C’era una volta in America – Director’s Cut

di Enrico Bulleri.

«Crimine, passione e sete di potere – La saga esplosiva di Sergio Leone sulla malavita in America» – C’Era Una Volta In America.

america 1Perché alcuni film possono essere considerati con ogni ragione “senza tempo”? Forse perché coloro che sono stati veramente grandi quale che fosse la loro arte, vivono negli archivi veri del ricordo e come archiviati in quelli che sono i nostri cuori e le nostre menti? Forse, ma preferisco far pendere la percezione verso l’idea di come essi si adattino dettando attraverso la loro grandezza, ogni stile e atmosfera. I film, in sostanza, rimangono gli stessi, ma la nostra percezione di essi cresce e si espande nel tempo che cambia.

Vecchi e più “saggi” possiamo guardare indietro su alcuni dei film della nostra giovinezza che più abbiamo amato e trovarne dei difetti, pur rimanendo verso di loro massimamente affettuosi. Diventati adulti o ancora più maturi, invecchiati che sia, si è più astuti per le strade del mondo e si può valutare meglio la profondità interiore di un narratore al di là delle etichette artificiali di carattere e di trama. Poi ci sono quelle rare occasioni in cui vedere due volte lo stesso film è come guardare due film completamente diversi. Per il capolavoro della vita di Leone, a nove anni dalla sua ultima visione, non può essere come negli entrambi casi menzionati.

Distribuito nei multiplex della catena “Space Cinema” e in altre 70 sale cinematografiche per quattro giorni da venerdì 19 ottobre 2012 e poi in dvd/Blu-ray Warner da dicemre, nella versione “Extended” con ca. 40 minuti inediti in più e già presentata in anteprima mondiale a maggio al Festival di Cannes, rimane il film assoluto in tutti i sensi del cinema italiano degli anni ottanta, come quando fu distribuito sugli schermi cinematografici la prima volta, nell’ottobre del 1984.

Ben pochi film rientrano a pieno titolo nella categoria degli “immutabili”, nella mia mente ripenso sempre e per primo a “Once Upon a Time in America” per questa categoria, e una tristezza enorme che è quella che riesce a trasmettere questo immenso capolavoro di malinconie, rimorsi e rimpianti, mi assale. Ironia della sorte, una tale Opera è stata oggetto all’epoca della sua prima distribuzione e per gli anni successivi a delle decisioni più che controverse che ne provocarono uno sconciamento idiota fatto di tagli asportativi per ben un’ora e mezzo, nella copia distribuita cinematograficamente negli Stati Uniti, traviando la sua labirintica linea temporale e riorganizzandola in ordine cronologico, così sfasciando la suggestiva e insondabile struttura a flashback che Leone aveva immaginato e realizzato. Troppo, per mantenere integro il racconto di un grande sogno americano andato terribilmente storto, quale Leone ha dato la statura e l’essenza del mito, e di ciò, della materia della quale sono fatti i sogni stessi.

Adesso, ai 229 minuti dell’originale versione europea, è stata aggiunta un’altra mezz’ora di girato, l’ultima che Leone uscisse prima della uscita nelle sale, e che Leonenella sua magistrale lezione e canto del cigno registico ci dimostra già dalla sua prima mezz’ora originale come, e anche in questa aggiunta con Louise Fletcher direttrice del cimitero in cui sono sepolti tutti gli amici di Noodles ed ex-complici della banda, quanto egli fosse soprattutto un vero e proprio padrone e maestro dell’ ipnosi cinematografica. Egli permea come ho detto l’aria di mistero e di un’atmosfera tali che per ogni spettatore è praticamente impossibile non venirne permeato egli stesso, coinvolto in ciò che sta succedendo, in cosa è già successo e da chi sono questi personaggi che popolano lo schermo. Aprendoci con un brutale omicidio e una tortura-pestaggio molto sanguinosa e brutale, ci siamo spinti alla fine di un’epoca in cui il sopravvissuto gangster “Noodles” (Robert De Niro) è in fuga dall’ultima di una serie di scelte di vita calcolate male e che alla fine hanno trasformato l’amicizia in tradimento.

