Use Your Illusion I – Guns n Roses si evolvono

di Igor Carta

Evoluzione o involuzione che sia, con Use Your Illusion i Guns n Roses fecero di nuovo centro

guns n' roses

La festa che mette fine a tutte le feste; così Slash definì l’uscita ed il successivo tour promozionale del secondo album dei Guns n Roses, un lavoro mastodontico, un doppio contenente rispettivamente 16 e 14 tracce. Uscito il 16 settembre 1991 il primo volume, premiato negli USA con ben 12 dischi di platino sembra non avere niente a che fare con i due lavori precedenti, il’inarrivabile Appetite for Destruction e l’unplugged Lies. Il periodo tra quest’ultimo e l’uscita del nuovo album fu forse il più travagliato della storia della band, persa la vita stradaiola i cinque membri, quando non sono impegnati sul palco bevono, si drogano e si abbandonano ad ogni genere di eccessi, è il periodo in cui, probabilmente emergono i presupposti che porteranno la band allo scioglimento definitivo della line-up storica. Fu in quel periodo che Axl Rose decise di mettere gli altri alle strette, imponendo via via la propria volontà su ogni scelta e sulla linea artistica che riguardasse la band, e le caratteristiche del nuovo album lo confermano ampiamente. Dal rock violento dei suburbi di Los Angeles alle orchestre, ai video costosi, alle ballate infinite e, forse a conti fatti, a corto di idee; attenzione non che si parli di musica brutta, ma di un qualcosa quasi agli antipodi rispetto al passato.

 

 

 

 

Vi sono comunque pezzi assai heavy nel primo volume, come Right next door to Hell, Perfect Crime e Garden of Eden, pezzi che portano l’ottimo marchio di fabbrica di Izzy Stradlìn come Dust’n Bones e You ain’t the Frist così come vecchie glorie pre Appetite come la famosissima Dont’cry e Back of Bitch, altri anonimi come le track 13 e 14. Poi la novità, le ballad oltre i 10 minuti come November Rain, Dead Horse e Coma, tutti pezzi che portano l’inconfondibile firma di Axl Rose. Molti si chiesero il perchè di tale cambiamento di linea, track lunghe con l’ingresso di pianoforte, ottoni e legni, addirittura una intera orchestra per November Rain. Il frontman probabilmente preferì seguire, forse sfogare tutta la negatività accumulata e contemporaneamente fare ciò che voleva, consapevole del fatto che Appetite sarebbe rimasto, esattamente come adesso, qualcosa di inarrivabile. L’album comunque merita, anche se in esso sono avvertibili i primi sintomi del divorzio che si consumerà completamento solo nel 1997. Il batterista Steven Adler era già stato licenziato e sostituito da Matt Sorum, lo si “sente” chiaramente, Izzy Stradlìn, l’anima del gruppo, il Keith Richards americano lascerà poco dopo la pubblicazione dell’album, ma sarà solo l’inizio della fine.

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