Friends of the Earth, rete di organizzazioni ambientali di 74 Paesi, ha elaborato uno studio dal quale emerge che numerosi oggetti d’uso quotidiano hanno un impatto ambientale molto pregnante.
Basato su dati Trucost, lo studio Mind your step esorta l’industria globale a prestare attenzione all’impronta di carbonio dei prodotti e ad altri fondamentali indicatori, quali il consumo di risorse idriche e di suolo. Esso riferisce che per la produzione di un paio di stivali in pelle vengono impiegate 14,5 tonnellate d’acqua e 50 metri quadrati di suolo, per uno smartphone servono quasi 13 tonnellate d’acqua e 18 metri quadrati di suolo, per una t-shirt servono circa 4 tonnellate d’acqua mentre la superficie di suolo usata è poco più di 4 metri quadrati, per una barretta di cioccolato serve quasi una tonnellata e mezzo d’acqua e più di 2,5 metri quadrati di suolo.
Spesso a fare la differenza sono gli imballaggi e la scelta delle materie prime. Nel settore dell’abbigliamento, ad esempio, circa il 20% del consumo di acqua e suolo è da ricondursi ai materiali usati negli imballaggi. Percentuale che sale all’84% (riferito solo al suolo) per il settore dei giocattoli.
Dati che nessuno potrebbe immaginare, che sembrano quasi abnormi e che, comunque, devono condurci tutti alla riflessione che il nostro amato pianeta non deve continuamente essere oggetto di sfruttamento e di deturpazione.
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