Studio Shock – Bere Alcol allunga la vita? NO!

di Juanne Pili.

Un recente studio condotto dal team coordinato dallo psicologo Charles Holahan dell’Università del Texas dimostrerebbe che il consumo moderato di alcol garantirebbe la longevità.

bere alcol allunga la vita

I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati su Alcoholism: Clinical and Experimental Research. Il team di Holahan ha studiato un campione di 1824 persone tra i 55 ed i 65 anni, divisi in tre tipologie di bevitori, a seconda della frequenza con cui consumavano alcolici. Rispetto al gruppo degli astemi è risultata una mortalità notevolmente ridotta, con una differenza del 69%. Per adesso di questa ricerca abbiamo a disposizione solo un estratto.

Facciamo notare subito un particolare, non da poco, ovvero che si tratta di uno studio di ambito prevalentemente psicologico, pubblicato in una rivista che si occupa degli studi riguardanti il problema dell’alcolismo. Tutto quello che può dimostrare è l’acqua calda: Chi può permettersi una vita sociale mondana e non esagera (il caso dei due gruppi di bevitori) ha una qualità di vita migliore di chi non può permetterselo, escludendo gli alcolisti che sono disposti anche all’acquisto di vino scadente. Ma si tratta solo di ipotesi, perché la ricerca, così come viene presentata nel web, non sembra esaustiva.

Tanto per cominciare non è chiaro chi funge da gruppo di controllo né la rigorosità del monitoraggio; inoltre, non è stato usato un gruppo di alcolisti. Le motivazioni – consapevoli o meno – per cui gli astemi del gruppo erano tali sono state tenute in considerazione? Sono tanti i fattori che in vent’anni possono essere trascurati. Tutte le persone, quando muoiono, evidentemente non scoppiano di salute. Inoltre si suppone che gli astemi siano notevolmente meno numerosi di chi beve alcol con frequenze che non hanno rilevanza col peggioramento della salute. Quindi è statisticamente più facile trovare persone che vivono oltre la media tra chi beve, rispetto a chi non lo fa mai.

Poniamo il caso che si faccia uno studio sulla longevità di chi possiede una auto di lusso rispetto agli altri. In questo caso le proporzioni verrebbero invertite: Essendo il numero di persone che possono permettersi una Ferrari estremamente ridotto sarà meno probabile riuscire a trovare individui con una longevità sopra la media. Quindi scopriremmo che guidare auto di lusso accorcia la vita. Uno studio più convincente potrebbe mettere a confronto la longevità dei popoli che vivono in regimi dove l’alcol è vietato, rispetto a quelli dove è permesso, prendendo in considerazione soggetti sprovvisti di patologie che falserebbero i risultati. Anche in questo caso si potrebbero fare delle critiche. Cosa succede infatti se facciamo un controllo inverso, ovvero se ci mettiamo a studiare in che modo l’alcol potrebbe pregiudicare la salute? Uno studio sulla longevità discrimina fin dall’inizio soggetti che possono avere un fisico suscettibile di problemi di salute legati al consumo di alcolici, prediligendo fisici più “robusti”.

I dati riguardo i danni che l’alcol può fare anche nei confronti di chi – pur non essendo alcolista – risulta essere un bevitore forte (uno dei due gruppi studiati nello studio di Holahan corrisponde alla categoria) li abbiamo eccome. Per esempio il rapporto pubblicato l’anno scorso dal Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). La musica cambia, notevolmente. Secondo uno degli autori, Robert Brewer, ci sono molte rilevanze dei danni del consumo di alcol, anche a livelli non “patologici”:

«Questi includono il tumore al seno, al fegato e le malattie cardiache … Il consumo eccessivo di alcolici è responsabile per una media di 88000 morti l’anno ed è costato agli Stati Uniti 223,5 miliardi di dollari nel 2006».

Facciamo infine una considerazione logica: Se il consumo eccessivo danneggia la salute, anche senza il sopraggiungere dell’alcolismo e quello moderato si suppone irrilevante per lo stato di salute, perché dovrebbe rendere longevi? Insomma, andiamoci piano. Un conto è sostenere che un bicchiere a pasto concilia la digestione, un altro è dare l’idea che essere astemi non abbia rilevanza sullo stato di salute. Certamente non è banale come la prima affermazione, non di meno sarebbe anche una suggestione pericolosa.

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