Prince Avalanche

Il regista di Prince Avalanche, David Gordon Green, ha avuto una traiettoria di carriera piuttosto interessante.

«Sempre brutte, stizzose giornate, stagioni pessime come la primavera per il vs. recensore, ma almeno oggi è stata una buona giornata per il cinema indie, a giudicare da questa visione».

prince-avalanche-movie-poster (1)A partire da sottili film drammatici a low budget, come George Washington e All the Real Girls, ha poi sorpreso molti scegliendo di dirigere una commedia d’azione per gli studios, Strafumati (Pineapple Express). Sembrava come se questo titolo potesse sistemarlo ma così non è stato dato l’insuccesso del film, ed è dovuto ancora ritornare a tradizionali commedie come Sua Maestà (Your Highness) e Lo Spaventapassere (The Sitter) (insieme alla regia di alcuni episodi multipli del grande Eastbound and Down) le quali non hanno ottenuto il risultato sperato. Ora, Green è tornato ad essere molto più vicino alle sue radici con questa commedia drammatica indie che egli ha segretamente girato in tre settimane. E prendendo la decisione giusta tornando alle sue radici con questo libero adattamento dell’originale pellicola islandese Either Way?

E’ l’estate del 1988 e in una foresta da poco bruciata in un enorme incendio, due lavoratori autostradali Alvin (Paul Rudd) e Lance (Emile Hirsche) passano le loro giornate a dipingere linee sulle strade che sono state cancellate nell’incendio, martellando per piantare i paletti delle indicazioni chilometriche e della segnaletica stradale che è rimasta distrutta come tutto nell’area. Purtroppo, sono costretti a trascorrere le loro notti condividendo una tenda che non è abbastanza grande per entrambi. Tranne il fatto che Alvin ha ingaggiato Lance facendolo assumere per lealtà alla sua fidanzata, che guarda caso è la sorella di Lance, i due non hanno assolutamente nulla in comune. Alvin è interamente dedicato al suo lavoro e gode dell’isolamento (forse perché ha paura di affrontare tutto ciò che può o non può esserci ad aspettarlo al ritorno a casa) mentre Lance è un ragazzo che non vede l’ora di trascorrere i suoi week-end in cerca di ragazze. Come in qualsiasi situazione in cui i poli opposti sono costretti a spendere così tanto tempo insieme, gran parte dei motivi per cui essi non vanno d’accordo potrebbero risiedere nel segreto desiderio di entrambi di non essere come l’altro. Oltre ad Alvin e Lance, ci sono solo due altri ruoli sullo schermo. Lance Legault (nel suo ultimo film) come un anziano camionista, e Joyce Payne (accreditata solo come La Signora), una donna che cerca tra le rovine della sua casa recentemente bruciata. Entrambi sono ruoli molto brevi, ma dalle ottime interpretazioni. Questo significa che la maggioranza (di gran lunga), del sollevamento dei carichi pesanti deve essere effettuata da Rudd e Hirsch, ed entrambi rispondono con le loro migliori prove offerte da anni. Rudd, come il suo regista, è anch’esso preso in prestito da una certa presenza preminente nella commedia volgare ed è bello vederlo assumere un ruolo ben piu’ di spessore. Egli dà ad Alvin un bel po’ di sfumature e trasmette tutta la solitudine e la disperazione necessarie per rendere con successo il ruolo. Hirsche è in grado di bilanciare abilmente i momenti più leggeri del suo personaggio, insieme a diversi casi in cui il copione gli impone di addentrarsi in luoghi oscuri. La chimica tra i due è quella che tiene veramente il film insieme – se non si è attratti da parte di questi personaggi, non c’è davvero da vederlo neppure. La loro “Bad connection” è consolidata, in una scena affascinante e divertentegiò resente nell’originale islandese, nel quale si impegnano ubriachi in una sessione improvvisata di cantautorato.

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In un approccio interessante, non abbiamo mai visto nulla della loro vita al di fuori del lavoro. Alvin passa i fine settimana libero dall’impegno lavorativo rimanendo nel bosco da solo a scrivere lettere alla sua fidanzata, in quello che viene accennato ad essere, un rapporto unilaterale. Lance, naturalmente, passa i fine settimana andandosene in città, ma ne siamo solo a conoscenza delle informazioni e storie che condivide con Alvin al suo ritorno. Oltre ad essere, si può solamente supporre, una decisione ben bilanciata, questo approccio aiuta anche a creare un senso di isolamento e vulnerabilità per i due, insieme con la realizzazione per il pubblico che essi esistono e si sentono più a casa in questo ambiente che altrove. E’ evidente, anche prima che sia discusso, che entrambi i personaggi hanno trovato una via di fuga in quel bosco da qualcosa che non possono piu’ decidersi di affrontare nel mondo reale.

