Rifiuti – col Pfand la vera differenziata

di Igor Carta

“L’ UE condanna l’Italia sulle discariche abusive di rifiuti, con lo Pfand il problema si risolverebbe in poco tempo”

rifiuti

Chi è stato in vacanza o meglio ha preso residenza per qualche tempo in paesi come Germania, Danimarca o Svezia avrà avuto modo, solo andando al supermercato, di sperimentare quello che forse è il primo di quei segnali che ti fanno capire la differenza tra un paese civile ed uno che conta ancora di diventarlo; si tratta poi di una cosa così semplice e ovvia che non può non far nascere sospetti di malaffare. Stiamo parlando del Pfand, quello strano costume che in certi paesi prevede di dare dei soldi a chi non butta per strada o dove capita i propri rifiuti, specialmente vetro e plastica.

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E’ un meccanismo molto semplice; nei paesi che lo prevedono, al supermercato su determinati alimenti contenuti in bottiglie di vetro o di plastica viene applicato un piccolo costo aggiuntivo, tra gli 8 e i 20 centesimi di euro. Quando il prodotto viene finito, ci si reca al supermercato dove, inserendo il contenitore in una apposita macchina, uno scanner legge l’ apposito simbolo posto sull’etichetta che riporta su uno scontrino il sopracosto sostenuto all’acquisto; presentando lo scontrino alla cassa l’importo riportato viene scontato sugli acquisti appena effettuati. Chi scrive rilevò ad esempio che ciò era previsto per tutte le bottiglie di plastica, acqua, succhi di frutta, yogurt e per le bottiglie di vetro della birra, mentre per il vetro delle bottiglie di vino o dei sughi pronti, occorreva ricorrere ai classici contenitori per strada. Ergo, il sistema è buono ma assai migliorabile ed adattabile a diverse esigenze…e costumi. La domanda è ovvia, come mai tale sistema non sia mai arrivato in Italia se non in rarissimi casi; a tal proposito mi tornarono in mente le parole di un collega:

Ragazzi, la spazzatura è denaro

Erano i tempi dell’emergenza rifiuti a Napoli, ed in Sardegna montava l’indignazione per i rifiuti campani smaltiti negli inceneritori locali; vista la malsana abitudine di molti “cittadini” nell’ abbandonare i propri rifiuti dove capita, perché non applicare tale sistema a tutte le “categorie a rischio”? Non solo bottiglie e vasetti di plastica e vetro, ma anche le stoviglie usa e getta, ricordino che tutti, sovente, rinveniamo a memoria di altrui scampagnate, ma anche altri articoli “tristemente famosi” come elettrodomestici, pneumatici e batterie d’auto, addirittura i filtri delle sigarette, che attualmente inquinano e deturpano ogni angolo della nazione. Non occorre niente di cervellotico, solo un bollino ed uno scanner che lo legga.

Il bollino dello Pfand
Il bollino dello Pfand

Sarebbe logico, a questo punto, investire dei fondi pubblici per introdurre il Pfand anche in Italia, risolvendo in modo intelligente e definitivo il problema delle discariche abusive, per i quali l’Unione Europea ha recentemente comminato all’Italia una multa da 40 milioni di €; ma esattamente come nel caso Retequattro si paga e ciccia, mica si cerca il modo per evitare che sanzioni simili vengano reiterate, tanto sono i cittadini che pagano; lo Pfand sarebbe un modo semplice e praticamente indolore, rispetto all’impiego dei medesimi fondi per le solite bonifiche che il problema lo risolvono solo temporaneamente ma che fanno la gioia di cooperative e dei soliti furbetti.

Il tutto in sentita memoria dei miliardi buttati al vento finora; forse è davvero il caso di finirla.

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