non significa far pesare l’autorevolezza; avere dei dati oggettivi non autorizza a trattare gli altri con sufficienza.

scie chimiche

Veniamo alle Scie Chimiche. Te ne sei occupato parecchio. Come nasce questa teoria di complotto? 

La teoria nasce nel 1995 negli Stati Uniti dai sospetti di un conduttore radiofonico Bill Brumbaugh. Grazie ai contatti di Bill e ad una mezza frode operata da alcune persone che lui aveva conosciuto online, questa leggenda metropolitana ha preso corpo sfociando nel 1999 in un programma radiofonico nazionale, Coast to Coast AM, che si occupava, e si occupa tutt’ora, di fenomeni paranormali. Di fatto sono stati i media a diffondere una teoria del complotto che ha trovato ampio terreno fertile in una fetta non trascurabile della popolazione mondiale preoccupata per l’ambiente e i cambiamenti climatici.

Esistono comunque tecnologie che in aree circoscritte permettono di modificare il tempo atmosferico, per es. provocando o impedendo la pioggia, allora perché non si potrebbe anche modificare il clima?

La tecnologia per modificare il tempo atmosferico su piccole aree è piuttosto discussa. Esistono diversi studi scientifici che cercano di analizzare gli effetti di queste pratiche con risultati inconcludenti. Ad essere onesti quindi non siamo nemmeno certi di poter modificare il tempo su scala ridotta. Il clima è qualcosa di immenso visto che prende in considerazione l’insieme dei fenomeni atmosferici di una determinata zona geografica in un ampio periodo di tempo. Modificare il clima di una zona vorrebbe dire manipolare ogni singola manifestazione meteorologica di una determinata regione per anni. Considerato il costo e i risultati discutibili che oggi possediamo per ritardare un temporale sopra uno stadio o una piazza, pensare a dimensioni maggiori è praticamente fantascienza.

Avrai avuto sicuramente modo in questi anni di confrontarti con chi crede in questa tesi. Secondo te, quanti divulgatori, in proporzione, sono convinti di quel che pubblicano e quanti invece ci marciano per ottenere visibilità?

Onestamente non mi sono mai posto questa domanda. Quando si parla di misteri o pseudoscienze succede frequentemente di trovarsi di fronte a persone impermeabili a qualunque argomentazione. Queste persone possono essere in buona fede convinti della tesi che sostengono o in malafede per ottenere visibilità, ma in entrambi i casi sosterranno la loro posizione con tutte le loro forze. Per questo motivo è quasi impossibile distinguere le due categorie. Ti dirò di più, persino tra chi si professa scettico spesso è difficile distinguere chi parla di un certo argomento per passione e chi lo fa solo perché in quel momento va di moda.

Cosa dovrebbe fare un sostenitore di queste tesi per dimostrare che effettivamente esiste un complotto volto ad avvelenarci con le scie chimiche? 

Dunque, non è un’impresa semplice. Prima di tutto dovrebbe campionare le scie in quota e dimostrare la presenza di composti anomali. Una volta fatto questo dovrebbe indagare su chi abbia messo quei composti e come abbia fatto (contaminazione carburante, serbatoi extra, etc.) e a quale scopo. Una volta descritto il metodo di irrorazione e gli enti coinvolti sarà un tribunale a perseguire le persone coinvolte in questo sterminio. Si parla di un lavoro di indagine molto esteso che potrebbe richiedere anni. Considerando che dopo 20 anni dalla nascita della teoria non si è ancora superato il primo punto, temo che difficilmente avremo novità nei prossimi decenni.  In ogni caso, mai dire mai.

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Sul sito Facciamo i test un gruppo di sostenitori della teoria delle scie chimiche ha tentato di organizzare una raccolta fondi per raccogliere campioni in quota. Dal luglio 2013 non se ne sa più niente. Pare a causa di ostracismo da parte di altri loro colleghi indispettiti dall’iniziativa. Conosci la vicenda?

Sì, mi pare di ricordare che avessero anche provato a coinvolgermi come consulente per le analisi chimiche.  Il test era interessante, ma di difficile realizzazione sia per i costi che per le competenze tecniche necessarie. Diversi gruppi di ricerca al mondo eseguono analisi sulle scie di condensazione per valutare il tasso di inquinamento che un aereo produce in alta atmosfera, ma sono analisi fuori dalla portata di cittadini comuni.  Il limite più grosso di un test di questo tipo è che si può fare una volta sola, al massimo due, e a fronte di costi e un impegno non indifferente chiunque potrebbe sempre dire “sì, quella campionata è una scia di condensazione, ma quell’altra che non avete analizzato invece…”.  Insomma se ci si fida della buona fede degli analisti allora le analisi ci sono già da anni, se invece non ci si fida, beh, non ci si fiderà mai di nessuno.

Insomma, i complotti allora esistono oppure no? 

Io mi occupo di scienza, non di politica e storia. I complotti sono sempre esistiti e sempre esisteranno, ma non posso esprimere un giudizio sull’operato di un generico “i governi” perché non ho idea di come funzionino i retroscena. Immagino che ci saranno dei complotti, ma questa è una mia opinione e non ho prove per supportarla o circostanziarla. Preferisco esprimermi su cose sulle quali ho dati certi.

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Da dieci anni indaghi sui misteri per difendere la correttezza dell’informazione. Ne è valsa la pena?

Fai sembrare il mio hobby più nobile di quello che è. Come dicevo in una domanda precedente: se un mistero non mi appassiona, non lo seguo. Io lo faccio perché i misteri mi affascinano; l’inspiegabile è una sfida alle mie competenze e al mio intelletto, certo poi c’è anche la divulgazione e la corretta informazione, ma la mia non è una Crociata. Mi sono occupato di misteri dal bassissimo impatto sociale (vedi quello della sveglia fantasma), ma che mi hanno incuriosito tantissimo. Onestamente, in questi anni ho girato per cimiteri in cerca di fuochi fatui, faccio cerchi nel grano, giro per castelli, ho visto telepati, rabdomanti, oggetti che prendono fuoco senza ragione e indagato suoni nella notte perché è divertente. Quello che mi muove, purtroppo, non è la difesa della corretta informazione, ma è la curiosità di scoprire cosa c’è dietro ciò che comunemente viene definito “inspiegabile”.

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