Luigi Garlaschelli – Sperimentare il Paranormale

di Juanne Pili.

Intervistiamo Luigi Garlaschelli, ricercatore poliedrico che ha indagato il paranormale, a volte, letteralmente sulla sua pelle.

garlaschelli

Nel preparare questa intervista mi sono divertito parecchio. Perché ho dovuto ripassarmi tutte le tue imprese: Nell’indagare sui fenomeni paranormali ti sei cimentato a fare le cose più disparate. Sono incappato pure in un video dove sei immortalato mentre, nel 1991, ti metti a fare un cerchio nel grano. Come nasce questo interesse?

Come nasce non lo so bene. Posso dire che, siccome sono curioso di natura, mi hanno sempre affascinato i misteri, le capacità apparentemente impossibili (non sempre lecite… non solo i segreti degli illusionisti, ma anche le abilità – che so – dei falsari, o degli scassinatori, ecc.! ). Poi a un certo punto ho scoperto che il vice-presidente del CICAP era il prof. Piazzoli, fisico delle particelle che lavorava a cento metri dal mio istituto a Pavia. Sono andato a trovarlo, e da lì è nato un interesse verso l’indagine razionale del mistero e delle pseudoscienze. Come amo ripetere, il piacere della ricerca e della scoperta vale mille volte la cieca accettazione di una credenza.

Come deve presentarsi esattamente un fenomeno alla scienza per essere riconosciuto paranormale?

Questo è un concetto a lungo dibattuto. Schematizzando, ci sono:

– fenomeni ancora inspiegati, tutto ciò che la scienza indaga quotidianamente, visto che ovviamente non si sa tutto;

– fenomeni rari o misteriosi, che se fossero dimostrati veri non violerebbero nessuna legge di natura (per esempio: l’esistenza dello Yeti, o degli alieni…);

– anomalie (che se esistessero metterebbero in discussione una o più delle scienze “dure” (se l’omeopatia davvero fosse efficace, o se la fusione fredda davvero avvenisse…);

– fenomeni paranormali, che invece – se veri – violerebbero principi assolutamente fondamentali della natura: la psicocinesi, la chiaroveggenza, la precognizione, lo spiritismo, e simili;

– e poi ovviamente i miracoli, che tecnicamente sono fenomeni paranormali nei quali sarebbe coinvolto l’intervento di una divinità, intesa come entità personale e distinta dalla Natura… il che complica ancora di più le cose.

In ogni caso, si tratta di definizioni “in negativo”. Come essere certi di avere escluso tutte le spiegazioni razionali prima di avallare un fenomeno come paranormale o miracoloso? Si tratterebbe sempre di una fallacia logica, ovvero un “argumentum ad ignorantiam”. E’ miracoloso ciò che non capisco. E questo avviene ancora e continuamente… Due ultime riflessioni: qualcuno pensa che se un vero fenomeno “paranormale” fosse mai confermato, dovrebbe poter essere studiato, riprodotto, seguire certe leggi, e in ultima analisi il paranormale diventerebbe normale. Il secondo fatto è però che dopo più di 150 anni di indagine scientifica, la comunità degli scienziati ancora non ha riconosciuto l’esistenza dimostrabile di nemmeno un vero fenomeno paranormale. Nemmeno uno. Il premio di un milione di dollari posto in palio da James Randi per chiunque dimostri un fenomeno paranormale in adeguate condizioni di controllo è ancora non riscosso dopo decenni.

Hai anche riprodotto i numeri dei Fachiri. Mastichi il vetro, ti infili chiodi nel naso, e ti ci sei anche sdraiato sopra. Si tratta di trucchi da illusionista, oppure occorre seguire una determinata preparazione?

