Silverstone – la Ferrari nacque qui

di Igor Carta

A Silverstone vi fu la prima vittoria Ferrari, ma anche la più rocambolesca firmata da Michael Schumacher

Ferrari1998

Qualcuno inorridirà, ma quel titolo non è né un caso e tanto meno una provocazione; lo sanno anche i sassi che la Ferrari ebbe nobili natali in Emilia Romagna, ma fu sul circuito inglese di Silvestone, nel Northamptonshire, che nacque davvero la leggenda delle “Rosse” di Maranello. Il campionato di F1 era alla seconda edizione, ma dominavano la categoria le velocissime Alfa Romeo 158 condotte da Nino Farina e Juan Manuel Fangio, che si aggiudicarono tutte le gare disputate lasciando agli altri, Ferrari, Maserati, Talbot e Gordini solo le briciole. Per il Gp di Francia 1951 Enzo Ferrari reclutò un semisconosciuto pilota argentino, Froìlan Gonzalés, detto “El Cabezon”, che dopo un promettente secondo posto si aggiudicò pole position e vittoria nella successiva corsa di Silverstone, all’epoca circuito velocissimo ricavato in un vecchio aeroporto della RAF. Rimase tale fino al 1991, quando cominciò ad assumere la fisionomia odierna, il complex Maggots-Becketts-Chapel da unica curva divenne una successione di “esse” ad alta velocità, forse il punto più spettacolare del percorso, la curva Stowe, teatro nel 1999 dell’incidente di Michael Schumacher rimase una piega veloce malgrado il nuovo disegno mentre la Woodcote, ultima curva prima del traguardo divenne prima una chicane poi parte finale del complex che comprendeva, e comprende ancora, le curve Priory, Brooklands e Luffield; nel corso degli anni, per rallentare le vetture che divenivano sempre più veloci, vennero aggiunte la chicane della Abbey mentre la curva Club, da copia della Stowe divenne una curva di percorrenza preceduta da una secca frenata.

L’ultima modifica fu quella del 2011 che vide lo spostamento di paddock e traguardo dal rettilineo posto tra le curve Copse e Woodcote a quello tra la Club e la Abbey, modifiche che videro inoltre una nuova prima curva, simile alla Mercedes Arena del Nürburgring ed un lungo rettilineo che conduce quindi al “vecchio” tracciato. Edizione da ricordare quella del 1998 con l’incredibile vittoria di Michael Schumacher sotto una pioggia torrenziale, avvenuta tagliando il traguardo non in pista ma dalla corsia box per via di un “pasticcio” dei commissari di gara e di una acuta interpretazione del regolamento da parte del muretto Ferrari.

silverstone_trackguide

Fatto sta che la corsa parte sul bagnato, ma un aumento della pioggia scompagina ulteriormente le carte, entra la safety car, Schumacher ne approfitta per passare dalle intermedie alle full wet, peccato che durante tale regime ha la bella pensata di effettuare un doppiaggio, pratica vietata dal regolamento, che gli costa uno stop and go; nel frattempo la gara riparte, Michael e Eddie Irvine tallonano la McLaren di Mika Hakkinen che alla Maggots Becketts va per prati, il tedesco passa ed accumula subito un grande margine, è una furia scatenata malgrado la penalità inflitta, all’ultima curva quando infila la corsia box invece di correre verso una meritatissima bandiera a scacchi molti fan sono già in lacrime finché la direzione gara non assegna al tedesco la vittoria, confermata nonostante il prevedibile appello della McLaren che, come conseguenza, vedrà solo una modifica del regolamento sportivo, che in passato non aveva mai riscontrato casi simili; poco male, a fine stagione Hakkinen sarà comunque, e meritatamente campione del mondo mentre Kaiser Michael aggiunse al suo carniere un’altra vittoria, la più contestata ma certo tra le più ricche di fascino.

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