Droni – Tutto Quello che Devi Sapere

di La Redazione.

Da DHL ad Amazon fino ai medicinali, il futuro dei trasporti vedrà l’impiego su larga scala dei droni, e la legge subito si adegua.

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Se sotto l’albero di Natale ne avete trovato uno, niente di strano che siate stati anche scherniti dai presenti con le solite frasi fatte, “ma quanti anni hai?”, “ma non è il momento di crescere?” et similia. Opinioni che rimarrebbero tali sapendo che, per quanto possa sembrare un giocattolino, potrebbe anche rappresentare il primo accesso ad una nuova professione? Non stiamo parlando di fantascienza, visto che lo scorso autunno l’ENAC, l’ente nazionale aviazione civile, ha introdotto la prima normativa riguardante l’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto, comunemente noti come droni. Il nuovo codice fa un primo distinguo tra gli APR, aeromobili a pilotaggio remoto appunto, e gli aeromodelli da impiego ricreativo. I droni stessi poi, sono suddivisi a loro volta in due categorie, sopra e sotto il 25 kg di massa; per i primi è stato introdotto il concetto di “autocertificazione”, ovvero volare in condizioni “non critiche” avverrà a discrezione e responsabilità dell’operatore. Cosa si intenda per condizioni non critiche sembra un concetto un po’ vago, zone abitate e zone industriali sono considerate ad esempio condizioni critiche. Coloro che invece utilizzano o vorranno utilizzare APR con massa uguale o superiore a 25 kg dovranno passare attraverso una trafila ben più rigorosa, comprendente la certificazione del velivolo e l’autorizzazione al conducente indipendentemente dalle condizioni in cui intenda operare, ma ciò rappresenta il minimo; questi velivoli infatti non sono considerati affatto dei giocattoli per bambini mai cresciuti, visto che devono essere assicurati per i danni a terzi, ed il mantenimento della qualifica comporta l’obbligo di effettuare un certo numero di ore di volo, 3 decolli e 3 atterraggi ogni 90 giorni come da circolare.

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L’ENAC ha inoltre trasmesso l’elenco di tutte le strutture abilitate ad effettuare la formazione e l’aggiornamento dei conduttori di APR, visto che di recente si sono moltiplicate le offerte di scuole che millantano la possibilità di rilasciare la “patente” per drone riconosciuta appunto dall’ENAC. Che la faccenda sia più che seria lo conferma l’interesse, per tali velivoli, di grandi gruppi come DHLAmazon e Google. Se Amazon ha già avviato la trafila per impiegare i droni al posto dei soliti corrieri, l’azienda tedesca avrebbe già sperimentato la consegna di medicinali in territori difficili come le isole Frisone, raggiungibili solo con traghetti ed elicotteri. L’impiego di tale sistema avrebbe, secondo tali società, molteplici vantaggi; a parte il costo d’esercizio assai ridotto, un elicottero costa qualcosa come 1.300 € per ora di volo, il drone avrebbe impatto ambientale zero trattandosi di un velivolo totalmente elettrico, che con i dovuti accorgimenti potrebbe operare anche in situazioni ambientali estreme, in presenza di pioggia, ghiaccio o in ambiente desertico, portando non solo medicinali e altri generi di prima necessità, ma anche sacche di sangue o addirittura organi destinati al trapianto. Come già accaduto per internet, il drone potrebbe essere la nuova frontiera della tecnologia militare convertita ad uso civile, non solo come già accade per il monitoraggio ambientale o nella lotta agli incendi boschivi, qualcuno già li impiega per la consegna delle pizze!

Droni e Fotovoltaico


Quando grandi quantità di moduli fotovoltaici (insieme di pannelli, che a loro volta sono formati da celle) vengono impiantati in vaste aree subentra in maniera molto accentuata il problema della loro pulizia e manutenzione, che se non dovessero essere costanti ed adeguate ne comprometterebbero sensibilmente l’efficienza energetica.

