Segni di vita su Cerere

di Juanne Pili.

Cerere è un planetoide situato nella Fascia degli Asteroidi tra Marte e Giove. Non ha potuto assumere le dimensioni di un pianeta ed oggi aiuta a tener stabile la Fascia assieme ad altri planetoidi, come l’asteroide Vesta. In questi giorni torna alla ribalta per delle misteriose luci apparse sulla sua superficie, immortalate dalla sonda Dawn.

Credit: NASA, JPL-Caltech
Credit: NASA, JPL-Caltech

E’ stata la sonda Dawn, della NASA, in viaggio verso il planetoide, a darci le immagini. Due luci ravvicinate all’interno di un cratere rappresentano ancora un enigma per gli astronomi. Forse quando la sonda, tra due giorni, raggiungerà la sua destinazione, avremo maggiori certezze.

Secondo Chris Russell, responsabile della missione;

«La loro origine potrebbe essere vulcanica ma dovremo aspettare immagini scattate a una migliore risoluzione prima di poter effettuare interpretazioni sulla loro natura».

Del resto il compito di Dawn è proprio quello di indagare sulle origini del planetoide, nei prossimi 16 mesi questi fenomeni potrebbero rappresentare una chiave importante per raggiungere lo scopo.

Al Jet propulsion Laboratory (JPL) si ipotizza riguardo a riflessi di ghiaccio o sale.

«Sono estremamente sorprendenti e rappresentano una caratteristica unica in tutto il Sistema solare … generate da materiali ultra-riflettenti come sali o ghiaccio esposto … Cerere in passato era simile ai satelliti Europa ed Encelado … quindi ci attendevamo che avesse potenzialità astrobiologiche». – Carol Raynold, responsabile scientifico, JPL.

Sonda Dawn. Credit: NASA, JPL-Caltech
Sonda Dawn.
Credit: NASA, JPL-Caltech

Questo fa pensare inevitabilmente all’emissione di vapore acqueo, che del resto fu già notata in tempi non sospetti dal telescopio Herschel (ESA). L’ipotesi riguardante il vulcanismo invece viene ritenuta meno probabile. Purtroppo, anche se ormai mancano 48h, dovremo aspettare fino ad aprire per ricevere i primi dati, dal momento che Dawn è destinata a posarsi nella parte attualmente in ombra del planetoide.

Ci si tiene ancora molto prudenti, ma è evidente che tutto verte attorno ad una domanda sola: Esistono condizioni favorevoli alla vita su Cerere?

Aggiornamento 08/03/2015


orbita cerere
Credit: NASA/JPL-Caltech

Dawn entra nell’orbita di Cerere. Nessun’altra missione aveva mai visitato un pianeta nano prima.

Quando rispetto a noi Cerere sarà uscita dalla sua fase di oscurità potremo indagare meglio sui vari indizi i quali portano a ipotizzare che in passato potrebbero esserci state condizioni ideali a ospitare la vita. Dopo il primo atterraggio di una sonda su una cometa, Dawn segna così un nuovo record nella storia dell’esplorazione spaziale. L’entrata in orbita si è verificata alle 13,39 ora italiana, ne abbiamo ricevuto il segnale più di un’ora dopo; tanto per farci un’idea della distanza raggiunta.

«Dopo un viaggio di 4,9 miliardi di chilometri e 7,5 anni, Dawn è arrivata a casa … Fin dalla sua scoperta Cerere è stato prima definito un pianeta, poi un asteroide e poi un pianeta nano». – Marc Rayman.

Come per la missione di Philae sulla cometa 67P-Churyumov-Gerasimenko, comprenderne origine ed evoluzione sarà fondamentale per capire la nostra origine ed evoluzione: Chi siamo? Dove andiamo? eccetera.

Criovulcani su Cerere? – Aggiornamento 18/03/2015


Nuove immagini di Cerere della sonda Dawn mostrano le macchie, note come spot 5, che mutano gli angoli come l’asteroide ruota dentro e fuori la luce del Sole.

Le immagini rivelano le macchie anche quando sono in prossimità del bordo di Ceres, quando i lati del cratere normalmente oscurerebbero la visuale di ciò ch’è confinato nel fondo. Il fatto che qualcosa sia invece visibile suggerisce che la feature number 5 si stagli parecchio al disopra della superficie.

Si pensa che Cerere sia fatta per almeno un quarto di ghiaccio, più che la maggior parte degli asteroidi. Obiettivo di Dawn è di capire dove il ghiaccio risiede e quale ruolo svolge nel plasmare la superficie dell’asteroide. Una ipotesi è che il ghiaccio sia ricoperto da uno strato molto sottile di polvere. Il ghiaccio può occasionalmente presentarsi sottoforma di Criovulcani – letteralmente vulcani ghicciati – grazie alle pressioni interne del planetoide.

Rilasciata Mappa di Cerere – Aggiornamento 14/04/2015


Non tutti i punti luminosi riscontrati sulla superficie del planetoide sono uguali. Le immagini dei bagliori, scattate da 45mila km di distanza, mostrano che almeno due dei punti hanno aspetto diverso uno dall’altro, se teniamo conto delle lunghezze d’onda infrarosse.

superficie di cerere

Superficie di Cerere – Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA.

Hubble aveva già spiato molti dei suoi punti luminosi diversi anni fa, ma le osservazioni di Dawn sono le prime a distanza ravvicinata. Le immagini sono state rilasciate il 13 aprile a Vienna in una riunione della European Geosciences Union.

I ricercatori continuano a sostenere – come già riportato nell’articolo – che tali punti luminosi possono essere dovuti al ghiaccio esposto nella parte inferiore dei crateri o qualche tipo di caratteristiche geologiche attive, come il già citato criovulcanismo. Una nuova mappa a colori di Cerere è stata intanto ottenuta due mesi fa, questa però è stata rilasciata solo a partire dalla conferenza di Vienna. Utilizza falsi colori per enfatizzare le variazioni nella superficie altrimenti scura di Cerere.

cerere2

Le nuove immagini a infrarossi rivelano differenze tra spot 1, vicino all’equatore di Cerere, e un paio di punti luminosi noti collettivamente come spot 5. Alcuni scienziati hanno ipotizzato che quest’ultimo potrebbe essere un pennacchio di ghiaccio. Spot 1 sembra più scuro, mentre per qualche motivo ancora da chiarire, spot 5 – l’area più brillante osservata sul planetoide – non compare nelle immagini a infrarossi.

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