Fu uno scettico indiano, Basava Premamand, che di professione faceva lo “smaschera-santoni” a introdurmi alla nobile arte del fachirismo. In questo campo si possono trovare trucchi da illusionista, e anche leggende mai verificate. Ciò che fa un vero fachiro, comunque, rientra nelle capacità fisiologiche di un normale essere umano. Non serve una particolare preparazione, men che meno “spirituale”. Basta sapere bene cosa fare…! Massimo Polidoro e io abbiamo anche scritto un manualetto sull’argomento (“I segreti dei Fachiri“, che ci ha valso pure – caso credo unico – una querela da parte di un fachiro che si riteneva vilipeso!). Poi, è ovvio, se parliamo di “capacità di un normale essere umano”, be’ le capacità fisiche degli uomini variano grandemente. Certe cose non sono alla portata di tutti, e nemmeno io posso fare tutto ciò che fanno alcuni fachiri, come non so fare l’acrobata da circo o correre i 100 metri in 10 secondi. Però mangiare il fuoco, farmi spaccare sullo stomaco con una mazza un pietrone da 30 chili, e fermare il battito del cuore lo so fare!

Non ti sei mai fatto male?

No, mai. Anche se – nonostante tutta la fiducia che si può avere verso i “maestri” – la prima volta che si prova un effetto un po’ di timore c’è!

Tra i fenomeni cosiddetti paranormali ci sono anche i Miracoli. Ti sei occupato anche di quelli di Lourdes. In questo caso però non esiste una commissione medica appositamente creata per certificarli?

Non una commissione, ma tre: il Bureau Medicale a Lourdes, che riceve le prime segnalazioni di guarigioni appena avvenute (fino ad ora, pare, circa 7000); dopo una prima scrematura, i casi meno spiegabili vengono passati alla Commissione Medica Internazionale di Parigi, che li esamina ulteriormente. Quelli migliori in assoluto vengono poi presentati alla Commissione ecclesiastica, che ne valuta anche gli aspetti dottrinali e di fede. Quindi i miracoli di Lourdes dovrebbero essere quelli migliori esistenti. Il problema è che di questi se ne conosce (almeno i non addetti ai lavori) solo la relazione finale, che è sempre pulita e perfetta. Siccome è sempre bene esaminare le fonti, ho scritto – con altri autori e attingendo da un’inchiesta degli anni 60 – un volume dal titolo “Lourdes – I dossier sconosciuti“. Per la prima volta ci siamo proposti di esaminare nei dettagli la vera storia di alcuni miracoli, quindici o sedici, a partire dalle cartelle cliniche, discutendone le diagnosi, le spiegazioni alternative, e così via.

lourdes

Le conclusioni sono state sorprendenti. Tanto per cominciare i miracoli, 69 in totale ad oggi (2015), sono passati da 37 nei primi 50 anni, a 9 negli ultimi 50; qualcuno risalente a decenni prima. Inoltre, si pensi che, essendo le apparizioni avvenute nel 1858, per almeno 50 anni non esistevano i RaggiX né le analisi istologiche e di laboratorio. Le diagnosi si basavano spesso su dichiarazioni del medico curante o poco più. Anche nei casi più recenti ci siamo imbattuti in diagnosi discutibili, e controverse all’interno della stessa Commissione Medica internazionale. In qualche caso, anche dimostrabilmente errate alla luce di successivi sviluppi delle conoscenze mediche. Vi è poi una generale carenza di documentazione adeguata. Quasi sempre i “miracolati” avevano anche ricevuto vari tipi di cura medica. Non sempre le guarigioni sono istantanee, perfette e permanenti, come sarebbe prescritto. E poi naturalmente vale la legge della statistica. Su 3 milioni di pellegrini che ogni anno visitano Lourdes, è inevitabile che guarigioni inattese avvengano. Ma queste avvengono talvolta anche nei normali ospedali: quelle di Lourdes hanno solo più visibilità. Bisognerebbe aggiungere che oltre alle guarigioni inspiegabili, avvengono anche le morti inspiegabili… ma queste per definizione non contano. Aggiungiamo il palese desiderio di volere trovare il miracoloso, dando la preferenza a certe interpretazioni mediche o a certi testimoni piuttosto che ad altri, e il fatto che quasi sempre si tratta di guarigioni funzionali, e non organiche; insomma, la famosa gamba ricresciuta non si è mai vista.

