Zero Waste Italia – Hotel e Ostelli Sostenibili

di Juanne Pili.

Il progetto si chiama Zero Waste Italia ed il Conca Park di Sorrento è il primo Hotel ad averlo adottato.

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Il focus di Zero Waste Italia rientra pienamente nel tema dello Sviluppo Sostenibile applicato negli Hotel e in tutte le strutture turistiche in generale.

In un qualsiasi Hotel basta mettere mano all’immondizia. E’ il bidone della spazzatura la miglior scatola nera per monitorare i consumi e gli sprechi che avvengono in una struttura turistica, come spiega lo stesso responsabile nazionale del progetto, Antonino Esposito:

«Abbiamo eliminato tutte le monoporzioni, dalla marmellata alle fette biscottate al burro, e ci siamo rivolti a una società che fornisce il latte in vetro con vuoto a rendere. Togliendo tutti i monodose abbiamo ottenuto un risparmio di 5mila euro l’anno».

La riduzione equivalente in rifiuti risulta così del 60%. Un buon 40% di bottigliette in Pet viene ridotto grazie all’installazione «ad ogni piano erogatori di acqua gratuita per i clienti». Perché poi imbustare la biancheria di ogni singolo letto? Basta riporre tutto in un apposito contenitore. In questo modo ogni anno verranno impiegati 800 kg di plastica in meno. Grazie ad una convenzione con la Amorin è possibile riciclare i tappi di sughero – in un Hotel ne vengono prodotti parecchi – donando il ricavato in beneficenza.

hotel sostenibili

Questo è solo un assaggio dei risparmi che si possono avere, non solo a beneficio del bene comune, ma anche dei risparmi, da cui possono conseguire pernottamenti più convenienti. Esistono per esempio cannucce biodegradabili, che possono essere trasformate in compost dopo l’utilizzo; ogni dipendente che lavora in Hotel può essere dotato di tazzina in ceramica col proprio nome, onde evitare lo spreco di quelle usa e getta; eccetera.

Chissà, magari gli ospiti durante la loro permanenza potrebbero imparare loro stessi cose interessanti da adottare una volta tornati a casa. L’attenzione al risparmio e all’ambiente potrebbe essere contagiosa.

No Waste anche per il bucato


Se proprio dobbiamo riciclare i rifiuti tanto vale farlo con classe. Per esempio con una lavarifiuti NOWASTE (New Organic Waste Sustainable Treatment Engine) che li trasforma in compost, con cui sarà possibile produrre biogas.

nowaste-400x293Il progetto nasce in seno al IRSSAT (Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull’ambiente ed il Territorio) di Catania, col finanziamento di un milione di euro in fondi europei. Sembra la classica lavatrice verticale. In realtà si tratta di una compostiera elettrica. Assieme ai rifiuti organici – al posto del detersivo per i panni – vengono “versati” appositi enzimi che agevolano la trasformazione in compost.

Una volta messi i rifiuti “a lavare” l’amministrazione comunale farà il resto, ritirando il prodotto finale, destinato alla produzione di biocarburante. L’apparecchio è attualmente in fase sperimentale nelle case di 75 famiglie di Gaggi, Castelmola e Melilli, per una durata di 40 mesi, durante i quali verranno coinvolte circa mille famiglie.

Nessun cattivo odore. Il meccanismo stesso ed il processo di trasformazione garantiscono l’assenza di odori molesti, separa l’umido dai liquidi, ed oltre a questo è autopulente. Oltre ad avere una sensibile riduzione dei costi, questa tecnologia permette anche di annullare l’impatto ambientale, trasformando i rifiuti in energia.

Il fine, come spiega Giuseppe Lo Bianco, Presidente del IRSSAT, è quello di realizzare una gestione sostenibile di rifiuti:

«Il nostro obiettivo è arrivare ad una gestione dei rifiuti a km zero, facendo in modo che ogni comunità ne tragga anche il ricavo energetico … Sono stati tre giorni intensi nel corso dei quali abbiamo toccato con mano l’interesse concreto per il nostro progetto. In particolare abbiamo avviato una proficua interlocuzione con la direzione di un ospedale parigino, interessato ad applicare i benefici garantiti dal sistema No Waste. Una interessante proposta di collaborazione è arrivata anche da un piccolo comune dei paesi Baschi».

E’ stato stimato che, se cominciassero ad utilizzare dalle 10 alle 15 mila persone questa sorta di “lavatrice” verrebbero prodotti dai 70 alle 100 mila euro all’anno sotto forma di energia da biocombustibile. Si tratterebbe di un incentivo non di poco conto. Anche i costi per mantenere questo apparecchio in casa non dovrebbero essere elevati: Si parla di 250 euro, senza contare che la spesa potrebbe essere posta a carico del Comune, che li concederebbe in comodato d’uso.

Cosa aspettiamo a farci sentire nel nostro Comune per chiedere che aderisca all’iniziativa?

Aggiornamento – 20/04/2015


Gli amici di HostelsClub Italia hanno pubblicato su Pinterest una gallery degli ostelli eco-fiendly nel mondo. Guida pratica ed esaustiva per tutti gli interessati.

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