La 25a Ora – Ultimo Giorno da Uomo Libero

di Enrico Bulleri.

«Quella vita era così vicina e non sarebbe mai piu’ accaduta».

«Si può cambiare tutta la propria vita in un giorno?».

«Una scelta sbagliata … una notte passata … 24 ore per vivere una vita».

Frasi di lancio originali de La 25a Ora.

25th-hour-poster-2La 25a ora di Spike Lee racconta la storia dell’ultimo giorno di libertà di un ex-spacciatore prima dell’inizio dei suoi sette anni di carcere. Durante questa giornata dovrà dire addio alla sua ragazza, a suo padre e ai suoi due migliori amici. E avrà bisogno di trovare qualcuno che si prenda cura del suo cane. L’attività dell’uomo era vendere droga, ma la sua storia potrebbe essere un microcosmo criminale rispetto ai ladri della Enron. Che cosa tutti hanno in comune è la mancanza di rimorso; il nostro protagonista è dispiaciuto di dover andare in prigione, ma non particolarmente dispiaciuto per le sue pratiche commerciali, nelle quali egli sarebbe ancora impegnato, se soltanto non fosse stato catturato.

Il nome dell’uomo è Monty Brogan. Egli è premuroso, dalla buona parlantina, un bravo ragazzo. La prima volta che lo vediamo, sta salvando un cane che è stato picchiato a morte. Si associa con dei cattivi gangster della mafia russa di New York – ma è difficile immaginarlo al lavoro. Egli non sembra il tipo del pusher soprattutto non la mattina del suo ultimo giorno, quando un vecchio cliente gli si avvicina ed egli stancamente gli consiglia:

«Oggi prendi la tua dose da qualche altra parte».

Monty è interpretato da Edward Norton come un uomo che si rammarica amaramente circa la sua passata avidità. Avrebbe dovuto uscire presto dal giro – prendere i soldi e scappare. È rimasto troppo a lungo, qualcuno ha fatto la spia su di lui, ed i federali sapevano infatti esattamente dove cercare la cocaina. Egli teme il carcere non tanto per i sette anni perduti, ma perché teme che sarà violentato. I suoi amici vedono il suo futuro in modo più chiaro. Sono Jacob Elinsky (Philip Seymour Hoffman), un insegnante d’inglese in una scuola, e Frank Slaughtery (Barry Pepper), un trader di Wall Street. Parlando purtroppo con Jacob, Frank gli enuncia le opzioni di Monty. Potrebbe uccidersi. O potrebbe divenire un fuggitivo. Oppure si potra’ dare ancora del tempo, ma quando uscira’ la vita di Monty non sarà comunque mai piu’ la stessa e non sarà mai piu’ in grado di rimetterla insieme in modo significativo. Il verdetto di Frank: «E’ finito». Il film riflette questo tono elegiaco seguendo le ultime ore di Monty in libertà. E’ stato fortunato per avere una ragazza, Naturelle (Rosario Dawson), e un padre, James (Brian Cox). Anche se sospetta che potrebbe essere stata proprio Naturelle a tradirlo, noi la vediamo come una ragazza che sa leggere dentro Monty e comprenderlo, vedere in lui, come quando lo osserva a un certo punto della serata, e Monty non vuole compagnia. Il padre, un vigile del fuoco in pensione, gestisce un bar a Staten Island. La maggior parte dei suoi clienti sono vigili del fuoco, troppi, e l’ombra dell’11/ 9 pende su di loro. Monty ha dato il suo denaro al padre per pagare i debiti del bar. Si è trasferito con Naturelle in un grazioso appartamento. Sia il padre che la ragazza sanno da dove proviene il denaro. Suo padre disapprova la droga ma ha un modo curioso di perdonare suo figlio: Si incolpa. Perché beveva, perché sua moglie è morta, non è mai colpa di Monty.