Come da quando erano semplici ragazzi di New York, Noodles e la sua banda di amici svolgono commissioni di strada per il boss locale. Con il nuovo arrivo di Max (interpretato da adulto da James Woods), i ragazzini italiani e gli ebrei formano una fratellanza un legame che lo vedremo, in un vero spirito imprenditoriale, arriverà a creare un invenzione dalla quale potrebbero trarre vantaggi non certo l’uomo comune, ma i contrabbandieri di alcoolici durante il Proibizionismo nella paura di ispezioni della guardia costiera. Quando la concorrenza si trasforma in una progressiva tragedia, Noodles finisce in prigione uscendone solamente una dozzina di anni più tardi per vedere i suoi amici oramai impegnati con un fiorente commercio e un grande successo ma senza essere stato da loro dimenticato.

Leone, co- adattando il romanzo di Harry Grey (“The Hoods”, in Italia “A mano armata”), non si occupa della criminalità dei grandi boss (anche se il film ne contiene una sua solida parte tra cui una comica sequenza di scambio di neonati dalle incubatrici di un ospedale, in una sequenza che è più di una citazione di “Arancia Meccanica”[A Clockwork Orange]), ma di storia degli individui e del trascorrere del tempo. I suoi stessi gesti mostrano in modo rigido tematiche che manifestano ancora una volta come un orologio rubato diventi il simbolo dell’ amicizia di Max e di Noodles, del tempo perduto e del passaggio degli stessi personaggi e avvenimenti in una grandezza dickensiana. Altri registi possono aver provato a tirare fuori parallelismi tra i personaggi e le azioni che inconsciamente influenzano coloro che li circondano in periodi successivi, ma pochi e viene naturale pensare per molteplici aspetti al consimile e sempre accostatogli Visconti, hanno raggiunto il lirismo di Leone come in questo film e così a noi spettatori avviluppati in una lenta nebbia composta da languidi movimenti di macchina e dal commento musicale di livello altissimo di un Ennio Morricone virtuoso più di sempre. Si tratta di un tipo di cinema che proprio non esiste più (anche Scorsese, un adoratore di Leone, oramai ama montare più velocemente) e che al contempo vanifica ogni spettatore che creda di dover guardare il proprio orologio durante la tale prima mezz’ora già menzionata.

Questo è un film che adesso dura dalle già lunghe 3hr. E 40′ originali ben 4hr. E 19′ ma senza mai annoiare o far aspettare ansiosi il suo termine, ma rimanendo piuttosto molto rattristati e con un gran senso di vuoto per una fine che mai si vorrebbe arrivasse davvero, come appunto accade, per i veri capolavori.

america 2

Dalla musica di Morricone passando all’eccezionale utilizzo di sottili e penetranti rumori ambientali, Leone utilizza tutti i suoni come un compositore nel Giardino dell’Eden. Sequenze piazzate interamente per la loro durata in tempo reale e sviluppate senza suono, a partire dagli squilli del telefono che si permeano su scene diverse fino a quando si scopre la sua esatta destinazione. E anche la paura dei rumori notturni di New York non si può paragonare alla tensione di un cucchiaino che gira il caffè in una tazzina, a prodigiosamente tendere allo spasimo l’agitazione presenti in una stanza piena di foschi sospetti.

L’impostazione “in America” non è un incapsulamento completo del paese più di quanto “il West” era nel classico western leoniano. E’ una storia di un tempo nel quale risplendeva maggiormente l’amore per il cinema che quello attualizzato agli anni ’80, un fatto che Leone ha confermato. Come la Hollywood che ha cercato negandolo di celebrare i gangster nei film degli anni ’30, quando il proibizionismo è stato abrogato (o il box office che se ne è poi prosciugato) lascia il personaggio di Noodles e si incarna in quello di Max che esce da ogni business ancora illegale per entrare accolto a braccia aperte in quelli legali, della politica e dell’alta finanza speculativa, è il momento quindi per una nuova era di ladri che come quella che ancora prima spazzò via Butch Cassidy e Clyde Barrow, ripetendosi in una tradizione che gli anti-eroi dell’epica leoniana sono fin troppo pronti ad aiutare o a replicare nuovamente, come nello splendido finale della ”grande indifferente forma o modo di superiore vendetta” -o forse solo consapevolezza stoica della propria infinita e irrimediabile sconfitta-, da parte di Noodles nei confronti del senatore Bailey .

