Piacenza – Inaugurato Museo della Merda

di Mariarosa Signorini.

A Castelbosco, in provincia di Piacenza, nasce il Museo della Merda o The Shit Museum.

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Nasce da un’idea di Gianantonio Locatelli, proprietario di un’azienda agricola che ospita 2500 bovini destinati alla produzione di latte per il Grana Padano. Da tale esperienza, ossia dalla gestione quotidiana degli animali, dalla produzione del latte e dai loro rifiuti, è sorto il desiderio di trasformare l’azienda in un progetto ecologico e industriale avveniristico – per stessa definizione degli ideatori.

Da tempo dalla cacca dei bovini vengono ricavati metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni, il tutto attraverso sistemi di nuova concezione che, oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, ridisegnano il ciclo della natura in un circolo virtuoso, restituendo ad agricoltura e allevamento l’importanza di sempre. Su tutte è da menzionare l’esperienza di Fabrizio Bonetto, che ha trasformato il suo allevamento di vacche di razza piemontese a Cavour, in provincia di Torino, in azienda agricola orientata alla produzione di frutta e verdura. Bonetto, divenuto vegetariano, produce verdure coltivando la terra con sistemi naturali, non utilizzando concimi chimici e fitofarmaci, ma i vecchi saperi della tradizione contadina, quali i macerati di erbe, il sovescio, la pacciamatura. Le “cow poop” – le mucche che ha deciso di non destinare al macello – aiutano Bonetto a produrre dell’ottimo letame bio. La loro cacca viene utilizzata per nutrire i terreni che coltiva, senza utilizzare concimi chimici.

Ma torniamo al Museo della Merda. Esso è allestito all’interno di un castelletto ristrutturato dall’Architetto Luca Cipelletti, situato proprio accanto alla sede dell’azienda. Al suo interno troviamo reperti, manufatti e opere d’arte di interesse estetico e scientifico, quali ad esempio gli scarabei stercorarii, considerati divini dagli egizi e divenuti il simbolo del museo, utilizzazioni dello sterco da parte delle più antiche civiltà, italiche e africane per esempio, per scopi architettonici, opere storico-letterarie come la Naturalis Historia di Plinio, ricerche scientifiche più recenti e opere d’arte realizzate con l’uso e il riuso di scarti e di rifiuti.

Castelbosco è nel suo insieme – azienda e museo – un laboratorio ecologico, fortemente ispirato alla scienza e all’arte della trasformazione di anticipazione e ritenuto da taluni molto attuale alla luce delle tematiche promosse da Expo 2015.

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