Salute e Orgasmo – Oltre il Punto G

di Eugenia Di Bella.

Inutile cercarlo, bramarlo, desiderare di trovarlo. Come se non ne bastassero altre, il G Spot (Punto G) declassa bufala.

sesso-amiciziaViene smontato così il mito dell’unico vero orgasmo, segreto senza paragoni, propinato per circa 30 anni, a danno della salute psicologica e della sessualità femminile; ma non disperiamoci perché il PS Spot promette di rinfrancarci. Il sessuologo Vincenzo Puppo, senza peli sulla lingua e con tutta l’autorevolezza che la sua professione gli conferisce, a vantaggio della salute psicologica femminile, spiega come gli scritti di Grafenberg non parlino assolutamente del famigerato e segreto Punto G, e come le sue pubblicazioni siano state ampiamente strumentalizzate.

Due frasi senza correlazione, scritte da Grafenberg nel 1950 sono state riprese da Ladas, Whipple e Perry (due psicologi e una neurofisiologa) e mischiate fra loro per dare i natali a una delle più grandi bufale mondiali degli ultimi 30 anni. Il Dott. Puppo spiega che nella prima frase si descrive la parete uretrale, al cui interno è presente un corpo cavernoso (come quello dell’uretra maschile), presente in tutta l’uretra femminile, che all’orgasmo sporge in vagina perché è in erezione come nei maschi, e diventa più evidente a livello del collo della vescica, che presenta meno resistenza e di cui è possibile la palpazione sulla parete vaginale anteriore. In anatomia questo spazio, definito Triangolo di Pawlick, con minore resistenza sulla parete vaginale anteriore, è liscio, quindi non rugoso come affermato da chi descrive il punto G.

Nella seconda frase, presente nella pagina successiva dell’articolo, Grafenberg spiega che anche le donne possono emettere all’orgasmo del liquido che è solo una secrezione delle ghiandole intra-uretrali (la prostata femminile, e qui approfitta per specificare che il termine eiaculazione femminile dovrebbe essere sostituito con emissione femminile giacché tutte le donne emettono liquido all’orgasmo, ma solo poche con più forza, come accade ai maschi). Quindi Ladas, Whipple e Perry, in definitiva, avrebbero mischiato queste due frasi e inventato il punto G, sostenendo che le ghiandole sull’uretra, che si ingrandivano e sporgevano sulla parete anteriore della vagina, rappresentavano una zona erogena, posseduta solo da alcune donne.

punto-GIl nome di Grafenberg è quindi stato sfruttato per dare una copertura scientifica all’invenzione di Whipple, Perry e Ladas e non dovrebbe essere più usato, considerando che anche i sessuologi, probabilmente senza leggere accuratamente l’articolo di Grafenberg, hanno accettato questa ipotesi usando il nome, per abitudine, e non dopo aver effettuato opportune verifiche. Se anche si volesse ipotizzare che un punto più erogeno esiste sarebbe improponibile sostenere che basta cercarlo, continua il Dott. Puppo, giacché l’uretra è di soli tre centimetri e quindi certamente non è difficile da trovare, oltretutto se questa zona dovesse essere stimolata con mano ferma e allo scopo di cercare solo questo introvabile punto, probabilmente l’effetto sarebbe quello di ridurre l’eccitazione e inibire l’orgasmo visto che la zona erogena non esiste e un punto per l’orgasmo da visione mistica nemmeno.

L’articolo di Grafenberg era tuttavia focalizzato sulla sessualità femminile, e impartiva consigli preziosi per l’orgasmo in riferimento alle zone sottoposte a studi ed è quindi importante considerarlo la Bibbia del piacere, epurandolo da questa bufala cui suo malgrado ha dato origine. Nel Congresso Mondiale sulla Sessualità Femminile, infine, con serenità e lealtà, si è concluso che il Punto G non esiste e non è mai stato identificato per questo motivo.

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Posando quindi un masso su questa diatriba trentennale «esiste o non esiste il punto G?», andando oltre i tabù, le bufale, i miti, vi riveliamo invece l’esistenza del punto PS (PS-spot) daperineal sponge, o spugna perineale. La ginecologa Rossella Nappi, endocrinologa e sessuologa presso la IRCCS della Fondazione S. Maugeri di Pavia conferma che esistono pochi dati scientifici a riguardo, la maggior parte dei quali non sono stati raccolti durante ricerche specifiche, ma sono emersi durante la riabilitazione del muscolo puborettale in alcuni pazienti, tuttavia è certo che questa zona si troverebbe dietro la parte che separa l’entrata della vagina dall’ano; è un tessuto spugnoso pieno di vasi sanguigni, che durante l’eccitazione si gonfiano, espandendo l’area, come succede per il clitoride o per il pene maschile. Il gonfiarsi della spugna perineale ha un doppio effetto: da una parte stringe ancor di più il condotto vaginale, preparando un terreno molto accogliente per il pene maschile; dall’altra rende questa zona altamente erogena, cioè sensibilissima al piacere.

Per cui tutte le sperimentazioni in fatto di posizioni, tocco, esplorazione, devono essere condotte con la massima cautela e con l’obiettivo di dare piacere, niente foga! Il piacere, anche quello estremo, è questione di conoscenza, approfondimento e sano allenamento.

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