Con una storia di classici anti-eroi che include Barrow, Henry Hill e i Corleone, De Niro/Noodles può essere sia il più semplice che il più difficile personaggio da compatire dell’intero affresco criminale compiuto e immaginato da Leone. Certo che rubare, mentire e uccidere è sbagliato, ma pochi possiedono la qualità ribollente e animalesca che consente di risparmiare a Noodles fino alla fine le occasioni speciali che la vita può presentare, e per un motivo o l’altro non essere colte.

Noodles non si è mai vantato come potrebbe un genitore per l’affetto verso il suo bambino, eppure la costante della sua vita, e la nuova sequenza di dialogo tra i due ambientata nel 1968 introdotta in questa “Extended Edition” lo esplica ancora di più, era il suo amore per Deborah (interpretata splendidamente da Jennifer Connelly ragazzina al suo debutto come bambina dal luminoso avvenire, e da Elizabeth McGovern, come adulta e poi matura ma “mai invecchiata” nel 1968.) Lei rappresenta per tutta la vita di Noodles, un altra strada; quella che lui sarebbe stato felice di prendere insieme a lei, cosciente però della sua impossibilità e del di ella rifiuto. Ma la scelta di mettersi al volante e sterzare dunque fuori strada nell’autodistruzione stuprandola,è tutta sua e Max è lì per caso a trovarsi come dall’inizio a coglierne semplicemente l’occasione.

La libido sovraccarica di Noodles come anche lo scrivente ben sa, può essere attribuita (e perdonata) per una scoperta adolescenziale di essa troppo potente e subito dopo per il suo soffocamento è per la permanenza in prigione di ben 12 anni. Una tale repressione, frustrazione e gli anni di rifiuto, hanno però alla fine la meglio su di lui come non comprenderlo, e per non etichettarlo, in mancanza di un termine migliore quale quello di uno stupratore seriale che egli certamente non è né sarebbe mai potuto essere. Nonostante le elucubrazioni compiute sul racconto a riguardo delle donne e di come Leone si sia posto verso i loro personaggi nel film, “C’era una volta…” di certo non è il film “misogino”, secondo l’appellativo che qualcuno all’epoca volle applicare al film. Una donna (si potrebbe argomentare) ma non tutte quelle del film, e non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di -appunto-argomentarlo, altro non è che una ninfomane, o almeno una di esse “in formazione”, secondo quella che può essere la corrente definizione clinica delle stesse, ma la terza della triade (Darlanne Fluegel, bravissima) è anzi un bellissimo personaggio, inquietante e triste come e più di ogni abbrutimento altrui che abbiamo mai visto sullo schermo, e questo includendo anche la suddetta sequenza di stupro ai danni di Deborah (e anche includendo a termine di paragone la ininterrotta sequenza di stupro dalla durata di 9 minuti in “Irreversible” [2002] di Gaspar Noè).

Leone è sempre stato perseguitato dalle accuse di misoginia nei confronti dei suoi personaggi femminili, ma dopo lo stupro e come si fa a non notarlo, egli qui ci fa ben vedere il senso di devastante colpa e invincibile idiozia che pervade Noodles dopo la sua azione di idiota distruttività, e attraverso le riflessioni malinconiche di un attore come De Niro che in qualche modo ci rende il personaggio sempre sopportabile ma mai oltre un qualsiasi punto di odio totale. Le donne minori nella storia hanno i loro seni tenuti sotto il tiro della gelida canna di una pistola o sono uccise a sangue freddo prima che lo spettatore possa scoprire quanto in realtà siano prive di senso rispetto alla storia generale. Per tre volte Noodles perde uno dei personaggi femminili che avrebbe potuto fargli avere un tipo di amore che egli non potrà mai sperimentare, quale quello che Max otterrà proprio da Deborah, seppur solamente nella forma (simboleggiato potentemente in questo dalla incapacità di Noodles di riuscire mai a girare la fortuna a sua fortuna nei momenti chiave della storia, soprattutto per la sua intrinseca ed evidente ingenuità e mancanza di calcolo rispetto alla spietata e gelida personalità di Max).