La sceneggiatura è di David Benioff, basata sul suo romanzo. Essa contiene una brillante sequenza in cui Monty si guarda allo specchio di un bagno e sputa fuori una litania di odio per ogni gruppo che si possa pensare a New York – ogni gruppo economico, etnico, sessuale e generazionale ottiene di essere andato affanculo, finché egli si vede allo specchio e rimane accecantemente solo con sè stesso. Questa scena sembra così tipica di Spike Lee (è come un prolungamento di una sequenza in ” Fa’ la cosa giusta”), che è una sorpresa trovarla già nel romanzo originale – ma poi il romanzo di Benioff potrebbe essere stato ispirato dal precedente film di Lee Ci sono altre due sequenze in cui vediamo l’energia unica di Lee al lavoro. In una di esse presente anche nel libro, il padre spinge Monty in prigione e, in un lungo monologo con la voce fuori campo, gli descrive una alternativa al carcere. Dice a suo figlio che avrebbe potuto prendere l’uscita dall’autostrada, andare verso ovest, e ricominciare da capo. In una straordinaria illustrazione visiva del monologo, vediamo Monty ottenere un lavoro in una piccola città, trovare addirittura una moglie, una famiglia, e, infine, vecchio e ingrigito, rivelare il segreto della sua vita. Non sarebbe bello pensarla pero’ così. La lettura di Brian Cox di questo passaggio è un altro momento a ricordarci che egli non è soltanto uno dei più attivi, ma anche uno dei migliori caratteristi del cinema contemporaneo.

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L’altra sequenza coinvolge Jacob, il personaggio dello scomparso Philip Seymour Hoffman. Jacob è un insegnante di inglese grigio, solitario, privo di abilità sociali, che ha abbracciato il suo lavoro ingrato come una forma di penitenza per essere nato ricco. E’ attratto da una dei suoi studenti, Mary D’Annunzio (Anna Paquin), ma non fa nulla a riguardo, sempre ricordando a se stesso che agire sarebbe un peccato e un crimine. Nella sua ultima notte Monty prende Naturelle, Jacob e Frank e vanno in una discoteca, Maria è in mezzo alla folla di ragazze che sperano di superare il buttafuori. Dal lato opposto della strada che urla a Jacob “Elinsky portami dentro con voi!” E pensiamo, sì, lei lo chiama con il suo disadorno cognome – allo stesso modo in cui lei si riferisce a lui tra i suoi amici. Lo fa entrare, e questo continua una storia parallela. Lei è precoce con la sessualità come tutte le ragazzotte e stupida come i giovani, e il povero idiota Jacob è finalmente spinto a cercare di baciarla, con risultati che bruceranno per sempre in entrambi i loro ricordi.

Come funziona questa storia parallela in funzione di quella di Monty? Forse dimostra che vogliamo quello che non potremmo mai avere, non ne importa il prezzo sociale. E forse è la connessione, anche, con Frank, che invita Monty nel suo grande appartamento in un palazzo affacciato sulla devastazione del World Trade Center. Non ha mai pensato di muoversi da li’ perché il prezzo è giusto. Tutti e tre gli uomini sono disposti a vedere gli altri soffrire, in un modo o nell’altro, o addirittura morire, in modo che possano avere quello che vogliono. Il film suggerisce un pensiero che non può non accadere ad un numero di suoi spettatori. Fino a che punto possiamo tutti vivere in quel modo? Il film è insolito per non avere una trama o una risoluzione. E’ la fine di questa fase della vita di Monty, e quindi non c’è nessun obiettivo verso cui ci si stia adoperando- a meno che non sia la chiusura con Naturelle e il salutare suo padre. Egli non potrà vederli di nuovo; certo non come prima. Il film critica le dure leggi sulla droga del Governatore Rockefeller, che rendono la droga più redditizia e quindi aumentando la criminalità. Riflettiamo che, quando Monty vendeva la droga, almeno i suoi clienti sapevano esattamente cosa stavano comprando, e perché. Questo lo rende un po’ più rispetto ai dirigenti aziendali che si basavano sulla fiducia per confermare alle loro vittime innocenti una rapina di miliardi di dollari.

