Tonchino – false flag in Vietnam

di Igor Carta

La guerra del Vietnam doveva scoppiare, mancava solo l’occasione giusta che si presentò nei primi giorni dell’agosto 1964

vietnam

Se quello di Gleiwitz può essere considerato il primo caso di “false flag” certificato come tale, la palma in premio al maggior utilizzatore di tali mezzi va certamente agli Stati Uniti, almeno nell’epoca moderna. Se ad ogni evento cruento su larga scala si grida al complotto si può affermare su solide basi che è del tutto normale, visti i precedenti, ma dimostrare l’esistenza del complotto con dati di fatto è tutta un’altra storia. Del caso delle incubatrici del Kuwait, impiegato come ulteriore elemento a carico dell’Iraq e di Saddam Hussein abbiamo già parlato, certamente il conflitto non scoppiò e tanto meno sarebbe stato evitato senza tale notizia inventata di sana pianta, ma come il vecchio adagio recita, le bugie hanno le gambe corte, sia a Washington che a Langley ne sono perfettamente al corrente, ragion per cui meglio spararla grossa ed agire in fretta e con piede pesante, prima che qualcuno inizi a farsi delle domande. Anche per il Vietnam è successo qualcosa del genere, ed anche in tal caso è impossibile distinguere tra “buoni e cattivi”, ma cosa successe esattamente? Finché gli USA erano sotto la guida di John Fitzgerald Kennedy l’impegno in Vietnam era garantito da “consulenti”, termine atto ad indicare personaggi dell’ambito militare con il compito di istruire le forze del Vietnam del Sud a respingere la guerriglia Vietcong foraggiata dalla repubblica comunista del Nord. Le cose cambiarono con l’arrivo alla Casa Bianca di Lyndon Johnson che, pressato anche da consiglieri e strateghi, optò per un sempre maggiore coinvolgimento americano nel conflitto in Indocina. L’intervento diretto sembrava improponibile agli occhi dell’opinione pubblica, serviva un pretesto su cui basare l’intervento; fortuna volle, perdonate la battuta, che il 2 agosto del 1964 la cacciatorpediniere USS Maddox, incrociasse nel Golfo del Tonchino a poche decine di chilometri di distanza dalla costa del Vietnam del Nord, impegnata in una missione destinata alla raccolta di informazioni, e sarebbe stata oggetto di un “attacco” da parte di tre o quattro torpediniere nemiche. Ovviamente il batti e ribatti dovuto al limite delle acque territoriali, riconosciuto o meno, fu d’obbligo ed oggetto di dibattito ancora oggi, ma l’evento incriminato si svolse in realtà due giorni dopo, alle 22 del 4 agosto quando si sarebbe verificato un secondo attacco che avrebbe portato all’affondamento di due siluranti e al danneggiamento di altre due, questo secondo la versione ufficiale americana. Vero o falso che sia, è normale che tre piccole imbarcazioni vennero lanciate contro una forza comprendente due cacciatorpediniere, il Maddox e il Turner Joy più la portaerei Constellation, con il concreto rischio di essere piallati a grande distanza dai bersagli?

 

Se metti la paglia vicina al camino può succedere che prenda fuoco, secondo diversi personaggi coinvolti la missione DESOTO aveva appunto lo scopo di “cercare” l’incidente, quello del 2 agosto sembrerebbe autentico, mentre quello del 4 fu il frutto o del panico scatenato da alcuni messaggi captati riguardanti un imminente attacco sulle navi americane, o una simulazione ben congegnata grazie al quale il presidente Johnson ottenne dal Congresso la facoltà di avviare operazioni militari contro il Vietnam del Nord che iniziarono materialmente il 2 marzo del 1965. Che si trattasse di una messinscena lo sostenne uno storico dell’NSA, Robert Hanyok, che avrebbe appreso tali segreti consultando documenti ancora coperti dal segreto, altri soggetti dubitarono di quanto avvenne il 4 agosto, in primis James Stockdale, pilota di caccia A4 Skyhawk che affermò senza mezzi termini che quella notte non vi erano imbarcazioni nemiche nella zona incriminata. Alla fine furono fatti solo un gran numero di “buchi nell’acqua” per ragioni politiche, la risoluzione del Tonchino venne approvata con unanime consenso con l’eccezione di due senatori. Il resto è storia.

 

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