Uno dei momenti più grandi in assoluto che Leone abbia realizzato non solo in questo film ma per l’intera sua carriera, in questa prospettiva è tutto contenuto durante una sequenza che tratta di un personaggio di supporto che non è in seguito neppure rilevante più di tanto per la storia oltre il fatto che è solamente uno della banda di ragazzi. La promessa di gratificazione sessuale gli è offerta dalla ragazza più “sveglia” del brulicante caseggiato di emigrati italiani ed ebrei a N.Y., in cambio di nulla più di un bignè. Ma mentre gliene ha orgogliosamente comprato uno è poi costretto dalla ragazza ad aspettare che lei “finisca” prima con un altro “cliente”, si siede dunque sulle scale del palazzo con il bignè incartato pensando alle sue opzioni. Egli ne prende un po’ di con un dito giusto per sentirne il sapore, gli piace troppo, con le dita toglie la crema in eccesso sulla confezione, ma lascia sempre la ciliegia per lei. (Ricordare sempre, la sottigliezza splendida di questa sequenza leoniana). Infine che non può proprio aspettare più a lungo, mangia la guarnizione e aspira letteralmente il tutto, quasi dimenticandosi completamente perché ha comprato la cosa, in primo luogo. Chi non può apprezzare tutti gli strumenti tematici che giocano in questa scena che Truffaut se avesse fatto in tempo a vedere avrebbe certamente adorato, per me non dovrebbe neppure avere il diritto di far finta di essere un appassionato di cinema.

Quello che mi ricordo prima dell’altra sera di nuovo al cinema alle prese con la visione di questa “Extended” è di aver visto “C’era una volta in America”, oltre che direttamente in sala nell’ottobre del 1984 allo splendido Cinema Teatro La Gran Guardia di Livorno, oggi ovviamente non più esistente, c’è un H&M (ancora non c’era la crisi di adesso e l’ultimo spettacolo iniziava alle 22:30, pur durando il film 3hr. E 49′, in pratica la proiezione finiva alle 02:20, oggi impensabile), e poi ovviamente nella vhs da nolo della De Laurentiis/Ricordi del 1986 con il doppiaggio originale; come in una storica prima TV per i “Lunedì Film” su Raiuno che fece un’audience da record di milioni di spettatori. Poi venne il bel dvd doppio Special Edition della Warner con un bel packaging cartonato per la prima uscita, ma non troppi ed esaustivi extra quanti avrebbe certamente meritato, pubblicata nel 2003, purtroppo e colpevolmente senza la traccia audio originale ma ri-doppiato per avere un audio in 5.1. Rivisitare esso per la prima volta in una sola visione come per quel già lontano venerdì sera dell’ottobre scorso mi ha ricordato quello che fu stato nel 1984 per me come recensore, e dopo ventotto anni avere a rivederlo finalmente nella visione e nella versione che Leone avrebbe definitivamente voluto in tutta la sua gloria. Come quel fermo immagine finale ha ricominciato a tormentare i miei sogni prima ancora di andare a dormire (la proiezione durò dalle 21:00 a ca. le 01:20), e non mi è stato quasi possibile iniziare a scrivere di nuovo su di esso senza che provassi un grande desiderio di scrivere una tesi su ciò che l’immagine finale potrebbe esplicitare. L’interpretazione dell’epoca che dette la stura a tutte le altre, da parte del celeberrimo Richard Schickel sulle pagine di Time, di un sogno oppiaceo compiuto nel 1933 e proiettato nel futuro del 1968, è troppo semplicistica per rendere la giustizia e l’esperienza che Leone ha profuso e donato in questo suo capo d’opera. Potremmo stare assistendo alla soddisfazione di Noodles che finalmente prorompe in un sorriso, alla “vendetta” che egli ha compiuto, e che finalmente espone la sua vulnerabilità al mondo a noi spettatori, avendo fatto la cosa giusta, o semplicemente perchè è l’unico sguardo possibile dopo una fuga dall’inferno che egli ha creato unicamente per sé stesso. Dal momento che l’inquadratura finale di un film di 228 minuti, adesso di ca. 308,, può farci pensare di avere allora soltanto assistito ad un sogno durato quattro ore; potendo tornare al suo inizio, allora quindi sì, si sarebbe assistito ad un sogno, un cinema che non viene più raggiunto né realizzato abbastanza spesso.