Credit: Politecnico di Milano
Credit: Politecnico di Milano

I ricercatori del Politecnico di Milano hanno così pensato di affidare ai droni il compito di monitorare gli impianti fotovoltaici. Avevamo già trattato di questa tecnologia e degli svariati modi in cui questi robot volanti possono rivoluzionare la nostra esistenza.

Muniti di fotocamere e sensori potranno controllare, in tempi notevolmente ridotti, lo stato dei moduli fotovoltaici, in modo da effettuare manutenzioni puntuali e mirate. Saranno coordinati da un programma apposito, ideato dai ricercatori del Politecnico, la cui sperimentazione è stata documentata nel Journal of Photovoltaics.

Questi apparecchi saranno in grado anche di individuare eventuali difetti degli impianti (bolle, incrinature, corrosioni, eccetera) che possono compromettere l’assorbimento dell’irradiazione solare. I droni sono stati equipaggiati anche di termocamere. Tra le anomalie più insidiose e difficili da individuare – per un Umano – ci sono le cosiddette “bave di lumaca” e le microrotture, che i robot riescono invece a scovare senza problemi.

La combinazione di droni diversi in volo completa il tutto, si tratta di un modello preso in prestito da api e formiche, dove il singolo può fare molto poco; è l’insieme che conta. Un principio di cui anche noi, esseri biologici, dovremmo fare tesoro.

Contest per Droni


I droni sono tra le innovazioni tecnologiche viste con maggior diffidenza – per alcuni si tratta di vera e propria “paura” – fin’ora ne abbiamo sentito parlare solo in Tv, quasi totalmente associati a missioni militari.

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Credit: Roma Drone Expo&Show

I social network già se li contendono per poter bypassare i satelliti delle agenzie spaziali, si sperimentano droni specializzati per diversi usi, sanitari, domestici e addirittura “turistici”.

Così non c’è niente di meglio di una fiera per cominciare a far famigliarizzare la gente con questi nuovi misteriosi apparecchi, che potrebbero smettere di essere impiegati solo a scopi bellici, finendo per diventare ottimi compagni dell’Uomo. Che sia un bene o un male; che se ne possa leggere tra le righe un piano propagandistico, quanto di marketing, non è materia nella quale desideriamo addentrarci, per ora. Fatto sta che a Roma si tenne tra il 24 e il 25 maggio 2014 la Drone Expo&Show, nelle strutture dello Stadio Alfredo Berra. Assieme agli apparecchi militari, il salone aeronautico ospitò anche i droni contadini, registi, guardiani, eccetera.

Si videro i droni in azione, nelle loro varie mansioni. In tutto svolazzarono per la città 50 modelli, quasi tutti avevano a che fare con questioni inerenti l’aeronautica, abbinate a mansioni che non hanno niente a che fare con questioni militari: Dal drone che monitora le coltivazioni a quello che soccorrerà i profughi in mare, come il Predator – magari il nome non è proprio rassicurante, ma è il risultato che conta.

Droni e Turismo


In Veneto c’è chi riesce a usare i droni per i compiti più disparati, dal bibliotecario al sommelier, potrebbero rappresentare una ulteriore risorsa per il turismo in Italia.

Credit: ANSA
Credit: ANSA

Castelfranco Veneto – Gli studenti dell’Ipsia Galilei si sono sbizzarriti nello sviluppo di droni specializzati nel settore turistico; possono essere impiegati come guide turistiche – in Giappone ne sanno già qualcosa, benché lì si parli di robot antropomorfi – oppure dedicarsi alla catalogazione e distribuzione di libri nelle biblioteche e tanto altro.

Daniele Pauletto, professore che coordina lo studio, è entusiasta:

«Il progetto è partito con i ragazzi dell’ultimo anno, ma poi ha “contaminato” anche gli altri. I ragazzi hanno una visione diversa dei droni rispetto agli adulti, che immaginano solo applicazioni legate ai video. Sono molto più creativi».

