Daniza – No alla Archiviazione

di Mariarosa Signorini.

Martedì si è tenuta l’udienza avanti il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento, Dott. Carlo Ancona, relativa all’opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento sulla morte dell’orsa Daniza.

danizaLa richiesta di archiviazione era stata presentata dal Pubblico Ministero, Dott. Amato, tempo fa, ma La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente e altre associazioni animaliste, quali la Lav, avevano presentato opposizione alla stessa. Il giudice ha disposto la ritrasmissione degli atti al Procuratore Generale per il proseguimento delle indagini. L’unico indagato, un veterinario pubblico, Ivo Casolla, che somministrò il letale anestetico, ha, altresì, presentato la richiesta di oblazione (rito alternativo al giudizio penale mediante il quale, con il pagamento allo Stato di una somma di denaro prestabilita, si estingue un reato contravvenzionale – reato di minore gravità – è, pertanto, una sorta di depenalizzazione negoziata) ottenendo di pagare la somma di 2000 euro per il reato di distruzione di fauna selvatica.

Si è parlato anche della presunta scomparsa dei figli di Daniza – più o meno allo stesso modo – ma la “notizia” si è rivelata essere una bufala.

La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente ha rilevato, durante l’udienza, che la scelta della Provincia di Trento di catturare l’orsa Daniza non è stata adeguatamente motivata. Ha affermato che la sua successiva morte è stata provocata «senza necessità» ed è stata accettata dalle persone responsabili, che hanno ritenuto l’animale quale «pericoloso», come possibile conseguenza delle loro azioni e/o delle omissioni. L’elemento soggettivo del reato deve, pertanto, essere ritenuto il dolo eventuale o indiretto, tipico dei reati commessi a danno degli animali. Nel dolo eventuale, appunto, l’agente si rappresenta la possibilità che l’evento si verifichi, accettandone il rischio.

Gli animalisti hanno anche chiesto che le indagini siano affidate al Corpo Forestale dello Stato (non a quello provinciale). E’ stato, altresì, rilevato che le indagini debbano seguire le seguenti direzioni:

1) le scelte dell’amministrazione provinciale e dell’Asl di Trento per salvaguardare l’incolumità della popolazione dagli “attacchi” degli orsi (e di Daniza in particolare);

2) l’iter seguito per dichiarare la pericolosità dell’animale, segnatamente se essa sia stata adeguatamente motivata ed accertata da esperti con competenze specifiche;

3) i criteri di scelta del medico veterinario e dello staff incaricato alla cattura dell’orsa e della telenarcosi” (anni di esperienza professionale, conoscenza approfondita dei plantigradi, possesso della relativa licenza prevista dal testo unico sulla sicurezza, rimedi a disposizione per gestire le eventuali emergenze).

La Federazione ha, infine, richiesto una perizia per accertare se l’orsa potesse esser definita o meno pericolosa. Dal canto suo la Lav chiede nuove indagini estese anche alle responsabilità politiche (ordinanza di abbattimento Daniza, dichiarazioni anti-orso da parte di consiglieri regionali) e anche sulla legittimità dell’ordinanza di cattura di Daniza. Il protocollo prevede la possibilità di catturare gli orsi problematici (ma Daniza non lo era) non di ucciderli. Per l’uccisione di Daniza la Lav chiede di verificare la posizione del presidente della Provincia di Trento Rossi, del vice presidente Olivi, dell’assessore-veterinario alla caccia Dalla Piccola e di ogni altro responsabile, per violazione dell’articolo 544 bis del Codice Penale – reato di “animalicidio” che prevede fino a 2 anni di reclusione.

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