I tagli al film


america 3

Per la sua uscita cinematografica negli Stati Uniti il film è stato tagliato di 90 minuti a partire dalle 3 ore e 47 minuti originali, a 2 ore e 19 minuti dopo un selvaggio riesame da parte dei produttori e distributori americani a seguito della premiere del film a Cannes. Molti critici cinematografici hanno dato due recensioni separate per il film. Mentre la versione completa europea è stata molto apprezzata al di fuori degli Stati Uniti (e vista all’epoca da molti critici americani quando poi venne distribuita pochi mesi dopo appunto una versione per il Nord America pesantemente tagliata) la versione modificata per l’uscita nelle sale cinematografiche statunitensi venne massacrata dalla critica.

La versione cinematografica U.K. e le versioni video sono state ridotte di 10 secondi dalla BBFC per rimuovere le immagini di una pistola che viene premuta contro il seno di una donna e di abbreviare brevemente la scena dello stupro in macchina. Il DVD del 2002 è contiene ancora questi brevissimi tagli.

Quando il film ”completo” è stato pubblicato in Laser disc in America, doveva ancora essere tagliato leggermente da 229 minuti a 227 minuti, per garantire la valutazione di un ‘R’. I tagli sono stati fatti per le due scene di stupro, e alcune delle violenze all’inizio. La finale sequenza di flashback e il montaggio di Max e Noodles bambini è stato eliminato dalla loro scena finale.

La famigerata versione americana di 139 minuti è stata la versione che ha avuto la più ampia diffusione cinematografica in Nord America . Così Pesantemente tagliata dalla Ladd Company contro la volontà di Leone, la storia del film è stata riorganizzata in ordine cronologico, che ha avuto l’effetto di rendere il tutto ancora più difficile da seguire. La maggior parte dei tagli, ha riguardato le sequenze d’infanzia, facendo delle sezioni nel 1933 la parte più importante del film. Tutte le scene nel 1968 con Deborah sono state escisse, e la scena con il “Segretario Bailey” si è conclusa con lui che si spara (anche se fuori scena), piuttosto che la famosa conclusione con il camion della spazzatura della versione da 229 minuti. La versione ridotta, uscita su VHS negli anni ottanta, è ben poco richiesta e quasi impossibile da trovare.

Una versione televisiva di tre ore (senza pubblicità) è stata brevemente disponibile nei primi anni a metà dei ’90, mantenendo il film in ordine non cronologico, ma ancora lasciando fuori diverse scene chiave. Questa versione è stata recentemente riutilizzata in passaggi del film per il canale AMC TV.

Il DVD brasiliano (Warner) è fortemente censurato sfocando e re-inquadrando la scena di una donna nuda che finge di essere morta nel retro di un carro funebre sfocando e e togliendo dei frame. Questi tagli sono stati originariamente compiuti anche nella versione coreana. La prima versione brasiliana della Flashstar è invece uncut.

Per l’uscita del DVD in Germania come in Italia, il film è stato completamente ridoppiato. La ragione di questo è sconosciuta in quanto l’uscita in VHS conteneva il doppiaggio originale e venne distribuita dalla stessa etichetta la Warner Home Video.

Un nuovo montaggio è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2012 – il nuovo montaggio è di 255 minuti.

Curiosità


america 5

Le scene a Miami Beach vennero effettivamente girate al Don Cesar Resort a St. Petersburg, in Florida.

Le riprese durarono continuativamente dal 14 giugno 1982 al 22 Aprile 1983.

In questo film interpretato da De Nito e Joe Pesci, Treat Williams interpreta un personaggio di nome Jimmy Conway. De Niro e Pesci hanno recitato nel film di gangster “Quei bravi ragazzi -Goodfellas” dove De Niro ha interpretato un personaggio di nome Jimmy Conway.

De Niro ha suggerito che James Woods avesse una serie di denti perfetti, luminosi e bianchi per dimostrare la ricchezza e la vanità del Segretario Bailey. I produttori esitarono per il costo, motivo per cui De Niro pagò lui stesso.

Il bar in cui i cinque giovani membri della banda dibattono se prendere il dollaro che il barista offre loro per bruciare l’edicola mentre rotola lì ubriaco, è la Birreria McSorley al 15 E. 7th St. vicino a Saint Mark Place. Ha aperto nel 1854 ed è il più antico bar continuativamente aperto negli Stati Uniti. L’edificio all’uscita dei ragazzi non è, tuttavia, l’esterno della McSorley.