Come con qualsiasi film di David Gordon Green, mainstream e indie, uno degli aspetti più grandi è la fotografia. Egli, insieme al da molto tempo suo fedele direttore della fotografia Tim Orr, è sempre in grado di creare composizioni visive che non sono solo belle da vedere, ma complementari allo stato d’animo della storia e degli individui che la popolano da protagonisti o meno, e questo film non fa eccezione. Certamente non gli fa male la foresta desertificata, la quale dona a gran parte del film una qualità onirica, e anche la musica bellissima composta da David Wingo con gli Explosion in The Sky. Ci si può anche trovare a chiedersi se uno, o entrambi, i due ruoli di supporto potrebbero essere frutto della fantasia dei protagonisti, o, più in particolare, estensioni delle loro psiche. La cosa non è necessariamente risolta in quanto tale, ma è un punto di vista che potrebbe fornire interesse per la discussione dopo aver visto il film.

Se sono rimasto un po’ vago sulla storia, è perché francamente non vi è molto della trama in sè sul quale dilungarsi come in un saggio, il che può forse essere un problema per alcuni spettatori. Questo film è strettamente un esame di caratteri. Ci sono molti momenti di silenzio che richiedono di “leggere un po’ tra le righe” da parte dello spettatore in modo che tali tasselli si aggiungano a formare l’insieme, ma se si prosegue nella storia penso che quasi per chiunque non possa che aumentare l’apprezzamento per la pellicola. E’ in questi tratti che se ne trova gran parte del suo valore.

Considerazioni Finali


Nonostante “Strafumati”, questo film dimostra che David Gordon Green è molto più a suo agio in lavori piccoli e ottimamente padroneggiati come questo. Sapientemente dosato tra le sue parti da commedia e quelle drammatiche, tratta di uno studio molto coinvolgente su due uomini dei quali vedrete molto dellla loro intriorita’ rivedendovi in loro stessi. Se si riesce a superare la mancanza di storia e di azione, penso che “Prince Avalanche” sia un’esperienza molto gratificante . Mentre lo possiamo perdonare per aver voluto prendere parte a progetti strettamente commerciali, speriamo che Green continui a bilanciare i film realizzati per gli studio con prove piu’ personali come questa. Di certo mi ha conquistato.

Suicide Is Painless


“Bad Connection” Scritta da Emile Hirsch e Paul Rudd; Eseguita da Gary Stonehart.

“Loud N ‘Restless” Eseguita da Loosely Tight; Scritta da Dennis Livingston. Pubblicata da Trailerville Musica, BMI. Per gentile concessione di Fervor Records Vintage Masters.

“Alone Time” Eseguita dagli Explosions in the Sky;Berlin International Film Festival Anno 2013.

Premi


shot3Ha Vinto L’Orso d’Argento di Berlino Miglior Regista David Gordon Green.

Nominato All’Orso d’Oro di Berino David Gordon Green.

Chlotrudis Awards Anno 2014

Nominato Al Chlotrudis Award Miglior sceneggiatura
David Gordon Green

Georgia Film CriticsAssociation (GFCA) Anno 2014

Nominato Al GFCA Award Miglior sceneggiatura David Gordon Green

New Hampshire Film Festival Anno 2013

Ha Vinto Il New Hampshire Feature of the Year(Film dell’Anno) David Gordon Green

Sitges – Catalan International Film Festival Anno 2013

Nominato Al New Visions Award Miglior film David Gordon Green

Curiosità


All’inizio del film, Alvin (Paul Rudd) giunge sui resti carbonizzati di una casa e vi trova una signora anziana in un prendisole rosa che sta spulciando tra le macerie. Questa donna è interpretata da Joyce Payne, che non ha avuto alcuna esperienza di recitazione, prima di questo film, e le macerie che sta spulciando sono i resti attuali della sua vecchia casa. David Gordon Green l’ha scoperta nei suoi sopralluoghi e gli ha semplicemente chiesto cosa le fosse eccaduto e se quindi potevano mettere la sua storia nel film.

Basato su di un ”minimalista” film islandese, esso è stato girato in soli 16 giorni. 8,2 miglia sono 13’196’6 metri. Dividere in lunghezza per 9’6 metri le strisce più la distanza tra le strisce, fa risultare 1374’6 strisce.

Spoiler


La voce di trivia/curiosita’ qui seguente puo’ rivelare importanti aspetti della trama. Alla fine del film, quando Alvin sta parlando con la donna anziana in tedesco, i sottotitoli traducono ‘Vuoi unirti a noi nella nostra avventura?’. Quello che sta realmente dicendo è: ‘Ti piacerebbe far parte della nostra valanga?’ (‘Willst Du bei unserer Lawine mitmachen?’).

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