«Dipendiamo da essa, Sir, quando un uomo sa di essere impiccato in una quindicina di giorni, la sua mente si concentra meravigliosamente» -. Dr. Johnson.

25thHourXDomani mattina, e’ l’ultima notte, Monty Brogan deve prepararsi per iniziare una pena detentiva. I suoi due migliori amici si appoggiano su una ringhiera, si affacciano sul fiume, e sono d’accordo “, è finita.” Non saranno mai più rivisti da Monty. Egli potra’ essere ancora vivo tra otto anni, ma non sarà piu’ il Monty con il quale si conoscono da quando erano bambini. Monty Brogan sa anche questo. Quindi la farà finita anche con la sua ragazza e suo padre. Sarà tutto finito dopo stanotte. La mente di Monty è molto concentrata”. C’è un senso, in ‘”25th Hour” (“La 25a ora” in italiano) (2002), Spike Lee ci mostra che Monty sta disperatamente cercando di vivere il suo ultimo giorno di libertà in uno stato piu’ elevato. Tutto è più concentrato, più significativo, a volte sognante. Ha le sue idee su come sia arrivato qui, e come potrebbe essere stato coinvolto, ma c’è poco che possa fare adesso. Dalle scelte che per lui possano ancora rimanere aperte, egli si concentra adesso sulle restanti cose importanti: la sua donna, suo padre, i suoi amici, e il suo instabile business.

Naturelle (Rosario Dawson) è in attesa; solidale, affettuosa, ma la sensazione e’ che come al solito nasconda qualcosa e per questo e’ chiusa fuori. Jacob e Frank ( Philip Seymour Hoffman e Barry Pepper ) sono molto simpatici, ma dopo tutto sono ancora liberi di vivere la loro vita. Suo padre ( Brian Cox ) si biasima aspramente per il fatto di avere per lungo tempo preso la strada del bere, trovandosi in tale debito con il figlio dal quale ha preso diversi “prestiti”. Monty invece? E’ intelligente. Vede i suoi errori chiaramente. E’ stato un errore entrare nello spaccio della droga quando ne ha avuto la possibilità. E’ stato un errore a starci più a lungo di quanto avrebbe dovuto. E’ stato un errore pensare che potesse nascondere un sacco di soldi e di cocaina, e un errore il lasciare che qualcuno sapesse dove erano nascosti. Questa è un’altra delle eccezionali prestazioni di Norton. Come al solito, egli non agisce molto esteriormente. Egli implode. Egli mantiene il suo controllo. E’ un realista, anche in queste ultime ore alla deriva. Lui crede di sapere di chi può ancora fidarsi, ma che cosa, chi veramente conosce, e ancora, che cosa possa realmente fare?

Spike Lee, in collaborazione con l’adattamento di David Benioff del suo romanzo, dipinge un ritratto di una vita in 24 ore. Da una passeggiata mattutina con il proprio cane al lungo viaggio la mattina successiva con il padre, Monty fa un ultimo giro delle sue” basi” un tempo sicure. Egli convince Jacob a prendersi cura del cane. Fa l’amore con Naturelle, ma sembra ormai ben lontano da lei. Va a una discoteca con Jacob e Frank, e lei si unisce a loro in seguito. Fa un po’ di affari finali e deposita un’ultima somma di denaro. La meraviglia della ricca sceneggiatura è che contiene tutto questo materiale su Monty, eppure ci informa così pienamente anche degli altri personaggi. Ci potrebbe essere un altro indipendente film sul personaggio di Jacob, l’insegnante d’inglese a scuola tozzo e flemmatico che è affascinato da un tatuaggio sul nudo l’ombelico di una sua studentessa, la ragazza Mary ( Anna Paquin ), che lo indossa. Ma ogni mossa in questa direzione sarebbe sbagliata, e lui lo sa. Mary e’ contundente a causa della sua sessualità emergente, e con idiozia flirta con lui. Attraverso la possibilità offerta dal fatto che si trovano nello stesso club. Ha avuto un martini e champagne e non può bere, e c’è un momento in cui i due sono soli che è uno dei complessi e più perfetti che Lee abbia mai girato. Frank, invece, è l’uomo piu esperto, e incurante delle donne. Il suo appartamento come detto si affaccia letteralmente sulle macerie dell’11 / 9, ma egli non si muove da li’ perché non riuscirebbe a ottenere un giusto prezzo altrove. Cosi l’11/9 diventa una corrente sotterranea inespressa, in questo film del 2002.

