Piramide su Marte – un’altra

di Igor Carta

Nuove anomalie su Marte, dopo il busto di Obama avvistata una presunta piramide

marte

Quello delle anomalie su Marte è un argomento che abbiamo già trattato in occasione dei puntuali rilanci che seguono le analisi delle immagini scattate dal rover Curiosity sulla superficie del pianeta rosso. Secondo un recente articolo lo scorso 7 maggio sarebbe stata scattata questa immagine, in cui si vede chiaramente una roccia di forma assai regolare, assimilabile ad una piramide. L’immagine in sé non aiuta molto a stabilire la natura e le dimensioni dell’oggetto, nell’articolo linkato si parla di un monolite grande quanto una piccola automobile ma c’è anche chi sostiene che sia solo il vertice di una struttura più grande quasi completamente sepolta dalla sabbia. In effetti sembra molto, fin troppo regolare per essere una formazione naturale, così ci siamo presi la briga di cercare la panoramica da cui l’immagine è stata sviluppata. A questo link è possibile visionare tutte le immagini riprese da Curiosity in quella zona, compresa quella in cui si vedrebbe la presunta piramide, e purtroppo a parte tale curiosa formazione non sembra di scorgere nei pressi alcun segno di “civiltà” o di qualche altra possibile struttura artificiale.

 

 

 

 

 

 

Come già osservato in un pezzo precedente, l’anomalia più credibile riscontrata finora sul suolo marziano rimane la cosiddetta statua di donna, ma anche in quel caso, malgrado alcuni indizi presunti tipo tracce di geroglifici e quello che sembra un camminamento lastricato come le strade romane, tutta la zona circostante appare come una landa desolata bruciata dal sole. A volte davvero si esagera, come nel caso del busto di Barak Obama, ma almeno fino ad oggi qualsivoglia anomalia segnalata è stata classificata come un comune caso di pareidolia, per il quale il volto di Cydonia rappresenta l’esempio più emblematico. Doveroso segnalare oltretutto quei buontemponi che accusano la NASA di far sparire o di ritoccare le immagini compromettenti, ci si domanda a che razza di webmaster si appoggi l’ente spaziale americano, non è dannatamente più semplice non pubblicare rispetto al rimuovere in seguito?

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