Leone era stato originariamente intenzionato a realizzare il film tratto dal romanzo autobiografico di Harry Gray “The Hoods ” in un modo normale di narrazione lineare, ma durante gli anni settanta ha iniziato a espandere la storia con una serie di sceneggiatori tra cui Norman Mailer e Stuart Kaminsky in un racconto epico e semi-surreale.

Da quanto riferito ci sono voluti molti anni affinchè Leone potè garantirsi i diritti del libro di Harry Grey sul quale il film è stato basato, perché un altro e famoso produttore, Dan Curtis, ne deteneva i diritti e non era disposto a rinunciarvi. Quindi, nel 1976 Leone si rivolse al Principe Alberto di Monaco, che convinse Curtis a rinunciare ai diritti in cambio del finanziamento dei Grimaldi a “Ballata macabra” (Burnt Offerings), un film in sostituzione interpretato da Oliver Reed e Bette Davis.

Secondo un’intervista con Stuart Kaminsky (sull’edizione speciale in DVD), il contorno della storia che gli era stato dato constava di circa 200 pagine. A Kaminsky venne chiesto da Leone di riempire i dialoghi in 200 pagine da ultimare. Kaminsky è tornato con un progetto che era di 400 pagine e Leone lesse tutte le 400 pagine della bozza di fronte a Kaminsky, non appena gli vennero date.

Il distributore americano di riferimento, non è riuscito a presentare la documentazione corretta in modo che lo score di Ennio Morricone, considerato uno dei suoi migliori, potesse essere inserito nelle nomination per un Academy Award.

Questo fu il primo ruolo cinematografico di Jennifer Connelly.

Quando le riprese furono completate, il materiale filmato durava per un totale di 8-10 ore. Leone e il montatore Nino Baragli tagliarono il filmato di circa 6 ore, con il piano di arrivare ad un montaggio definitivo del film in due parti di tre ore. I produttori rifiutarono questa idea e Leone dovette tagliare ulteriormente il film fino a 3 ore e 49 minuti.

Mentre la versione di 229 minuti del film è stata sempre propagandata come la versione definitiva del film, Leone voleva che il film avesse una durata di 250-265 minuti. La versione di 229′ fu il risultato di un ulteriore taglio finale di 45′ che Leone considerava essenziali, andati a finire sul pavimento della sala di montaggio, tra cui: ulteriori spiegazioni per il pubblico dei rapporti di lavoro, Noodles che incontra Carol nel 1968, e una buona dose di filmati di una relazione di Noodles con Eva.

La scena in cui Noodles porta Deborah a cena è stata girata al Lido di Venezia, mentre il fatale ritorno a casa è stato girato a poca distanza dall’oceano sulla costa del New Jersey.

Leone è sempre stato noto per il suo uso dinamico del formato 2.35:1. Questo è stato il suo unico film non girato in formato 2.35:1.

Nelle prime fasi della produzione, Gèrard Depardieu era stato scelto per impersonare Noodles giovane, e Jean Gabin da vecchio. Depardieu si era detto disposto ad imparare l’inglese con un accento di Brooklyn per il ruolo.

Joe Pesci suggerì Larry Rapp per il ruolo di Fat Moe, avendo lavorato con lui in “Dear Mr. Wonderful”.

Gli esterni della scena in cui Noodles adulto visita la cappella -mausoleo che contiene i corpi dei suoi tre amici è stata girata al Woodlawn Cemetery nel Bronx. Il mausoleo era in realtà quella di Jonathan “To bet a million” Gates”, uno dei fondatori della Texaco e l’uomo accreditato come l’inventore del filo spinato.

De Niro chiese un incontro privato con l’ancora vivo notissimo boss Meyer Lansky per preparare il suo ruolo di Noodles. La richiesta è gli è stata negata.

Joe Pesci venne originariamente provinato per il ruolo di Max, ma Leone lo convinse che non sarebbe stato del tutto adatto per il ruolo. Come un favore ad un amico De Niro ha detto a Leone che Pesci sarebbe stato adatto per qualsiasi altro ruolo e che avrebbe potuto scegliere uno qualsiasi dei ruoli disponibili, e che lo voleva come attore al suo fianco. Infine Pesci scelse la parte di Frankie, che era molto più grande nel copione originale di quanto non sia nel film finito.

