Foto Luce Bifronte – verso Computer Quantici e AI

di Juanne Pili.

Della doppia natura onda/particella della luce si è studiato e sperimentato parecchio. Oggi è stato possibile “fotografarla”. Questo passo avanti è un ulteriore passo verso i Computer Quantistici.

Credit: Fabrizio Carbone/EPFL
Credit: Fabrizio Carbone/EPFL

L’evento è stato compiuto dai ricercatori coordinati da Fabrizio Carbone al Politecnico di Losanna. Il tutto è stato poi pubblicato su Nature Communications. E’ stato battezzato bifronte della luce, questo ci avvicina sempre più alla possibilità di sfruttare tanto le proprietà elettromagnetiche quanto quelle corpuscolari, indispensabili per memorizzare ed elaborare a velocità sempre più grandi le informazioni di un calcolatore, come spiega all’ANSA lo stesso Carbone:

«Saper controllare e fotografare fenomeni di questo tipo può aprire la strada a circuiti per computer quantistici in cui far circolare un’onda di luce sia per trasferire le informazioni sia per leggerle».

Secondo Antonio Masiero, vice presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn);

«E’ un risultato molto significativo … diversi esperimenti hanno osservato con successo sia la particella che l’onda, ma sempre in maniera distinta e mai contemporaneamente’ … per Newton la luce era una particella, per Huygens invece un’onda. A fine ‘800 nelle equazioni di Maxwell sembrava aver trionfato la natura ondulatoria della luce ma nel 1905 Einstein mostra che la luce è costituita da particelle (quanti) che chiama fotoni».

L’esperimento svolto consiste nello “sparare” attraverso un nanofilo di metallo la luce . Divisa in due direzioni opposte, le due onde luminose sono state poi fatte conflagrare. Si è creata così una nuova onda di tipo stazionario, ovvero, restava sempre nello stesso punto, quest’ultima è stata così investita
da un flusso di elettroni accelerati, rallentati e deflessi dall’onda. Il microscopio ultraveloce in dotazione ai ricercatori ha così immortalato quanto accade.

Resta sempre il dubbio se quanto si è riusciti a immortalare esiste in natura o se frutto dell’osservazione stessa – una sorta di idealismo quantistico, insomma – sta di fatto ch’è riproducibile e decisamente utile allo sviluppo di una nuova generazione di computer, ovvero, verso l’Intelligenza Artificiale.

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