Spesso sei stato la cavia dei tuoi stessi esperimenti. Provocandoti persino delle Stigmate. Ti eri occupato anche di quelle di Padre Pio? come spieghi il suo caso?

In realtà mi sono occupato solo marginalmente delle stigmate, da chimico, per spiegare e dimostrare che occorrerebbe essere consapevoli di alcuni metodi grazie ai quali è possibile procurarsi delle false stigmate, per escludere prima di ogni altra considerazione, la possibilità di un imbroglio. Questi metodi consistono banalmente nel procurarsi delle lesioni alla cute, spalmandovi poi attorno un po’ di sangue. Oppure nel creare delle stigmate con trucchi da teatro (se nessuno le guarda da vicino, andrebbero benissimo!) oppure all’uso di prodotti chimici vescicanti, come la soda caustica o il famoso fenolo, che qualcuno sospetta fosse stato usato da Padre Pio. A tutt’oggi, non mi risulta nessun caso di stigmatizzato che sia stato esaminato con criteri stringenti. Per esempio rinchiudendone la mano o l’arto in una custodia trasparente (e antimanomissione) che permetta di osservare come e se il fenomeno si sviluppa, evolve e/o scompare. Ovviamente mi offro alle autorità ecclesiastiche come membro di una possibile commissione di controllo per qualche caso futuro!

stigmate

Molto interessante la tua ricostruzione della Sindone. In definitiva di cosa pensi che si tratti in realtà? Come è stata accolta la tua ricostruzione da religiosi e scienziati?

Sono convinto che la Sindone di Torino sia un falso medievale per vari motivi. Un tessuto e una tessitura sconosciuti in Palestina nel I secolo. Incoerente con i Vangeli stessi. Comparsa in Francia, dal nulla, solo nel 1355. Ritenuta subito un falso, da due vescovi locali e dal Papa. Un’impronta non deformata, che un vero corpo umano non lascerebbe mai. Datata col C14 al 1300.

Resta il problema: se davvero fu opera di un artista che la dipinse “in modo astuto” – come testimoniato dal vescovo Pierre d’Arcis nel famoso memoriale a Clemente VII – come fu realizzata? Ed è vero che le proprietà di questa immagine sono misteriose e irriproducibili? La nostra ricostruzione ha ripreso ed eseguito a grandezza naturale (4,4 x 1,1 metri!) un suggerimento degli anni 80 di Joe Nickell, il famoso investigatore di misteri americano. L’idea è che l’artista abbia preso una persona viva, l’abbia coperta con un telo, e abbia strofinato il telo stesso con tampone sporco di pigmento (ocra). Per il volto sarebbe stato utilizzato un bassorilievo, per ovviare alle altrimenti inevitabili distorsioni. Col passare del tempo, l’ocra si sarebbe staccata – ma se ne sono trovate tracce – e le impurezze varie presenti in essa hanno fatto ingiallire le fibre superficiali del tessuto.

In pratica abbiamo operato proprio così, utilizzando un pigmento contenente tracce di acido. Per simulare l’invecchiamento, abbiamo prima scaldato il telo con l’immagine (nella “Machina per fare le Sindoni” ) e successivamente il pigmento è stato lavato via. Con questo semplice procedimento si ottiene in un colpo solo un’immagine che ha tutte le caratteristiche che si dicono misteriose e non riproducibili: è un’immagine senza pigmento, è dovuta a un ingiallimento superficiale delle fibre dei fili, sembra un negativo fotografico, è indelebile, non è fluorescente all’UV, eccetera.