Come dimostrano i ragazzi che hanno lavorato a questa ricerca, i droni potranno un giorno fare le pulizie in albergo e accompagnare i turisti a fare shopping, interagendo con essi attraverso dei sintetizzatori vocali. Infine potremo avere anche dei “droni sommelier”, a breve gli studenti del Galilei sperimenteranno un “drone bibliotecario”.

Per ora nessuno di loro è ancora in grado di friggere un uovo o rifare un letto.

Droni Medusa


Erano state già realizzate delle meduse robot che nuotano sott’acqua. Adesso arrivano i “droni-medusa” volanti.

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Questo prototipo ha un albero motore che sbatte alternativamente due pale opposte a forma di petalo. E’ stato creato con film di “Mylar” e carrozzeria in fibra di carbonio, pesa meno di tre grammi, la sua stabilità dipende proprio dal fatto che possa oscillare senza capovolgersi. Questa sorta di “gelatina volante” è più stabile dei robot che si basano sulle dinamiche di insetti e uccelli, che richiedono coda, le vele , ed un sistema di feedback ambientali per rimanere in piedi.

 

I ricercatori possono regolarne velocità, dimensione del battito e direzione. Questi minidroni saranno impiegati in campo militare e nel monitoraggio del traffico. Gli scienziati si chiedono a questo punto come mai nessun animale si sia evoluto in questo modo, visti i vantaggi superiori rispetto al volo di uccelli e insetti. Forse un “perché” non esiste a prescindere. Dovremmo presupporre una intelligenza divina e attiva, mentre – anche in questo caso – abbiamo la dimostrazione di come l’evoluzione sia determinata in maniera “incosciente” dall’ambiente e dalla variabilità genetica.

 

La Paura dei Droni


Il Pew Research e lo Smithsonian Magazine hanno condotto un sondaggio su un migliaio di americani, dal quale risulta ottimismo verso le nuove tecnologie, ma senza esagerare.

oblivionCiò che invece non possono sopportare sono le tecnologie ritenute troppo indiscrete e pervasive; quelle che in Europa siamo abituati a chiamare “americanate”, insomma. Quanto può valere un sondaggio come questo? Per chi si occuperà di mettere sul mercato certi nuovi prodotti può essere un buon indizio, per altri no, vederemo perché. Gli americani sembrano sensibili ad un problema di fondo – che possiamo leggere tra le righe di questo sondaggio – ed è il processo di disumanizzazione che si porta dietro la tecnica in generale. Con tutte queste formidabili protesi, cosa ci resterà di umano? I Dispositivi indossabili che rappresentano l’ultima frontiera della tecnologia sono visti ancora con una certa diffidenza, solo il 37% degli intervistati hanno dato un giudizio positivo ed il 53% rimane scettico all’idea di un futuro dove si va in giro portando delle protesi che ci renderebbero ulteriormente tracciabili.

I Droni che Amazon conta di utilizzare per le sue spedizioni sono visti con uguale diffidenza dal 63% degli americani intervistati. Si tratterebbe del servizio Prime Air, che dovrebbe essere lanciato nel 2015. Difficile pensare di poter celebrare il requiem dei tradizionali servizi postali, senza contare i problemi logistici che implicherebbero questi “pacchi volanti”. Il 63% degli intervistati ha detto che se i droni volassero attraverso la maggior parte dello spazio aereo degli Stati Uniti ci sarebbe un cambiamento in peggio.

L’importanza di questo studio sta nel fatto che la popolazione americana, pur capendo l’importanza del progresso tecnologico, da un lato non si rende conto della rapidità con cui questo processo sta avvenendo, dall’altro si dimostra diffidente di fronte a certi “eccessi” che potrebbero compromettere la loro sfera privata. E’ probabile che risultati simili possano risultare anche ripetendo il sondaggio su campioni rappresentativi di altri paesi occidentali. Si tratta di una premessa dei futuri dibattiti etici e politici? Non è detto, perché c’è una forza opposta al progresso, quella che segna il picco dei combustibili fossili. Fino a che punto il progresso potrà essere sostenuto? In nome di quali altri sacrifici? Parliamone.

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