Holocaust 2000 – Ricordando De Martino

di Enrico Bulleri.

Dedicato ad Alberto De Martino [Martin Herbert] (Roma, 12 giugno 1929 – 2 giugno 2015). «Egli distruggerà il mondo. Nessun uomo può fermarlo. Nessun uomo potrà nemmeno provarci. Egli è “Il Prescelto”» – Holocaust 2000.

holocaust 2000Ricordando Alberto De Martino ieri scomparso, voglio affrontare il suo cinema “satanico” che tanto successo aveva riscosso sulla scia de “L’Esorcista” con “L’Anticristo” nel 1974, parlando del secondo titolo che De Martino diresse nell’ambito dell’allora florido filone che sarebbe divertente definire dell’”Apocalisse cattolica”…. Ovvero costruito attorno ad un uso sinistro del suono nel film, ad una colonna sonora fatta di musica inquietante (preferibilmente con cori), morti accidentali e parecchio artificiose di sacerdoti dall’aspetto molto preoccupato, ma datemi tutto questo e io sarò sempre un felice spettatore di questo tipo di pellicole.

Così mi fa piacere poter ricordare il cinema più “americano” del nostro cinema di genere, quello di  De Martino, riscrivendo alcune righe su “Holocaust 2000”, che dopo anni di copie soltanto in vhs gloriosissime come le SSV-Star Video dei primordi dell’ Home Video o alcuni poverissimi riversamenti di questi master su autarchici altrettanto “cheapissimi” dvd, come quello della Legocart dei primi anni 2000,  è stato negli Stati Uniti -dove ebbe un buon successo- dalla Lionsgate re-titolato “Rain of Fire” ri- confezionato con un packaging “modernamente” accattivante, e pubblicato finalmente in una buona edizione audio video e dal formato panoramico originale, insperabilmente non più scannato.

Come “Il Presagio”, altro modello dichiarato, “Holocaust 2000” ha al centro della sua storia un protagonista dalla rispettabile posizione e dal grande potere economico, che si ritroverà a doversi fronteggiare con la venuta dell’Apocalisse prossima ventura, la quale ha trovato una formidabile alleata per compiersi, nelle disonestà e nella corruzione degli uomini.  Il protagonista nella parte dell’uomo di potere è Kirk Douglas, all’epoca aduso agli ingaggi per alcune produzioni italiane di respiro più internazionale il quale col marchio di fabbrica della sua imponente mascella, interpreta Robert Caine, un industriale il cui nuovo progetto è una grande centrale nucleare che verrà costruita in un paese del Medio Oriente senza nome. In una conferenza stampa Caine conosce Sarah (Agostina Belli), una fotografa. Robert le mostra una caverna vicina al sito dove si ergerà la centrale, che ha la parola “Gesù” inscritta da epoca antica su di una parete,  probabilmente per scongiurare il male. Anche se Sarah dimostra da subito di riconoscere simili segni, e una conoscenza che potrebbe rivelarsi utile circa l’Apocalisse, Caine nella sua mente conosce ancora soltanto il valore del denaro e del profitto  e fa demolire la grotta con l’iscrizione “GESÙ”. Spartacus non lo avrebbe mai fatto.

Caine torna in Inghilterra dove è accolto da manifestanti (e pensare che per tutto il film in cui compaiono più volte grideranno lo slogan “Cosa faranno i nostri figli! Vogliono crescere! c Sopravvivere!” sia fastidioso udirlo per la prima volta, bisogna aspettare di sentirlo altre 100 volte scandito ad alta voce, per capirne l’effetto!). Le cose non vanno molto meglio a una festa organizzata per celebrare il lancio del progetto. La moglie di Caine (che è un’azionista della sua impresa) vuole staccare la spina alla faraonica costruzione, apparentemente perché il rischio è troppo grande, ma Caine pensa che tutto abbia in qualche modo a che fare con il loro figlio Angel (Simon Ward).

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Permettetemi una digressione per un momento. Il figlio di Caine si chiama Angel. Oltretutto, dato che tutto questo è sicuramente, anzi assolutamente normale, il suo nome per esteso è così “Angel Caine”. Per Favore. Aggiungendo a questo il fatto che Angel sfoggia in originale un accento inglese che lo fa sembrare come Lawrence d’Arabia (solo meno maschio), e che grazie all’aspetto quasi femmineo di Simon Ward si presenta un po’ come una bambola kewpie malvagia, abbigliato elegantemente alla moda maschile anni ’70 di un manager della City londinese, oltre ovviamente a mancare del marchio di fabbrica conferito dalla imponente mascella del padre….. Tanto valeva entrare direttamente in scena dicendo: “Salve a tutti, sono Angel Caine e sarò il vostro Anticristo per questo film.”

Nel frattempo, alla festa, un misterioso e alquanto accigliato uomo barbuto dall’aspetto mediorientale si intrufola all’esclusivo ma sobrio party, portando chiassose urla in arabo e coltellate a vuoto indirizzate a Caine padre. Ne consegue una lotta, Angel all’inizio prende parte alla lotta in difesa del padre, fino a quando la moglie di Caine riceve -ma guarda caso- una fatale pugnalata in pancia. Ooops, che goffo e disgraziato epilogo! Beh, almeno con la moglie di Caine, e ultimo ostacolo rimasto al progetto tolta di mezzo, adesso tutto andrà liscio per la costruzione della centrale. Strano come le cose funzionino.

