Divorzio Breve – Ora è Legge

di Mariarosa Signorini.

Dopo 45 anni l’Italia è alla svolta sull’istituto del divorzio breve: battaglie, opposizioni, rinvii annosi hanno portato ad una riduzione dei tempi richiesti per poterlo ottenere.

divorzio breve

Con il voto alla Camera, caratterizzato da un forte consenso (398 sì, 28 no e 6 astenuti) il divorzio breve è legge – l’Italia non è più in coda rispetto agli altri paesi cosiddetti “avanzati” – per ottenerlo saranno necessari 6 mesi, qualora la separazione sia stata consensuale, e un anno nelle altre ipotesi, indipendentemente dalla presenza di figli. Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del Tribunale. Il regime di comunione dei beni fra i coniugi si scioglie allorquando il giudice autorizzi i coniugi a vivere separati o alla sottoscrizione della separazione consensuale. Il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso.

Ma facciamo un breve excursus storico sul divorzio. Nel 1800 il Codice di Napoleone consentiva lo scioglimento del matrimonio civile, ma era subordinato al consenso dei genitori e dei nonni. Nell’Italia unita il divorzio rimase un tabù. Nel 1902 il governo Zanardelli presentò una direttiva che avrebbe stabilito l’istituto del divorzio in caso di adulterio, lesioni al coniuge, condanne gravi, ma non venne mai approvata. Bisogna attendere la seconda metà degli anni sessanta per la battaglia in nome del divorzio: con il progetto di legge del socialista Loris Fortuna, le manifestazioni dei radicali, la lega italiana per l’istituzione del divorzio. Nel dicembre 1970 radicali, socialisti, comunisti, liberali e repubblicani approvarono la legge, con il dissenso della Dc e del Msi. L’Italia cattolica, antidivorzista, chiese però il referendum e il 12 maggio 1974, l’87,7% degli italiani andò al voto per scegliere se abrogare o meno la legge Fortuna-Baslini. Con quasi il 60% dei no restò in vigore.

Con la riforma del 1987 i tempi per richiedere il divorzio diminuirono da 5 a 3 anni. Ieri l’ulteriore passo avanti, anche se rimane ancora “molta carne al fuoco”, come per esempio il divorzio immediato, stralciato dal Ddl, e il riconoscimento delle unioni civili.

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