Travis Walton – l’abduction della discordia

di Igor Carta.

Quella dell’abduction di Travis Walton é conosciuta come una storia credibile, ma é davvero così? Quali elementi la confutano o meno?

Travis Walton
Travis Walton

Quello del tagliaboschi dell’Arizona Travis Walton è forse il più famoso caso di abduction, rapimento alieno, incontro ravvicinato del quarto tipo o in qualunque altro modo lo si voglia chiamare, più famoso al mondo; parte della notorietà dell’addotto è sicuramente attribuibile al film “Fire in the Sky”, noto in Italia con il titolo di “Bagliori nel buio”, che nel 1993 portò sul grande schermo e alla ribalta mondiale la storia che risaliva invece al novembre 1975.

Ormai i casi di “abduction” non si contano più, la stragrande maggioranza restano “non spiegati” per via della totale assenza di riscontri che non siano i racconti degli addotti stessi riferiti nel corso di sedute ipnotiche, che malgrado i discreti risultati non vengono considerate “prove” inoppugnabili, al pari della macchina della verità.

Eppure, malgrado tutto, il caso Walton rimane un simbolo, al pari di quello del metronotte genovese Pier Fortunato Zanfretta, perché avvenuti alla presenza di uno o più testimoni oculari che, anche a distanza di anni, raccontano sempre la stessa storia, uguale, dettagliata, senza mai cadere in contraddizione e, fatto non certo trascurabile, senza apparentemente alcun vantaggio economico.

Certo, Travis Walton sfruttò la sua esperienza per fare quattrini, vive in un sontuoso ranch e gira per il mondo presenziando conferenze sull’ufologia, ma se fosse stato un ciarlatano come tanti altri, sarebbe stato sicuramente smascherato da tempo, ed il caso Mortegliano ne è un chiaro esempio.

Walton con i colleghi di lavoro
Walton con i colleghi di lavoro

La vicenda Walton ha inizio tra le foreste dell’Arizona nell’autunno del 1975, presso la cittadina di Snowflake; l’allora ventiduenne Travis faceva parte di una squadra di sette persone che aveva vinto un appalto per l’eliminazione del sottobosco nella zona di Turkey Springs. Il lavoro iniziava alle 6 antimeridiane per concludersi generalmente verso il tramonto, e ciò accadde anche quel 5 novembre 1975. Travis Walton e compagni, il caposquadra Mike Rogers, Ken Peterson, John Goulette, Steve Pierce, Allen Davis e Dwayne Smith, al tramonto salirono sul camion di Rogers e si avviarono verso casa; erano circa le 18 quando il gruppo avvistò una forte luce tra gli alberi, prodotta, secondo il loro racconto, da un oggetto discoidale di 6 metri di diametro circa, e sormontato da una cupola, per approssimativi 2,50 metri di altezza. Rogers fermò il camion a circa 30 metri dall’oggetto, fu a questo punto che Walton scese dal mezzo e si avvicinò al velivolo; in quel momento, secondo il racconto, l’oggetto cominciò ad emettere un suono simile a quello di una turbina e lanciò un fascio di luce blu-verde che colpì Walton lasciandolo esanime sul terreno. Il resto del gruppo, preso dal panico si dette alla fuga finché, a causa del panico, il camion si fermò fuori strada; qui di comune accordo i presenti decisero di tornare sul posto a cercare Travis, ma in mezz’ora di ricerche non trovarono né lui né il velivolo. Solo intorno alle 19:30 il gruppo si rivolse alle forze dell’ordine che, malgrado lo scetticismo sul racconto dell’UFO, iniziò le ricerche nella zona indicata senza rinvenire alcuna traccia; ciò fece naturalmente crescere il sospetto che il gruppo si fosse inventato la storia per coprire un incidente o peggio un omicidio. Il successivo 10 novembre l’intero gruppo venne sottoposto all’esame della macchina della verità da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza dell’Arizona, e tutti affermarono di non aver fatto del male a Travis, di non sapere dove si trovasse e di aver avvistato un UFO quella sera. Solo l’esame di Allen Davis non venne completato; ammise in seguito di aver nascosto alcuni precedenti penali. Verso la mezzanotte di quello stesso 10 novembre il cognato di Walton, Grant Neff ricevette una telefonata da Travis. Neff ed il fratello di Travis, Duane, lo trovarono svenuto dentro una cabina telefonica, aveva addosso gli stessi vestiti, era visibilmente dimagrito e sembrava non essersi mai rasato. Walton era agitato, spaventato, farneticava di strani esseri con occhi terrificanti.