Tutto andrebbe sul velluto ad eccezione per i soliti inquietanti avvenimenti che si manifestano sempre in questi film. Cose come il disegno di un drago a sette teste che appare in una delle foto che Sarah ha scattato a Caine, un leader mediorientale che si opponeva alla centrale la cui testa viene staccata dal rotore di un elicottero, in una fra le riconosciute migliori sequenze di decapitazione viste al cinema in quegli anni, a un computer in grado di riconoscere il numero de l’Anticristo (non 666, ma alcune cose con la radice quadrata). Caine considera però tutto questo un agglomerato di stupidaggini e coincidenze, poi lui ha adesso (già!?) una storia d’amore con Agostina Belli, ovvero Sarah la fotografa. (Ma se qualcuno pensasse che questo affaire de coeur stia accadendo un po’ troppo poco dopo la morte raccapricciante della moglie di Caine, si consideri che Caine e Sarah iniziano la loro relazione non piu’ di cinque minuti dopo aver visto il leader  mediorientale ucciso, e nel modo in cui lo è stato).

Il che ci porta al punto più alto del film: una sequenza tra l’incubo e la visione che è piuttosto interessante, ma  anche totalmente ridicola allo stesso tempo (come il resto del film). Tale grande ricompensa alla visione sarebbe stata molto più grande, se non fosse stata palesemente telefonata solo poche scene prima. Questa scena è notevole anche perché Caine passa tutto il tempo della sua durata andandosene in giro nudo come novello Adamo. Nessuna obiezione, anche perchè sappiamo da questo come da altro film coevo quale “Fury”(1977) di Brian De Palma, della forma fisica di Kirk sessantenne, ovvero l’età di  quando ha fatto anche il film di De Martino, egli era dannatamente bene in forma (senza citare nessun latente complesso di Elettra delle spettatrici e della veramente troppo più giovane co-protagonista Agostina Belli). O forse grazie a De Martino era giunto anche nel nostro cinema di genere il momento in cui dovevamo avere più nudità maschile gratuita nei film.

Dove ero rimasto? Basti dire che “Holocaust 2000” è come molti film riusciti di De Martino degli anni settanta, pura exploitation, in questo caso del filone satanico allora in pieno boom commerciale, senza dubbio. Ma è una exploitation divertente. E possiede almeno altre due sequenze sanamente raccapriccianti e che si sono fatte ricordare dagli appassionati(tutte in campo medico, stranamente), e anche se prorompono risate involontarie, per essere dunque sicuri del gradimento del film, devi anche amare la visione della metà degli anni settanta di ciò che sarebbe potuto essere, qualcosa di più simile possibile ad un supercomputer.

Kirk Douglas nella sua autobiografia non cita mai -come anche altri- questo film né tanto meno De Martino, che ha sempre considerato tra i suoi “alimentari”, ma non si potrebbe sicuramente dire, a vederlo nella sua parte.  Lui e la sua ampissima, solenne mascella e marchio di fabbrica, offrono un’interpretazione vera e non svogliata, senza mai apparire come se fosse condiscendente al materiale. Come Sarah, Agostina Belli cerca ovviamente di sopperire con la sua bellezza botticelliana alla “pesantezza” di certe situazioni e impegni emotivi, ma lei e Douglas hanno una buona chimica -tant’è che le riviste gossipare dell’epoca attribuirono ai due un immancabile quanto improbabile flirt- e assieme paiono entrambi volenterosi nei loro personaggi. Al contrario, Simon Ward, solitamente buon attore del cinema e della tv britannici, è abbastanza terribile quale Angel. Non spaventa né convince come Anticristo e certo non si avvicina tanto per dire al carisma di un Damien Thorn/Sam Neill in “Conflitto finale”(The Final Conflict)(1981) di Graham Baker. Come spettatore infatti vorresti solo che Douglas gli desse un pugno nella sua faccia da viscido bambolotto kewpie.

La regia di De Martino ha qui la mano pesante come forse si conveniva già alla sceneggiatura di addirittura Sergio Donati, con lo stesso De Martino e Michael Nelson, ma per la maggior parte del film essa non si fa poi dispiacere. La colonna sonora di Ennio Morricone, anche se non è uno dei suoi maggiori sforzi in quanto a originalità e riprende un po’ suoi temi di precedenti film del periodo, compie sempre in bellezza il suo compito e appoggia l’atmosfera con il solito lavoro di spatola.

“Holocaust 2000” fu distribuito anche con il titolo internazionalmente noto “The Chosen”. Prima del nuovo titolo “Rain of Fire” con cui come detto all’inizio la Lionsgate l’ha nuovamente distribuito in dvd.  “Il mondo sarà distrutto in una pioggia di fuoco”. E così è stato scritto.

Alberto De Martino
Alberto De Martino

Curiosità


La versione europea generalmente distribuita del film presenta un finale aperto, dove Kirk Douglas è in esilio assieme a Sarah/Agostina Belli con il loro bambino appena nato e novelli Adamo ed Eva, mentre il suo adulto figlio Angel Caine(Simon Ward) sta costruendo con successo la  centrale termonucleare che sarà destinata a provocare l’Armageddon. Nella versione ridotta uscita nelle sale americane, e nell’home video NTSC, come sulle reti televisive nordamericane, un nuovo finale è stato aggiunto, nel quale Douglas torna in America e fa saltare in aria l’impianto, sacrificando se stesso nella distruzione.

Il DVD edito negli Stati Uniti dalla Lionsgate mantiene questo più oscuro finale originale.

Sul DVD “Cheezy Horror Volume 1” è contenuta una clip, uno spot tv, preso appunto dai Cheezy Flicks.

© Riproduzione Riservata

ScreenShot


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