Progetto pioggia, la nuova raccolta fondi di Marcianò contro le Scie chimiche

A quanto pare i tempi sono maturi per una nuova esilarante raccolta fondi di Rosario Marcianò. E’ la volta del Multi-Ionizzatore a flusso incrociato. Con questo strumento – per il quale lo sciachimista di Sanremo avrebbe aperto una raccolta fondi – si riuscirebbe a contrastare le operazioni di geoingegneria clandestina volte a provocare la siccità. E’ questo uno degli scopi per cui ci starebbero avvelenando con le Scie chimiche. Si tratta del “progetto pioggia”.

Due casi precedenti

Prima ancora nel 2015 il guru degli sciachimisti si era cimentato con una “pistola laser” per misurare la temperatura delle nuvole. Si trattava di un GM900 Colemeter in vendita su Amazon al prezzo di 22,70 euro, categorizzato anche come strumento da “giardinaggio”. Un apparecchio consigliato dalla Hanna instruments per la misura della temperatura di prodotti alimentari a brevi distanze. La prima e ultima colletta volta a procurarsi attrezzatura più costosa risale al 2008, riguardava l’acquisto di uno strumento per misurare la quota degli aerei che secondo lui irroravano le Scie chimiche. Diverse anomalie nei dati pubblicati hanno portato alcuni dei suoi stessi utenti a chiedergli spiegazioni, che tutt’oggi faticano ad arrivare. In sostanza Marcianò aprì una raccolta fondi per l’acquisto di un telemetro laser del prezzo di 3799 euro. Il modello da lui utilizzato non prevedeva il binocolo, ma nel video della misurazione da lui prodotto si vede almeno una zumata, oltre ad altri elementi che fanno pensare ad un falso.

La macchina della pioggia

Come ebbi modo di accertare in precedenza, l’esistenza della tecnica chiamata “inseminazione artificiale delle nuvole” non è affatto un mistero e non c’entra niente con le Scie chimiche. Fu sperimentata per la prima volta in Australia negli anni ’50 e si basa sull’irrorazione di ioduro d’argento in modo da stimolare lo sviluppo della pioggia. Si possono ottenere risultati incerti a livello locale, ma nulla a che vedere con la gestione del clima. La resa scarsa e le ridotte probabilità di successo hanno portato ad accantonare questa tecnica. Il Multi-Ionizzatore della Meteo Systems si basa su principi analoghi, promettendo di generare ioni negativi nel cielo, generando quindi precipitazioni nel deserto attorno a Dubai. Gli esperti della società presentarono il progetto nel 2011, promettendo di generare un incremento dell’umidità relativa pari al 30%.

Risultati ancora non dimostrati. Questa società con sede in Svizzera ancora oggi non è riuscita a produrre uno studio scientifico che dimostri di aver ottenuto dei risultati. Grande scetticismo da parte degli esperti è stato manifestato anche a proprosito di riuscire a far piovere generando l’umidità relativa necessaria, davvero sorprendente in zone del genere. Nonostante risulti che per questo progetto la società abbia chiesto l’equivalente di undici milioni di euro, ancora nel 2014 scopriamo l’assenza di risultati concreti. Ma secondo Marcianò Ighina ci era riuscito, quindi con una raccolta fondi volta a costruire tanti apparecchi di dimensioni ridotte sarebbe possibile raggiungere lo scopo. Se dovesse fallire – cosa molto probabile – restituirà i soldi? Staremo a vedere.

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