Bufala – Ice Age 2015

di Igor Carta

Ice Age 2015 non è un nuovo capitolo della saga della 20th Century Fox, ma una bufala che ciclicamente viene rilanciata ogni anno

ice age

La notizia è in giro già da diverse settimane, ma finché albergava su siti famosi per rilanciare notizie non verificate nessun problema, ma quando l’argomento ha iniziato a contagiare anche quotidiani a diffusione nazionale la cosa non poteva certo passare inosservata. Tenetevi forte, secondo una ricerca eseguita da dei ricercatori bielorussi, a settembre potrebbe iniziare una nuova era glaciale destinata a durare almeno 50 anni, con temperature oscillanti tra i meno 30 nel nord Italia e i meno 10 del meridione. Tale ondata di gelo sarebbe imputabile ad un calo della potenza ionica del sole e dall’andamento delle fasi lunari. Qualcuno ha già definito tutta la vicenda una bufala, per il semplice motivo che già nel 2013 e nel 2014 ci furono annunci del genere, qualcuno scomodò scie chimiche e NWO già nel 2011, chi scrive ricorda un inserto speciale nel libro di geografia delle medie, Il Villaggio Globale della Lattes Edizioni. Qualche dubbio sulla reale portata della bufala ci assalì in realtà quando venne diffusa la notizia che nel 2015 si sarebbe fatto nuovamente vedere, dopo cinque anni di assenza “El Niño“, la corrente anomala del Pacifico che secondo le previsioni dovrebbe portare alluvioni in Sudamerica e siccità in Australia ed Indonesia, oltre che un sensibile aumento delle temperature.

El Niño lo conosciamo bene, significa una estate ancora più calda ed afosa, ma contemporaneamente ci dicono, da tre-quattro anni a questa parte, che siamo alla vigilia del grande freddo! “Cerca di stabilire un contatto tra la testa ed il culo altrimenti sono cazzi enormi!”. Così prosaicamente diceva un colonnello al soldato Jocker in “Full Metal Jacket” uno dei capolavori di Stanley Kubrick, il problema è sempre lo stesso, notizie tanto sensazionalistiche quanto infondate rilanciate anche a distanza di tempo solo per catturare l’attenzione, lettori, e di conseguenza introiti, un fenomeno che specie con gli ultimi avvenimenti tipo Charlie Hebdo, Germanwings e lotta all’Isis ha raggiunto livelli tali da cadere nel ridicolo, ma anche, a vedere il mastodontico numero di click e condivisioni, nel grottesco. Ed il fatto che il pubblico trovi più utile rivolgersi altrove piuttosto che ai canali d’informazione classici è imputabile solo a questi ultimi, troppo spesso asserviti al padrone di turno. Pazienza.

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