Solar Impulse 2 – la sfida dell’energia pulita

di Igor Carta

Nelle intenzioni dei creatori, il Solar Impulse 2 non punta a sfidare agli attuali aviogetti, ma a dimostrare cosa possa fare la tecnologia verde.

Bertrand Piccard (a sin.) e Andrè Borschberg
Bertrand Piccard (a sin.) e Andrè Borschberg

In queste ore il Solar Impulse 2 è fermo presso l’aeroporto di Ahmedabad in India, in cui è atterrato lo scorso 10 marzo a notte inoltrata, e ripartirà della stessa avio superficie domenica prossima; nel frattempo i due principali protagonisti dell’impresa, i piloti svizzeri nonché promotori dell’impresa, Bertrand Piccard e Andrè Borschberg, sono stati impegnati in una serie di eventi che oltre a reclamizzare l’evento in sé, si pongono come obiettivo primario la dimostrazione che è davvero possibile pensare e costruire un futuro senza combustibili fossili. Malgrado l’iniziativa abbia richiamato l’alba dell’aviazione i due piloti hanno affermato che l’HB-SIB non ha certo lo scopo di fornire una valida alternativa all’aviazione di oggi, ma che il progresso in queste tecnologie sta bruciando le tappe in una maniera tale da permettere imprese ritenute impossibili fino a pochi mesi fa. Certo il confronto con un velivolo classico è impietoso, visto che il Solar Impulse 2 pur non impiegando carburante é capace di circolare alla stessa velocità massima di un targato, di trasportare solo una persona in condizioni tutt’altro che confortevoli e di essere maggiormente sensibile ad ogni variazione delle condizioni atmosferiche. Allo stesso tempo è doveroso ricordare anche i limiti con cui si dovettero misurare i fratelli Wright nei primissimi anni del ‘900.

Il Flyer di Orville e Wilbur Wright
Il Flyer di Orville e Wilbur Wright

Con il loro Flyer compirono il primo volo controllato da persona a bordo nel 1903, con un velivolo in legno e tela invece del più leggero e sofisticato carbonio e con un motore a scoppio ad appesantire il tutto, testarono gli effetti dei componenti da loro costruiti in una rudimentale “galleria del vento” in un’epoca in cui l’aerodinamica non era una disciplina accademica ma un insieme di teorie.

Ma dopo appena venti anni la loro creatura si era evoluta al punto da passare da comprimaria a protagonista di eroici confronti nei cieli della Grande Guerra, ed in meno di un secolo é divenuta principale protagonista, sia nel campo militare che in quello dei trasporti.

E a ben guardare anche la storia del Solar Impulse cominciò con un “volo” di appena 350 metri il 3 dicembre 2009 staccandosi appena un metro da terra. Quel giorno fu dimostrata la fattibilità di un progetto che Bertrand Piccard concepì nel 1999 durante la sua crociera mondiale in mongolfiera, la prima della storia senza scali intermedi. In quei dieci anni Piccard si mosse per trovare qualcuno che lo aiutasse a sviluppare la sua idea; fu nel 2003, dopo la presentazione e l’esame di uno studio preliminare, che il progetto ottenne l’appoggio del politecnico di Losanna e colui che esaminò lo studio preliminare fu proprio quell’Andrè Borschberg che oggi insieme a Piccard si alterna ai comandi del Solar Impulse 2.

"Spaccato" del cockpit
“Spaccato” del cockpit

A partire dal primo volo del 2009 il prototipo precedente, l’HB-SIA, bimotore con apertura alare di 63 metri e alimentato da 12 celle solari, ha progressivamente ampliato il suo raggio d’azione; prima un volo di due ore il 7 aprile 2010, poi in quello di 24 ore il successivo 7 luglio, oltre a raggiungere la massima tangenza di 8700 metri, fu dimostrata la capacità del prototipo di volare senza scali di rifornimento. Nel 2011 l’HB-SIA ha volato sopra l’Europa e l’anno seguente ha compiuto un viaggio andata-ritorno in sette tappe da Payerne a Rabat, in Marocco. Ultimo step il coast to coast negli USA, in cinque tappe, nel 2013.

Il 2014 fu invece l’anno di presentazione al pubblico del Solar Impulse 2, velivolo studiato a partire dal 2011 con cui è in corso il tentativo di circumnavigazione appena partito da Abu Dhabi.

Anche se i tempi non sono maturi, qualcuno già si è interrogato sul prossimo step evolutivo del velivolo ad energia solare; la crociera in corso rappresenta un vero e proprio banco di prova sia per il velivolo e per le tecnologie in esso raccolte, nonché per le capacità di resistenza dei piloti, che prossimamente, in occasione delle trasvolate sugli oceani, saranno chiamati ad affrontare le prove più difficili, pilotando il velivolo per 5 giorni e 5 notti consecutive. Il peso delle batterie, che rappresenta ben 633 kg dei 2300 totali del velivolo potrebbe rappresentare una prima evoluzione tale da poter permettere, nei prossimi anni, una crociera senza scali ma con due persone ad alternarsi ai comandi.

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