A Leone venne detto di ottenere un film che avrebbe avuto una durata di 2 ore e 45 minuti. Il suo montaggio finale fu di quasi 4 ore. I distributori americani reagirono con l’ablazione di un’ora dal tempo di durata (anche se il montaggio finale di Leone è stato visto nella sua interezza in Europa).

Pochi giorni prima della premiere del film nel 1984, Treat Williams scoprì che il film sarebbe stato distribuito in una versione di due ore, e non nella versione di quattro, e così sarebbe stato mostrato al cinema. Subito si fece sentire dicendo che nessuno avrebbe capito il film nella versione ridotta. In effetti, il film non fece poi bene nei cinema americani, e venne escluso dagli Oscar non ricevendo nessuna nomination. Quando le versioni di video e dvd furono fatte uscire contenenti la originale versione di quattro ore, il film alla fine ha trovato il successo commerciale e di critica.

Questo è stato l’ultimo film di Leone.

Ci sono voluti sei scrittori, tra cui Leone, per adattare la sceneggiatura del film dal romanzo di Harry Grey.

Anche se non menzionato il tempo trascorso in carcere da Noodles nel film è di 12 anni. Questo può essere arguito quando Deborah (prima che Noodles si riunisca al bar poco dopo che viene rilasciato) gli dice che il conto alla rovescia era partito da 4566 giorni finché non sarebbe riuscita a vedere di nuovo Noodles.

Questo film è uno dei due con protagonista De Niro a finire con la canzone “God Bless America”. L’altro è “Il Cacciatore”.

La performance di Jennifer Connelly attirò l’attenzione di Dario Argento, che aveva lavorato a stretto contatto con Leone per “C’era una volta il West”, lanciandola nel suo primo ruolo da protagonista in “Phenomena” .

Nel mese di ottobre 1975, Leone ebbe a dichiarare che il cast avrebbe avuto Gérard Depardieu come Noodles e Richard Dreyfuss come Max, con James Cagney a interpretare il vecchio Noodles e Jean Gabin a impersonare il vecchio Max. Tuttavia, mentre Cagney e Dreyfuss sono stati lusingati dalla proposta, Cagney aveva le mani tremanti e Dreyfuss non si sentiva che per lui fosse il momento giusto per prendere la parte di Max.

Secondo Leone, oltre 200 attori furono provinati per la parte di Max.

Leone aveva rifiutato l’offerta di dirigere”Il Padrino”, occasione perduta che ha deplorato profondamente. Ciò può essere in parte in parte il motivo che l’ispirato a realizzare un film di gangster, Leone ha anche notevolmente utilizzato la tecnica a flashback pionieristicamente provata ne “Il Padrino -Parte II”.

Ennio Morricone aveva originariamente composto il “Deborah’s Theme” negli anni settanta per un altro film, ma venne rifiutato. Morricone ha presentato il pezzo a Leone per l’uso nel film, ma Leone era inizialmente riluttante a usarlo perché lo considerava molto simile al tema principale di Morricone per “C’era una volta il West”.

Secondo James Woods , un critico ha giudicato la sua interpretazione nel film (in tutti i suoi 144 minuti di versione) la peggiore del 1984, anni dopo, lo stesso critico ha visto l’originale versione di 229 minuti e l’ha definita la migliore degli anni ottanta.

E’ opinione di James Woods che questo film sia stato l’opera più bella di Leone.

Durante la commovente scena con il bambino, la musica ascoltata è “La Gazza ladra” (“La Gazza ladra”), una ouverture musicale del compositore italiano Gioacchino Rossini.

L’opera sinfonica “Amapola”, può essere ascoltata a più riprese nel film: durante le danze di Deborah è una versione jazz sul grammofono, la band di Fat Moe interpreta la melodia (anche sul jazz) nel bar clandestino, e una versione più moderna viene riprodotta durante il re- incontrarsi di Noodles con Deborah.

La vista sulla strada di Manhattan Bridge (come si vede nella locandina del film), può essere veduta dalla Washington Street, Brooklyn.

Leone basò lo stile visivo del film sui dipinti di artisti come Reginald Marsh, Edward Hopper, Norman Rockwell e Edgar Degas (per le scene di danza di Deborah) e le fotografie di Jacob Riis (per le sequenze nel 1922).

