St Louis – ebrei in fuga dall’Olocausto

di Igor Carta

Gli ebrei in fuga dal nazismo non sempre trovarono, “buoni” compresi, porte spalancate o solidarietà ad accoglierli

ebrei

C’è una frase molto bella e significativa nel film “Operazione Valchiria”, lungometraggio hollywoodiano dedicato alla vicenda del complotto ai danni di Adolf Hitler, poi fallito, ordito da elementi della Wehrmacht nel 1944. Il colonnello Klaus von Stauffenberg, impersonato da Tom Cruise, esprime seri dubbi riguardo le possibilità di riuscita del piano, ricevendo dal suo interlocutore, il generale Henning von Tresckow una risposta ad effetto: “Dobbiamo dimostrare al mondo che non eravamo tutti come lui”. ed in effetti fu proprio così, non tutti i cattivi vestivano uniformi nere o brune, e non tutti i tedeschi si erano fatti abbindolare da Adolf Hitler e dalla subdola propaganda del folle Joseph Goebbels, ma andiamo con ordine; il 7 novembre 1938, a Parigi, viene ucciso a colpi di pistola Ernst vom Rath, diplomatico in servizio presso l’ambasciata tedesca di Parigi; autore del crimine è il diciassettenne polacco Herschel Grynszpan di religione ebraica, quasi subito arrestato dalla polizia francese. Tale fatto di sangue scatenò, anche se secondo alcuni era programmata da tempo, la cosiddetta “Notte dei Cristalli“, infiammata da un discorso di Joseph Goebbels che accusava unicamente gli ebrei della morte di vom Rath.

Gustav Schröder
Gustav Schröder

Abitazioni, esercizi commerciali e sinagoghe vennero dati alle fiamme, a polizia e vigili del fuoco fu intimato di non intervenire, le vittime furono 400 più un numero imprecisato di deportati, circa 30.000 nei campi di Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen. Questa moda del progrom non ebbe seguito a causa del mancato coinvolgimento della popolazione che, salvo in rarissimi casi, non si fece coinvolgere in tali episodi di violenza, in seguito ai quali, nel corso di una conferenza presieduta da Hermann Göring, venne pianificato il graduale allontanamento degli ebrei dalla vita pubblica per costringerli ad emigrare. L’episodio della nave St. Louis si riferisce a qualche anno più tardi; il transatlantico salpò da Amburgo il 13 maggio 1939, a bordo vi erano 930 rifugiati ebrei, in maggioranza tedeschi, tutti dotati di un visto, all’epoca Cuba era il punto di transito per arrivare negli USA, acquistato per 200-300 dollari di allora.

 

La St. Louis era un vero e proprio transatlantico, durante il viaggio i passeggeri frequentavano la piscina, il cinema e la sala da ballo, ma l’amara sorpresa fu rivelata presso il porto di L’Avana, quando le autorità cubane impedirono lo sbarco a tutti quei passeggeri che non potevano versare ulteriori 500 dollari a visto. 29 profughi poterono sbarcare, il comandante del St. Louis, Gustav Schröder, fece rotta verso la Florida nella speranza che gli USA potessero accogliere gli esuli ebrei non sbarcati a Cuba, ma per ragioni mai appurate del tutto Schröder dovette nuovamente cambiare programma, tentò anche in Canada poi dovette per forza di cose rientrare in Europa. Giunto nel porto di Anversa il comandante attivò una lunga trattativa, pensò addirittura, pur di non riportare in Germania i passeggeri, di affondare la nave presso le coste inglesi in modo da costringere i britannici ad accogliere i passeggeri come naufraghi. Alla fine diversi paesi europei, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Olanda acconsentirono ad accogliere ciascuno una quota dei passeggeri del St.Louis, ma per la maggior parte di loro l’incubo non era ancora finito, visto che con la blitzkrieg le SS poterono rastrellare gli ebrei su tutto il suolo europeo. Ingiustificabile e vergognoso, poco altro da aggiungere, l’atteggiamento delle grandi potenze “democratiche” USA e Canada, ebbero modo di distinguersi e di certo non in positivo, pur sapendo bene quale fosse il motivo del viaggio del St. Louis.  Il suo comandante invece, venne insignito dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca mentre Israele gli conferì il titolo di “Giusto tra le Nazioni“. E’ proprio vero, non erano tutti come lui.

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