Facebook Riconosce la Libera Identità di Genere

di Mariarosa Signorini.

Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg si schiera apertamente in favore della libera espressione dell’identità di genere. Sulla falsariga di quanto già sperimentato nella versione inglese della piattaforma.

facebook2Da questa settimana gli utenti italiani di Facebook potranno scegliere fra diversi termini per caratterizzare la loro identità di genere, decidendo con chi condividere tali informazioni.

Basterà andare su:

Informazioni / informazioni di contatto e di base / sesso / personalizzata.

Le opzioni sono infinite. Proviamo ad esplicare il significato di alcuni termini:


facebook1Cisgender uomo/cisgender donna: colui che si identifica nel genere assegnato alla nascita;

Uomo trasgender/donna trasgender: colui che si identifica in un genere diverso da quello assegnato alla nascita;

Ulteriore livello di specifica: MtF (male to female) indica una persona in transizione da “maschio” a “femmina”. FtM (female to male);

In esplorazione: colui che non è ancora certo di quale sia il proprio genere e sta contemplando diverse opzioni;

Intersessuale: colui i cui cromosomi, genitali e/o caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili;

Bigender: colui che si identifica in due generi allo stesso tempo;

Genderqueer: colui che non riconosce la binarietà del genere uomo/donna e si posiziona oltre;

Pangender: colui che si identifica in tutti i generi;

Agender: colui che non si identifica in alcun genere, poichè nessuna delle caratteristiche attribuite ai diversi generi gli si confà e perciò li riconosce, ma non li fa propri;

Androgino: colui che riconosce in sè caratteristiche e qualità sia “maschili” che “femminili”. Può andare oltre e definirsi anche demi-girl o demi-guy, identificandosi in parte come una ragazza o un ragazzo, ma non un ragazzo o ragazza nella sua totalità;

Genderfluido: colui che è in costante evoluzione attraverso lo spettro.

Si potranno, infine, scegliere i pronomi, anche al di fuori della dicotomia lei/lui, che si preferisce vengano utilizzati nei nostri confronti. Che dire? Sicuramente è un’iniziativa libertaria da plaudire e noi fiduciosi confidiamo nessuno presenti petizioni volte a tutelare la famiglia, che sicuramente non appare inficiata da ciò.

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