Insultata perché contro la Benedizione a Scuola

di Mariarosa Signorini.

Lettere di insulti alla Prof. Monica Fontanelli una delle promotrici del ricorso al Tar contro le benedizioni pasquali a scuola. L’insegnante fa parte del consiglio di istituto delle scuole elementari Fortuzzi di Bologna. 

laicità scuola

All’inizio del mese di marzo undici insegnanti e 7 genitori delle scuole dell’Istituto Comprensivo 20, con il Comitato Scuola e Costituzione, hanno presentato il ricorso al Tar per chiedere di sospendere la delibera con cui il consiglio di istituto aveva autorizzato le benedizioni pasquali richieste dai parroci. A febbraio era scoppiata una polemica per la richiesta delle parrocchie di procedere alla benedizione.

Il consiglio di istituto, presieduto da Giovanni Prodi, nipote dell’ex presidente del consiglio, aveva in precedenza deciso (con soli 2 voti contrari) di autorizzare la benedizione, in orario extrascolastico e con i bambini accompagnati dai familiari. Mercoledì mattina la professoressa ha ricevuto una lettera.

«Ero appena arrivata in classe quando mi hanno consegnato questa lettera chiusa».

Il suo contenuto può essere definito non troppo “simpatico”:

«Siamo increduli e sdegnati di fronte alla sua arroganza che l’ha portata assieme a pochi, ma poveri mentali come lei a far ricorso al Tar … Dovrebbe sapere che in Italia esiste un Concordato Stato-Chiesa … la MASSIMA CONVINZIONE della STRAGRANDE MAGGIORANZA dei CITTADINI, per cui se lei è veramente democratica, si attenga alla decisione presa democraticamente e non rompa i coglioni».

La lettera le è giunta tagliata e non firmata, se non come «un gruppo di genitori».

«Non credo invece si tratti di papà o mamme dei miei bambini, che mi hanno espresso sempre solidarietà» – dice ancora la professoressa Fontanelli.

Nella lettera, tra l’altro, si legge:

«Di questo passo, ci penserà l’Islam ad accontentarla con la sua marea sempre più paurosamente crescente a fronte di una classe italiana ridotta, per la scarsità delle nascite, ad una piccola minoranza, e questo, purtroppo, non solo in Italia, ma in Europa tutta per la cecità dei nostri politici e della Chiesa stessa che predica la loro accoglienza. Dopo la vorremmo vedere mentre recita il Corano cinque volte al giorno, vestita da araba».

Il presidente del Consiglio di Istituto Prodi ha scritto all’insegnante dicendosi dispiaciuto e la solidarietà è stata espressa anche da alcune colleghe. La professoressa Fontanelli sottolinea che la battaglia sua e dei suoi colleghi non è una battaglia contro i cattolici, ma è volta a che la scuola rimanga un luogo aperto a tutti e laico.

fontanelli

«Non sono certo intimorita da queste persone – prosegue l’insegnante – Credo invece sia necessario abbassare i toni di una polemica che è andata troppo oltre. E che è rappresentativa di un clima di tensione e malessere».

Questo non è il primo segnale di “disappunto” indirizzato alla professoressa:

«Qualche giorno fa la segretaria mi ha chiamato dicendo che al telefono c’era il papà di un bimbo che si trovava a Modena. Sono andata a rispondere e mi sono sentita apostrofare come prepotente. Ho capito che dall’altra parte del telefono non c’era un vero genitore e ho riattaccato».

Fontanelli non ha intenzione di sporgere denuncia.

«Non serve alimentare questa tensione – è la conclusione – Invece ritengo inopportuno che si sia subito organizzata la benedizione pasquale, senza aspettare il responso del Tar. È vero che la decisione è stata presa dalla maggioranza, ma le uniche decisioni giuste sono quelle prese nell’ambito della legalità».

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