Schedati col DNA – Forse è già possibile

di Juanne Pili.

Il DNA dei microbi che colonizzano il corpo umano possono identificarci in modo univoco, questo potrebbe sollevare problemi di privacy in futuro.

dna

Tanto suggeriscono i risultati di una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, l’11 maggio. E’ possibile, per esempio, identificare un partecipante ad uno studio anonimo, individuando il suo microbioma. Questo rivelerebbe dettagli su quella persona: Salute, dieta, etnia, ecc. In America è già a disposizione del pubblico il microbioma di numerosi americani catalogato dal US National Institutes of Health (NIH); i dati lì catalogati sarebbero sufficienti a identificabile – leggasi “schedare” – le persone.

Negli ultimi anni, l’influenza del microbioma sulla nostra salute e il comportamento è diventato un tema di ricerca caldo. I dati provenienti da studi sul microbioma umano tendono a finire in archivi pubblici, ma non era chiaro se questo genere di dati erano abbastanza stabili negli individui per identificarli nel tempo. Lavorando coi dati a disposizione del pubblico del progetto microbioma umano NIH (HMP), la squadra di biologi computazionali coordinata da Curtis Huttenhower, per le Università di Harvard e Boston, ha cercato campioni prelevati da diversi organi, tra cui intestino, bocca, pelle e vagina, per combinazioni di marcatori genetici microbici che erano univochi e stabili nel tempo.

I campioni di feci offrono, non di meno, le migliori firme del microbioma. Huttenhower rimane comunque scettico:

«Sarebbe estremamente difficile fare qualsiasi cosa coi dati del microbioma in un unico studio … il rischio più probabile alla privacy potrebbe venire da uno scenario in cui qualcuno abbia partecipato a due diversi studi del suo microbioma, i quali contenevano diversi pezzi di informazioni correlate, come l’età e lo stato di salute».

C’è da aggiungere, inoltre che spesso il microbioma viene confuso col DNA propriamente umano. Ad esempio, la squadra ha trovato sequenze note come ripetizioni tandem brevi che tendono a variare tra individui e sono utilizzati per produrre DNA corrisponde nelle indagini forensi. Non è chiaro se la loro presenza nei campioni di microbioma possa costituire una firma genetica precisa, la nascita di banche dati del DNA a disposizione del pubblico aumenterebbe comunque la possibilità di schedare le persone.

Avevamo già trattato delle iniziative intraprese in tal senso, come il database del DNA umano portato a termine in Islanda. Fino a che punto possiamo preferire di rinunciare a una quota di privacy per migliorare la nostra salute? Questa è la sfida che tali nuovi studi nel campo della genetica si pongono di fronte agli stessi ricercatori.

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