Sappiamo che tutte queste persone non potranno mai essere di nuovo insieme, non importa ciò che e’ nei loro piani. Ma guardate le strategie di stile che Lee porta alle loro storie. Il momento cruciale tra Jacob e Mary si è svolto su una rampa di scale. Dopo che è finita, dopo che Jacob è tornato alla discoteca, Lee impiega il suo marchio di fabbrica lasciando scivolare l’inquadratura e mostrando Jacob che sembra galleggiare su per le scale senza muovere i piedi. Capiamo che questa inquadratura di Jacob è la riproduzione della costrizione ipnotica che lo ha portato – lo ha spinto – su per le scale. Si consideri doverosamente la scena straordinaria in cui Monty si guarda nello specchio del bagno e perde il suo sangue freddo per l’unica volta nel film, urlando di andarsene a fare in culo a ogni gruppo etnico, economico, sessuale e generazionale in città e poi arrivare alla sommatoria, diretta a se stesso. Quando il film usci’ alcuni dissero che non capivano questo momento, ma invece per tutti coloro che si sono mai sentiti in questo modo e hanno attraversato un tale periodo nel quale davvero non restava che mandare affanculo tutto a cominciare da se’ stessi, riversandoci tutto il nostro odio e disprezzo di falliti, il senso della sequenza apparira’ quanto mai chiaro e rivelatorio.

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Lee utilizza un paio di trovate stilistiche le quali sarebbero potute passare anche inosservate. Blocca per dei brevi momenti alcuni frame come fossero dei piccoli balbettii. Noi non li percepiamo, ma lavoriamo con la mente- proprio come quando qualcuno sta parlando, e abbiamo cosi’ particolarmente a prendere atto delle espressioni che vengono utilizzate. Eccellente e’ anche l’illuminazione. C’è una inquadratura quando Norton e Hoffman sono inondati di luce blu, ad eccezione di un po’ di rosso nell’occhio destro di Norton. Pensate a quanto sia stato difficile per Rodrigo Prieto , il direttore della fotografia, lavorare per ottenere l’effetto di questa inquadratura e quanto duramente abbia lavorato per farlo “notare”. Poi c’è la conclusione magistrale del film, quando il padre di Monty, il vecchio barista irlandese di pub, lo guida verso il nord dello stato alla prigione. Passando sotto lo stesso cartello segnaletico dell’ autostrada che apre il film. Suggerendo che continuando verso destra e guidando quindi ad ovest, e trovando una piccola citta’, vivendo sotto un nuovo nome, Monty potrebbe trovare la ragazza giusta e formarsi una famiglia, avere restituita la vita che il padre in debito potrebbe infine aiutarlo ad ottenere. Lee ci fa vedere i diversi quadri di questa vita in modo convincente, tanto che alcuni spettatori ne sono rimasti sedotti chiedendosi se è cio’ che realmente stesse accadendo. Ma di chi e’ la visione? Di Monty, o del vecchio James Brogan, per confortare se’ stesso di avere almeno fatto l’offerta al figlio, e sinceramente. Monty non e’ che si senta in “dovere di pagare il suo debito con la società”, ma e’ concentrato sul proprio destino, e la sua ultima trance di 24 ore si concluderà solo quando sara’ in carcere.

