di Juanne Pili.
La scorsa estate, Adrian Hill, direttore del centro di ricerca no-profit Jenner Institute di Oxford, è stato incaricato dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di studiare la fattibilità della sperimentazione di un vaccino contro l’Ebola.
Si tratta di una vera e propria urgenza sanitaria, secondo Hill, la cui soluzione non è affatto ostacolata dal non avere fini di lucro. Inoltre l’istituto di Hill fino ad allora si era occupato solo di vaccini dedicati alla salute degli animali. Dopo un mese dell’incarico è partita l’iniziativa anti Ebola. Sei mesi dopo, già si testavano i potenziali vaccini, tra cui uno arrivato alla terza fase, quella umana, che ha coinvolto 27.000 persone in Liberia, paese fortemente provato dalla terribile epidemia.
La rapida attuazione del programma sottolinea il ritmo veloce e la natura agile della vaccinologia, in netto contrasto con altre discipline in cui possono essere necessari decenni per raccogliere risultati e creare applicazioni pratiche. Anche se le priorità possono cambiare rapidamente, come spiega lo stesso Hill:
«Non ci sono molti campi in cui si può mandare un neo-laureato in un laboratorio è quattro anni più tardi vedere i suoi risultati utilizzati per immunizzare le persone in uno studio clinico».
Scienziati all’inizio della carriera interessati alla vaccinologia non hanno necessariamente bisogno di un dottorato di ricerca. Il campo si traduce spesso nella ricerca pratica, molti datori di lavoro, inoltre, apprezzano l’esperienza di laboratorio e una mentalità umanitaria, con disponibilità a fornire formazione sul lavoro ai candidati promettenti.
L’esempio di Adrian Hill è un pugno sullo stomaco contro i complottisti che seminano il terrore contro i vaccini, spesso a scapito dei più indifesi; la forza di questi argomenti sta infatti nel congetturare presunti poteri forti legati ad interessi di profitto. Non vogliamo negare che ci siano – l’esperienza di Hill è anche un monito importante per cambiare l’attuale paradigma economico – il problema del ragionamento complottista, non di meno, è che non tiene conto della natura della ricerca scientifica e delle opportunità di carriera che la vaccinologia offre ai giovani ricercatori.
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