Nei primi anni sessanta Leone e il suo fratellastro Fulvio Morsella lessero una traduzione in italiano del libro di Harry Grey “The Hoods/A mano armata”. Il libro afferma di essere “un racconto autobiografico” della vita di un gangster ebreo nel Lower East Side di New York, ed è stato scritto da Grey, mentre egli era stato incarcerato nel carcere di Sing Sing. Leone è stato molto preso dal libro, e se ne è servito come la sua principale fonte di ispirazione nel fare un film di gangster che catturasse lo spirito dell’America.

Franco Ferrini era un giovane critico cinematografico e grande ammiratore dei film di Leone, quando il regista gli ha chiesto di contribuire alla sceneggiatura del film negli anni settanta.

Il “Cantico dei Cantici”, come letto nella Bibbia ebraica, si sente due volte nel film. La prima volta, quando è Deborah a declamarlo e Noodles la spia, la seconda volta, Noodles lo recita a Deborah mentre sono sulla spiaggia. In particolare, i personaggi stanno raccontando in base alla loro comprensione del Cantico, quindi nessuna delle due versioni è abbastanza precisa.

Per stabilire l’atmosfera, pezzi della colonna sonora di Morricone venivano diffusi durante le riprese.

Due (forse intenzionalmente) anacronismi musicali sono presenti nel film: la canzone “God Bless America”, ascoltata all’inizio e alla fine del film (nel 1933), è la versione di “This is the Army”, e il “Summertime” interpretato come pezzo da un gruppo jazz in spiaggia, quando il proibizionismo è abrogato, furono composte nel 1935, due-tre anni dopo l’abrogazione.

Lo script originale del film è stata completato nel mese di ottobre 1981 ed era lungo 317 pagine.

Durante le riprese, Leone salutò De Niro come attore molto migliore di Clint Eastwood, che Leone aveva diretto (tre volte, e del quale Leone era stato geloso per come in quel momento Eastwood venisse sempre più considerato come regista, secondo lui anche nei suoi riguardi). Tuttavia, poi Leone ha fatto la sua pace con Eastwood e ritrattato queste affermazioni.

Il film ha richiesto così tanto tempo per essere fatto che il suo compositore Ennio Morricone aveva finito la maggior parte della colonna sonora prima che le riprese avessero neanche raggiunto la metà del loro percorso.

Per la scena in cui Noodles ragazzo spia nuda la giovane Deborah,l’ attrice Margherita Pace è stata accreditata come Body Double della giovane Connelly, nonostante avesse fatto anche lei la stessa scena. Quella scena è stata tagliata per conto dei cineasti.

Il film è stato presentato al Festival di Cannes 1984, a suo tempo nell’originale durata di di 229 minuti, ma alla sua uscita americana il film è stato pesantemente modificato dalla Ladd Company(contro le volontà di Leone) e ridotto a 144 minuti. Questa versione ha demolito la struttura a flashback che aveva usato Leone, e dispose invece tutte le scene in ordine cronologico (una mossa dalle buone intenzioni, ma in ultima analisi, umiliante e criticabile). La maggior parte dei tagli sono stati operati principalmente nelle scene d’infanzia, facendo delle parti ambientate nel 1933 quelle più importanti del film. Il re-incontro di Noodles con Deborah nel 1968 è stato rimosso, e la celeberrima conclusione con il “compattatore per rifiuti / La Fumeria d’Oppio” è stata modificata con il Segretario Bailey che si spara fuori campo. Questa versione fu un flop negli Stati Uniti e molti critici americani, che sapevano del montaggio originale di Leone, attaccarono la versione breve brutalmente; alcuni critici rispetto all’accorciamento del film parlarono di un accorciamento di un’opera di Richard Wagner (alcune delle quali durano più di cinque ore), dicendo che la funzione delle opere d’arte è che esse sono destinate ad esistere a lungo, quindi gli dovrebbe essere dato il rispetto che meritano.

© Riproduzione Riservata

ScreenShot


shot1

shot2

shot3

shot4

shot5

RelatedPost

Commenti

commenti

Precedente ReUniOn - Raduno Mondiale Università di Bologna Successivo Grande Torino - La Tragedia di Superga