Tutti sanno che Spike Lee è un regista importante, ma non si rendono spesso conto di quanto sia stato nella sua carriera come qui, bravo con gli attori, e quanto innovativo stilisticamente? Viviamo in un periodo in cui molti registi utilizzano uno stile secondo loro diretto ma il quale spesso non e’ ne’ carne ne’ patate, o attirano l’attenzione con un eccesso di sovra- montaggio, inquadrature brevissime e mosse come se ci trovassimo su di una barca con il mal di mare. Con Lee, come con qualsiasi regista classico, l’accento è posto sulla storia e le persone. Ma lui è comunque sempre lì, ci da una gomitata, essendo sicuro di quello che notiamo o meno, muovendo la sua macchina da presa non solo con efficienza, ma con la consueta grazia e l’innovazione che gli sono proprie. Perché andare fuori dai suoi modi di catturare l’attenzione, e quanti ancora non potrebbero notare la maestria e la tecnica del suo stile di realizzazione?

In questo film egli beneficia di una prova dall’intonazione perfetta da parte di Norton e dello scomparso Hoffman, naturalmente; dalla Dawson, da Cox, Pepper – e da Anna Paquin, quella che era la ragazzina di Lezioni di Piano. Come ben si evoca la fase esatta di vita mentre balla da sola sul pavè della discoteca, o non da sola, ma in realtà, sempre sola con se’ stessa. Una nota di recitazione. Ho visto un sacco di gente che beve in un sacco di film. Ho visto che sempre o quasi cio’ non smorza fino a che li viene fatto riflettere la mattina dopo. Ma io non ricordo nessuno che partendo sobrio, si ubriacasse per poi tornare abbastanza alla sobrieta’ come fa qui Hoffman. Sappiamo esattamente dove egli sia durante queste transizioni di stato, ma non ne vediamo mai i passaggi.

Riconoscimenti


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Golden Globes, USA Anno 2003

Nominato
al Golden Globe per la Migliore colonna sonora originale – Film
a Terence Blanchard

Berlin International Film Festival Anno 2003

Nominato
All’Orso d’Oro di Berlino per Spike Lee

Black Reel Awards Anno 2003

Nominato
Al Black Reel Cinematografico- Miglior attrice non protagonista
Rosario Dawson

Cinematografico – Miglior Regista
Spike Lee

Miglior Film
Spike Lee
Tobey Maguire
Jon Kilik
Julia Chasman

Boston Society of Film Critics Awards Anno 2002
2 ° posto
Al BSFC Award Per la Miglior Sceneggiatura
a David Benioff

Central Ohio Film Critics Association Anno 2003
Ha Vinto Il COFCA Award Per la Migliore Colonna Sonora a
Terence Blanchard

Las Vegas Film Critics Society Awards Anno 2003
Ha Vinto
il Sierra Award per la Miglior Colonna Sonora
a Terence Blanchard

Sant Jordi Awards Anno 2004
Ha Vinto
Il Sant Jordi Per il Miglior attore straniero (Mejor Attore Extranjero)
Edward Norton

Satellite Awards Anno 2003
Nominato
Ai Golden Satellite Per la Miglior Interpretazione di un Attore in un Film, Drammatico
Edward Norton

Migliore Colonna Sonora Originale
Terence Blanchard

World Soundtrack Awards Anno 2003
Nominato
Al World Soundtrack Award Per la Colonna sonora come Compositore dell’Anno
Terence Blanchard

Edward Norton ha detto di avere preso ogni centesimo fatto con “Red Dragon” (2002) per finanziare questo film.

Tobey Maguire aveva acquistato i diritti del romanzo originale con l’intento di esserne protagonista. In seguito ha deciso di fare “Spider-Man” (2002), anche se è rimasto su questo film come produttore.

© Riproduzione Riservata

ScreenShot


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