ArizonaManCapturedEnquirer

Dopo alcune iniziali difficoltà tornò ad alimentarsi regolarmente e al pari dei suoi compagni si fece sottoporre all’esame del poligrafo, ma le risultanze di tale accertamento furono, pare, talmente contraddittorie che vennero cancellate. Sia il racconto che il libro sulla sua esperienza, pubblicato nel 1978, contribuirono a far crescere i dubbi riguardo il caso Walton, poco particolareggiati e molto romanzati, oltretutto sia Travis che altri del suo gruppo ammisero pubblicamente di consumare discontinuamente cannabis. Il caso sembrava destinato a finire nel dimenticatoio fino all’uscita del film, nella cui promozione vennero coinvolti sia Travis che i suoi amici Mike Rogers e Allen Dallis che, su richiesta di un ufologo scettico, Jerry Black, accettarono di sottoporsi nuovamente all’esame del poligrafo, che confermò che i tre dicevano la verità, ovvero credevano seriamente di aver vissuto quella esperienza.

Per farla breve, a favore della sua storia ci sarebbero le testimonianze dei suoi compagni, il fatto che non siano mai andate in contraddizione tra loro, ed i risultati degli esami al poligrafo e delle ipnosi regressive, metodi comunque al centro di acceso dibattito. Per controparte ci sono le accuse di speculazione attorno alla faccenda, l’uso seppure saltuario di droghe leggere e nessuna prova oggettiva, se non quegli esami già citati.

La locandina del fim
La locandina del fim

Secondo i detrattori Walton e alcuni dei suoi sarebbero stati molto influenzati dalla messa in onda in televisione, qualche settimana prima del fatto, di una ricostruzione del rapimento dei coniugi Barney e Betty Hill. Un altro fatto curioso legato alla vicenda fu quella di un individuo, un cacciatore a suo dire, che si presentò al grande pubblico millantando di essere stato presente nel momento in cui Walton venne colpito dal raggio. L’uomo raccontò la sua vicenda a Tracy Tormé, lo sceneggiatore di “Fire in the Sky”, che gli chiese di sottoporsi al poligrafo con lo stesso esperto che aveva esaminato Walton e compagni, Cy Gilson. L’uomo, accusato da alcuni di far parte dell’intelligence americana, risultò mendace su tutto, secondo Gilson cercò deliberatamente di fuorviare sia lui che la macchina; l’intento sarebbe stato chiaro, dimostrare l’inaffidabilità della “macchina della verità”. Intanto Travis Walton continua a far discutere, e a lucrare sulla sua storia; sarebbe interessante se tutti i membri del gruppo, solo lui, Pierce e Goulette lo hanno già fatto, parlassero della vicenda a viso aperto dimostrando con tutti i metodi previsti la genuinità della loro esperienza.

Un aspetto però latita nel caso Walton, quello legale; nel caso Zanfretta per esempio ci fu un esteso coinvolgimento sia delle forze dell’ordine che, seppur più marginalmente, della magistratura, e dalle indagini condotte dai carabinieri emerse che numerosi testimoni ammisero che in quei giorni ed in quei luoghi ci fu un notevole numero di avvistamenti, tutte testimonianze che finirono ovviamente a verbale.

Finché ciò non avverrà, si potrà dibattere solo sulla base di deduzioni.

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