Ricordando Andrea Pazienza

di Mariarosa Signorini.

La notte del 16 giugno 1988 il fumettista Andrea Pazienza veniva trovato morto nella sua casa di Montepulciano. Aveva 32 anni e, nonostante la giovane età, era già famosissimo, tanto da rimanere, a distanza di quasi 30 anni, un’icona.

pazienza

Nato a San Benedetto del Tronto il 23 maggio del 1956, cresce a San Severo (FG), la città natia del padre. All’età di dodici anni si trasferisce, ove si iscrive successivamente al liceo artistico, a Pescara. Torna, però, quasi ogni fine settimana a San Severo, ove inizia a lasciare le tracce della sua genialità, quali la realizzazione delle scenografie di alcuni spettacoli presso il Teatro Verdi, la creazione dei suoi primi fumetti, in parte inediti, e la realizzazione di una serie di dipinti.

Nel 1974 si iscrive al DAMS di Bologna, che però lascia a due esami dalla laurea. Ma qui vive gli anni della contestazione bolognese legata al Movimento del ’77, che fanno da sfondo al fumetto Le straordinarie avventure di Pentothal, opera sua prima. In quella facoltà incontra molti altri artisti e scrittori, quali Freak Antoni (leader degli Skiantos) e Francesca Alinovi, tragicamente assassinata nel 1983. Dal 1979 al 1981 collabora con il famosissimo settimanale di satira Il Male.

pomp3Su di lui un articolo è limitante: egli è stato uno dei grandi autori di narrativa illustrata di quegli anni. Le sue opere hanno descritto gli umori, i sapori, il linguaggio di un decennio di storia italiana. Negli anni ottanta Andrea con Pompeo descrive, con angosciante lucidità, il risultato di una lotta persa contro l’eroina. Lotta persa che, forse, gli costò la vità. Secondo taluni, dopo un soggiorno in Brasile per disintossicarsi, tornò in Italia e chiese ad un amico un’ingente somma di denaro, che forse utilizzò per acquistare dell’eroina: il giorno successivo morì per overdose.

Bologna gli ha dedicato una targa sull’edificio in via Emilia Ponente nº223, ricordando gli anni vissuti a Bologna (dal 1975 al 1984) e un parco accanto a via Zanardi. Ciao Andrea, anima irrequieta e sublime!

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