Cavie Umane – Contro la Sperimentazione Animale

di Juanne Pili.

Sono più di un milione le persone che quest’anno in Europa hanno firmato almeno una petizione contro la sperimentazione animale (SA); questo è quanto viene riportato sul portale web di Nature.

sperimentazione animale

Tante le alternative proposte, per nessuna di queste si riuscirebbero a trovare volontari disposti a provare l’efficacia di un farmaco sperimentato solo su una simulazione al computer o su una piastrina di Petri. Ed è proprio questo il nocciolo della questione, senza dover ricordare che in tutti i paesi civili la vivisezione è vietata e che vengono presi provvedimenti etici volti a ridurre al minimo la sofferenza delle cavie. Qualsiasi utilizzo della sperimentazione animale in Europa deve essere approvata dopo una discussione approfondita. Gli esperimenti vengono effettuati secondo severi controlli normativi. La società vede i benefici della ricerca sugli animali, ma non li cerca a tutti i costi. Non di meno, il costo etico di una sperimentazione umana senza passare attraverso la SA sarebbe molto più alto. Chi si offrirebbe volontario? Quale categoria di persone.

Sarebbe sufficiente proporre un tipo inverso di petizione: Troviamo volontari della classe media disposti a fungere da cavie per farmaci che non sono stati sperimentati con la SA. Volontari di classi disagiate – tristemente in aumento di questi tempi – sono già disponibili a fare molti lavori che “noi” non vogliamo più fare. Non sarebbe difficile trovare chi, per finire il mese o mandare a scuola i figli, sarebbe disposto a porre in gioco la sua salute. Immaginiamo quindi le conseguenze della somministrazione di farmaci mai testati in varie fasi – dal topino puccioso alla scimmietta biricchina – in larga scala a tutti i “disperati” che si riuscirebbero a raccattare. A tutto vantaggio di chi appartenendo a classi più abbienti usufruirebbe della calda coperta “etica” in difesa dei nostri amici animali. Mai più SA. Certo questo significherà che qualche “povero” finirà prematuramente i suoi giorni o li peggiorerà sensibilmente, ma ehi … Bobby e Fuffy saranno liberi!

Certamente, questa è una nostra interpretazione personale. Chiunque può smentirla proponendo una petizione come quella che abbiamo suggerito. Buona fortuna.

sperimentazione animale 2

Ad ogni modo, questo non può giustificare forme vere e proprie di tortura. L’offesa è certamente relativa. Se noi mettiamo un piede in faccia ad un essere umano non è come metterlo in faccia ad un cane; un giapponese che ci ride in faccia non fa altro che manifestare il suo imbarazzo nei nostri confronti, ecc; la tortura invece è universale. Qualsiasi essere dotato di coscienza può esserne soggetto. Torturare e sperimentare non sono la stessa cosa. Qualsiasi persona abbia la grettezza di sminuire l’eventualità che anche il più insignificante di un topo da laboratorio possa soffrire dovrebbe essere perseguito e possibilmente avviato ad un altro mestiere.

Oggi, quando si verificano violazioni delle norme che regolano la ricerca sugli animali, queste devono essere indagate a fondo. I ricercatori devono progettare i loro esperimenti e inviarne i dettagli ad un comitato apposito che dovrà decidere se approvarli o meno. Esistono in ogni paese europeo specifiche linee guida, anche nel caso di esperimenti sui tumori – per es. esiste un limite alla dimensione massima del tumore da inoculare e le istruzioni apposite per monitorarne la crescita e gli eventuali segni di sofferenza. Banalmente – se vogliamo anche “cinicamente” – una cavia sottoposta a tortura non è come una che invece subisce l’esperimento in relativa serenità; nel secondo caso infatti avremmo dati notevolmente più attendibili, perché sono tanti i fattori, anche insignificanti, che possono inficiare uno studio.

Nel suo articolo Nature assicura – fornendo anche dei precedenti – che la sua redazione non ha la minima intenzione di pubblicare risultati di esperimenti che non sono stati eseguiti secondo linee guida etiche. Non è la prima rivista scientifica a farlo, non di meno è importante che lo affermi chiaramente. Chiunque riesca a dimostrare di poter effettuare esperimenti efficaci con simulazioni ad alta precisione, senza ricorrere alla SA riceverà certamente un Nobel e anche se non fosse avrà certamente la stima che si riserva ad un Einstein, almeno ce lo auguriamo. Fino ad allora, se c’è qualche volontario che non lo farebbe per disperazione o follia, ma spinto da sincere motivazioni etiche, si faccia avanti e proponga una petizione tra i suoi pari. Altrimenti apriamo gli occhi: Non esiste farmaco che non sia stato sperimentato sugli animali e le uniche persone disposte a negare le cure più basilari ai loro figli esistono solo nella realtà virtuale di Facebook.

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