Il Dio di Spinoza – Cos’è la Libertà?

di Juanne Pili.

Spinoza coglie il problema che aveva caratterizzato tutto il pensiero medievale e che limiterebbe qualsiasi tentativo di concepire il divino. Esiste Dio? Cosa sarebbe esattamente la libertà?

spinoza

Si tratta in fin dei conti di un problema antico; quello di attribuire a Dio caratteristiche umane.

«Coloro i quali confondono la natura divina con quella umana, facilmente attribuiscono a Dio affetti umani».

Il filosofo procede con un ragionamento “geometrico”, per assiomi, a disciogliere i nodi della scolastica – come in parte già era riuscito a fare Cartesio – così, la sostanza è:

«Ciò che è in sé ed è concepito per sé».

Concetto che non ha bisogno di altri per essere riconosciuto. Le modificazioni «ciò che è in altro» implicano invece altri concetti per essere riconosciute. La causa è sempre esterna, non può essere insita nelle cose. Ora possiamo dunque sostenere che:

«Quanta più realtà o essere ciascuna cosa ha, tanti più attributi le competono … L’attributo infatti è ciò che l’intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua essenza e per ciò deve essere concepito per sé».

Ecco quindi tre importanti implicazioni del ragionamento di Spinoza:

1. esiste un’unica sostanza infinita;

2. Dio è questa sostanza (spogliata di attributi e affetti antropomorfi);

3. Dio in quanto sostanza infinita esiste necessariamente.

Se volete si può azzardare una analogia molto forte tra il Dio di Spinoza e il concetto attuale di spazio-tempo (proprio nel senso di Einstein); per non parlare del concetto di «Universo dentro un guscio di noce» (nel senso di Hawking). Molto affascinante, se non altro perché Spinoza ci mostra come sia impossibile per la ragione dimostrare la non esistenza di Dio. Se e solo se, spogliamo il concetto di Dio degli attributi antropomorfi – come già il greco Senofane faceva notare – tutto assume un certo senso. Al di là di questo, ha senso chiamarlo ancora Dio? Forse i fisici parlano ancora di “etere” per definire lo spazio-tempo? Le parole hanno una data di scadenza, a prescindere dal loro “contenuto”.

Se esiste Dio, cos’è realmente?

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Anche la mente è metafisica. Specialmente da quando Cartesio comincia a riflettere sul cogito. Spinoza se ne interessa e procede sempre per assiomi ad una analisi logica del problema che animò anche la scolastica dividendo realisti e nominalisti.

«L’essenza dell’uomo non implica l’esistenza necessaria».

Vale a dire che io come qualcun altro siamo emanazioni e non tutte per forza di cose che esistono. Un discorso da ricovero immediato in manicomio, ne converrete, tanto più che si andrebbe a perdere l’oggettività delle cose. A meno che io non ipotizzi che:

«Il pensiero è un attributo di Dio, ossia Dio è una cosa pensante».

Possiamo rovesciare questo ragionamento con Feuerbach: In sostanza, noi creiamo Dio con le nostre idee. Egli si potrebbe identificare nella coscienza collettiva. In Spinoza l’indubitabilità di Dio va a coincidere con l’indubitabilità dell’Io. Dio viene ad essere il contenuto immediato del pensiero, nella misura in cui viene identificato con la sostanza infinita. Ma se questa sostanza è pensiero otteniamo un iperuranio platonico sceso in terra, spianando la strada all’idealismo di Fichte ed Hegel.

Esiste il Libero Arbitrio?

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In ultima analisi nel pensiero di Spinoza vi è un ritorno, per così dire, al paganesimo ed al pensiero greco. Il suo è un Dio pagano spogliato di tutti gli attributi antropomorfi. Dal pensiero storico-lineare del finalismo giudaico-cristiano-islamico si torna al ciclico; Spinoza nega infatti il libero arbitrio in favore del determinismo. Il Dio di Spinoza è l’insieme infinito delle idee a cui si somma l’ordine delle leggi di natura:

«Se la pietra che cade dalla rupe potesse pensare, anch’essa potrebbe figurarsi di cadere di propria volontà, a proprio piacimento. La nostra presunta libertà non è diversa dalla libertà di questa pietra».

In fin dei conti stiamo parlando di una metafisica parmenidea, dove tutte le cose sono oggettivazioni, aspetti della sostanza divina, unica e immutabile. Così non esiste l’immortalità individuale; si tornerebbe nell’unità di Dio. Così, Panteismo e Logica tornano ad incontrarsi. Non a caso Spinoza è stato definito «l’ultimo dei filosofi greci – ovvero – un greco gettato nella modernità».

Russell dirà di lui:

«Spinoza è il più nobile ed il più degno d’amore dei grandi filosofi».

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