Reazioni da Chiesa e Scienza? Be’, la Chiesa ufficialmente non prende posizione circa l’autenticità o meno della Sindone. Nei fatti, però, dà voce solo ai sostenitori dell’autenticità. E costoro, i sindonisti (o sindonologi), hanno bensì riconosciuto che la mia riproduzione è la migliore mai eseguita, ma si sono affrettati a ribadire che le sue proprietà sono pur sempre diverse da quelle della vera Sindone. L’argomento secondo me è pretestuoso, perché è assolutamente impossibile riprodurre con identità assoluta, a livello microscopico come essi richiedono, un oggetto invecchiato per secoli. Sia esso la Sindone, la Gioconda di Leonardo, o uno Stradivari. Quello che importa è dimostrare come certe caratteristiche potrebbero derivare da una tecnica materiale (e non da un evento miracoloso).

Se volete saperne di più, consiglio il nuovo e fondamentale testo scritto dallo storico Andrea Nicolotti (Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa. Einaudi, 2015), e un sito che curo con altri pochi critici, dove potete trovare una disamina puntuale e documentata di varie affermazioni dei sindonologi.

sindone

Di quali studi ti stai occupando attualmente?

Diciamo che la Sindone è come un “Buco nero” che tende a risucchiare ogni energia di chi vi si avvicina troppo, a causa delle infinite discussioni, prove materiali possibili e direzioni di indagine. Da poco ho prestato ancora il mio corpo alla scienza, per degli esperimenti in collaborazione con Matteo Borrini, antropologo forense all’Università di Liverpool ed esperto di BPA (Bloodstain Pattern Analysis, analisi delle tracce di sangue). Volevamo vedere se il tipo di macchie e colature di (presunto) sangue della Sindone fossero verosimili o no, e in che posizione dovrebbe essere un corpo perché esse finissero proprio dove si vedono. Borrini ha fatto colare dalle mie mani del sangue, proveniente da una sacca tramite una cannula, mentre io ero in varie posizioni: braccia più o meno sollevate, sdraiato in posizione “sindonica” ecc. Risultato: le brevi colature sul dorso delle mani prevedono un’inclinazione delle braccia di 45 gradi circa. Invece le lunghe colature visibili sulla parte anteriore degli avambracci prevedono che le braccia stesse dovrebbero essere state pressoché verticali sopra la testa.

Se il corpo è sdraiato, con le mani sul pube, tutte queste tracce – nel caso di un ipotetico “sanguinamento post-mortem” – si dispongono in tutt’altro modo. Insomma, non torna nulla. Le tracce di sangue non sono realistiche e sembrano proprio messe lì a scopo illustrativo, didascalico, o artistico. Abbiamo presentato dei poster al meeting della Academy of Forensic Sciences, e un paper è in preparazione. Ah, poi ovviamente mi sto occupando anche di altre cose, tra cui un paio di libri, e non te ne anticipo gli argomenti. Ma non si tratta della Sindone.

Potresti spiegarci un trucco “paranormale” da sperimentare a casa? insomma, senza rischiare di farci troppo male.

Qualunque trucchetto di mentalismo, una branca dell’illusionismo, se presentato nel modo giusto e a una persona “credula” può sortire effetti meravigliosi. Se vogliamo qualche effetto speciale ma semplice, dite che col vostro potere pranoterapeutico-fuffo-quantotachionico potete mummificare delle uova. Rompetene uno in un piatto, fate qualche passaggio di sbiribillamento con le mani sul piattino, poi lasciatelo sopra un mobile 5 o 6 giorni. L’uovo non marcirà, non puzzerà, e diventerà secco come la celluloide. Magia? No, disidratazione naturale, anche se controintuitiva. Riesce anche con piccoli pesci, e – come dimostrato a caro prezzo nelle vere scuole di pranoterapia – con fettine di fegato.

Se volete strafare, studiatevi un qualunque manualetto di chiromanzia, poi leggete le mani ai vostri amici. Ciò che direte (seguendo il manuale, magari aiutandovi con un po’ di perspicacia e leggendo i consigli di James Randi nel sito del CICAP) sarà per forza di cose così generico, e quindi adatto a tutti, che chiunque ne resterà convinto. Ottimo metodo anche per facilitare i rapporti umani interpersonali col sesso che preferite (alias “cuccare”).

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